MILANO | Triennale Milano | Fino al 10 marzo 2024
di NICOLETTA BIGLIETTI
Profondamente misteriosa, divina e surreale. Permeata di “antitetici” concetti che solo in apparenza sembrano contrastare, in una generale aura di sospesa e limpida purezza.
È un invito a riflettere sui temi universali quello proposto da Ron Mueck (1958) nella mostra personale che fino al 10 marzo 2024 è allestita presso la Triennale di Milano – esposizione, a cura di Hervé Chandès, organizzata nell’ambito del partenariato della durata di otto anni tra l’istituzione milanese e Fondation Cartier pour l’art contemporain.
Il percorso espositivo ospita sei delle quarantotto opere che Mueck ha realizzato nel corso della sua carriera, in grado di creare una perfetta interazione tra fruitore e contesto espositivo.
Una relazione, la cui completa esplicazione si raggiunge con Mass, installazione composta da cento gigantesche sculture di teschi umani che portano lo spettatore a intessere un dialogo profondo e intenso con lo spazio; uno spazio in cui entrambi “sono esistiti”, ma in cui entrambi non esisteranno più, in un anelito alla caducità dell’esistenza in cui il teschio diventa un “presente passato” che delinea la continuità di una vita.
Una vita in cui l’incertezza del presente si addiziona all’oscurità del futuro, il cui vivido riflesso è rappresentato dall’imponente trio canino di En Garde, scultura in cui la riduzione al minimo dei dettagli non va intesa con un’accezione negativa, bensì come possibilità focalizzare l’attenzione sul significato intrinseco dell’opera. Su quello sguardo rivolto ad un presente, il fruitore, e alla sua incertezza verso il domani- un tempo in cui l’ignoto regnerà sovrano
E se la mente dell’umanità contemporanea appare subissata di pensieri verso il futuro, ecco che In Bed Ron Mueck li rende concreti, visibili, vitali: nell’opera, infatti, lo scultore australiano rappresenta una donna – dalle maestose dimensioni – stesa a letto, con la testa sollevata contro i cuscini; un “pensare pensando” in cui le meditazioni della protagonista giungono con l’inglobare l’osservatore stesso in una dimensione tanto concreta quanto irreale.
Una surreale e kafkiana atmosfera ravvisabile anche in Woman with Sticks, opera in cui una donna appare con la schiena irrealisticamente piegata all’indietro sotto lo sforzo di un lavoro non precisato – dal momento che reca tra le braccia degli steli arborei di non apparente grevità – un aspetto che contrasta però con la solidità ancorante che i piedi attestano, poggiando saldamente a terra.
Un radicamento nella centralità della vita che appare anche in Baby, scultura di piccole dimensioni che trae ispirazione da un libro di medicina in cui era ritratto un neonato tenuto per i piedi pochi attimi dopo il parto; da questa immagine Mueck crea una scultura che capovolge e fissa al muro; le braccia aperte e le gambe unite del fanciullo , delineano una forma “a croce”, come se si trattasse di un’icona religiosa a cui prestare contemplazione, delineando così una continuità tra vita e morte. Tra presente e passato. Tra finito e non finito.
Ed è proprio su quest’ultimo binomio che per la prima volta Mueck concede al pubblico la possibilità di vedere un lavoro in progress: This Little Piggy, infatti, è una scultura di piccole dimensioni, ispirata a un passaggio del romanzo Pig Earth (1979) di John Berger, su cui è possibile cogliere la “presenza” della mano dell’artista, grazie ai segni lasciati sull’argilla fresca.
Un passato, dunque, che “è presente”, a ricordare l’importanza di ogni singolo gesto nella creazione di un’opera. Un’opera che è rappresentazione di una vita.
Ron Mueck
a cura di Hervé Chandès, direttore Internazionale Fondation Cartier pour l’art contemporain
curatore associato Charlie Clarke
curatore responsabile della mostra Chiara Agradi, Fondation Cartier
5 dicembre 2023 – 10 marzo 2024
Triennale Milano
Viale Alemagna 6, Milano
Info: +39 02 724341
www.triennale.org