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LONDRA | Frieze | #Report

di ALBERTO MATTIA MARTINI

Proprio in coincidenza con la settimana dell’arte torinese ripensiamo a cosa è successo a Londra durante Frieze. Una Londra globale, o meglio poliedrica nonostante lo scenario Brexit: la “City” non delude, anzi è in continuo divenire e costante fermento.
La capitale inglese, durante i giorni di Frieze London, sembra esattamente interpretare, il titolo di una delle sezione della fiera londinese, ossia Indra’s net, nel regno di Indra infatti la rete si dilata, si estende senza limiti, in ogni direzione. Concetto che prende spunto dalla filosofia buddista e specialmente induista, in cui tutte le manifestazioni ed i fenomeni si compenetrano, dove contemporaneamente l’insieme del tutto assorbe la totalità, pur non sconvolgendo e ostruendo ogni singola cosa, in modo da assicurargli totale autonomia.

Shirazeh Houshiary, The Songs of the Earth, 2021. Courtesy: the artist and Lisson Gallery

Siamo stati a Londra nei giorni della importante fiera internazionale e il panorama che ci è apparso risponde alla volontà, nonostante l’uscita dall’Unione Europea, di rimanere un polo attrattivo, dinamico e sperimentale.
Tante le gallerie all’interno dello spazio della grande tensostruttura presso Regent’s Park, oltre 160, tra le più importanti e note del panorama artistico internazionale. La Main section è suddivisa tra la sezione Focus, comprendente le gallerie che non hanno più di dodici anni di attività e appunto la Indra’s net.

Ugo Rondinone, yellow blue monk, 2020, presented by Gladstone. Frieze Sculpture 2022. Photo by Linda Nylind. Courtesy of Linda Nylind/Frieze.

La prima opera che appare è quella dello svizzero Ugo Rondinone, che espone alcuni dipinti di varie tonalità, nei quali i tramonti divengono protagonisti.
Tappeti e moquette geometrica, che pervade interamente lo stand di Thomas Dane (che quest’anno si è aggiudicato il Frieze Stand Prize), vede protagoniste due enormi zucche dell’artista Anthea Hamilton.
Il rivestimento totale dello spazio espositivo lo ritroviamo anche presso la galleria Stephen Friedmand, le cui opere dell’artista americano Jeffrey Gibson, traggono iconograficamente principio dalla cultura degli indiani d’America e dalla Street Art.

Frieze Art Fair in Regents Park, London. Opera di Anthea Hamilton per Thomas Dane Gallery. Photo by Linda Nylind. 12/10/2022.

La nota Galleria Gagosian invece dedica tutto lo stand a sette grandi tele astratte, dell’artista britannica Jadé Fadojutimi, che trae spunto dalla sua vita, dai ricordi della sua infanzia, ma anche dalla cultura Pop giapponese. Sicuramente importante sotto vari aspetti, soprattutto in questo momento storico e non solo quindi per quello prettamente artistico, la partecipazione per la prima volta della Galleria iraniana Destan; protagoniste sono Homa Delvaray, con alcune sculture/installazioni appese al soffitto, che riproducono asce, coltelli di grandi dimensioni, costituite da tessuti e colori, rimandando alla storia e alla tradizione della sua terra. Le conseguenze dei conflitti, delle guerra, della violenza, sono i temi preponderanti della scultura in marmo dell’artista di origini iraniane Reza Aramesh, i cui protagonisti sono privati di tutto tranne che della loro identità.

Homa Delvaray, Khâsh, 2021, Fabric collage on board, wooden pulleys and steel bar, 260x230x25 cm

La sorella maggiore di Frieze, ovvero Frieze Master in questa edizione propone un viaggio all’interno la storia dell’arte, che va dai primordi della storia dell’uomo fino al XIX secolo, presentando opere dell’età preclassica, classica sia occidentale che orientale. Il ‘900 è rappresentato da grandi masterpiece appartenenti ad artisti del calibro di Bacon, Basquiat, Mirò, Niki de Saint Phalle, Pistoletto, Egon Schiele, Picasso, Fontana, Orlan, Boetti, Warhol, Haring e tanti altri.

Molto interessante e democratica, in quanto anche gratuita, è anche Frieze Sculpture, curata da Clare Lilley, direttrice dello Yorkshire Sculpture Park, che ci ricorda: “Dal 2012, Frieze Sculpture è passata dall’essere un’esposizione di una settimana insieme alla fiera, a una sostanziosa mostra estiva e ora autunnale. Ogni anno ho deciso di fare una mostra che affianca una delle fiere d’arte più importanti del mondo. Non esistono due Frieze Sculptures uguali, ma tutte sono un inno alla scultura all’aria aperta”. Tra gli artisti presenti vi sono: Matthew Darbyshire, Robert Indiana, Ida Ekblad, Tim Etchells, John Giorno, N.S. Harsha, Emma Hart, Marinella Senatore, John Wood e Paul Harrison,Jordy Kerwick, Alicja Kwade, Beverly Pepper, Pablo Reinoso, George Rickey, Ugo Rondinone, Ro Robertson.

Beverly Pepper (1922-2020), Curvae in Curvae, 2013-2018 Cor-Ten steel, edition of 3 106 3/4 x 118 1/8 x 90 3/4 in. 271.1 x 300 x 230.5 cm, © The Estate of Beverly Pepper. Courtesy of Marlborough New York. Photo: George Tatge.

Ma come dicevano in principio Londra in queste giornate offre davvero tanto come per esempio: PAD, la quattordicesima fiera dedicata al design del XIX e del XX secolo, presso Berkely Square, e ancora 1-54 Contemporary African Art Fair, presso la Somerset House, alla sua decima edizione e che quest’anno vede la partecipazione anche di due gallerie italiane come la Galleria Continua e la Galleria Poggiali.

Negli affascinanti spazi della Serpetine Gallery, sono invece esposte le ieratiche e monumentali opere della ottantenne artista americana Barbara Chase-Riboud. La mostra ripercorre oltre sette decenni della sua innovazione nella tecnica scultorea, esplorando la memoria, la storia e il potere attraverso sculture monumentali e opere su carta. L’artista trae ispirazione dalla sua esperienza di vita, lavoro e viaggio attraverso l’Europa occidentale e orientale, l’Asia occidentale, il Nord Africa e il sud-est asiatico, gli incontri con l’architettura e la scultura classica, e con i manufatti storici delle tradizioni occidentali e non occidentali, prendendo in considerazione nozioni di memoria, eredità e potere.

Barbara Chase-Riboud: Infinite Folds, installation views, Serpentine North © Barbara Chase-Riboud 2022. Photo: © Jo Underhill, courtesy Serpentine

Il vulcanico e mai domo Damien Hirst, ne ha cogitata un’altra delle sue: presso infatti gli splendidi spazi della sua Newport Street Gallery, dove espone ed esporrà anche opere appartenenti alla sua collezione, l’artista inglese, giornalmente brucia e brucerà circa cinquemila opere in una performance iniziata il 23 settembre e che si si è conclusa il 30 ottobre scorso.
Queste opere fanno parte di un progetto, intitolato The Currency iniziato nel 2021, che consiste in una raccolta di 10.000 NFT che corrispondono a 10.000 opere d’arte originali di Damien Hirst. A coloro che hanno acquistato l’opera è stata data la possibilità di mantenere l’NFT o di scambiarlo con l’opera d’arte fisica. Il periodo di scambio si è concluso il 27 luglio 2022, con il risultato che poco più della metà dei collezionisti, esattamente 5.149, ha deciso di mantenere l’opera d’arte fisica, mentre 4.851 l’opera in NFT.

Damien Hirst with The Currency artworks, 2021. Photographed by Prudence Cuming Associates Ltd. © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved, DACS 2022

Se i collezionisti non hanno scambiato il loro NFT durante quel periodo, l’opera d’arte fisica verrà distrutta. Allo stesso modo, se hanno scelto di cambiarlo in quel periodo, l’NFT è stato distrutto.
Le opere d’arte fisiche sono state create a mano nel 2016 utilizzando vernice a smalto su carta fatta a mano. Ogni opera è numerata, intitolata, timbrata e firmata dall’artista sul retro. Ulteriori caratteristiche di autenticità sulla carta grafica includono una filigrana, un micropunto e un ologramma contenente un ritratto dell’artista. Su ogni opera d’arte, nessun colore viene ripetuto due volte. I titoli sono stati generati automaticamente scegliendo tra alcuni dei testi delle canzoni preferite dell’artista.

Veduta della mostra William Kentridge, Notes Towards a Model Opera. Three channel HD film; 11 minutes 14 seconds, 2015. Courtesy the artist © William Kentridge

Ad accendere ed infiammare l’autunno londinese non ci sono “solo” le iniziative fin qui descritte, ma anche i musei cittadini che non sono da meno, se consideriamo l’importante e completa mostra riguardante Lucian Freud alla National Gallery (Lucian Freud: New Perspectives) oppure Cézanne alla Tate Modern (The EY Exhibition: Cézanne, fino al 12 marzo 2023) e, infine, come se non bastasse la mostra organizzata dalla Royal Accademy of Arts dedicata a William Kentridge (in corso fino all’11 dicembre, ndr): un percorso espositivo che copre ben quarant’anni della carriera dell’artista. L’esposizione è composta da circa 80 opere, tra tele, arazzi larghi oltre quattro metri appositamente creati per questi spazi, disegni realizzati con carboncini, opere floreali, animazioni, video, installazioni e l’incredibile film proiettato su tre schermi dal titolo Notes Towards a Model Opera. Una grande mostra la più importante antologica dedicata all’artista sudafricano finora mai realizzata in Inghilterra.

 

Frieze London

12 – 16 ottobre 2022

Info: https://www.frieze.com/

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