MILANO | Palazzo Reale | Fino al 29 gennaio 2023
di REBECCA DELMENICO
Richard Avedon (1923-2004) indiscusso maestro della fotografia del Novecento, torna a Milano, fino al 29 gennaio 2023, protagonista della mostra Richard Avedon. Relationships promossa dal Comune di Milano-Cultura, prodotta e organizzata da Palazzo Reale e Skira Editore.
L’esposizione riunisce oltre cento scatti provenienti dal Center For Creative Photography di Tucson e dalla Richard Avedon Foundation, avvalendosi di Versace come main partner e di Vogue Italia come media partner. La mostra, a cura di Rebecca Senf, si articola in dieci sezioni (The Artist, the Premise of the Show, Early Fashion, Actors and Directors, Visual Artists, Performing Artist/Musician and writers/Poets, Avedon’s People, Late Fashion, Versace) concentrandosi sulle fotografie di moda e i ritratti, cifre distintive dell’artista. Sì, perché in questa occasione si intende approfondire un aspetto spesso lasciato in ombra, ovvero la grande capacità, nei sorprendenti ritratti di tante celebrità e personaggi, di rivelare il lato più interiore del soggetto. Come afferma la curatrice Rebecca Senf “Ogni foto è un incontro, è l’occasione di una nuova conoscenza, invece di correre via si dovrebbe restare a osservare, capire cosa ci sta comunicando la persona, studiare il linguaggio del suo corpo, catturare i particolari più minuti, trovare connessioni. Così si formano le Relationships, le relazioni del titolo della mostra”. L’immagine di Avedon ci accoglie dall’interno e attraverso l’esposizione che comprende testimonianze, riprese dai backstage e citazioni.
Nei ritratti, realizzati in bianco e nero su sfondo bianco, il fotografo si concentra sulla profondità dell’espressione, quasi un ritratto psicologico in cui Avedon cerca di restituire il lato più umano del soggetto. Queste foto, oltre la composizione, rivelano un senso di intimità, Avedon anima i suoi ritratti avvicinando l’osservatore ai soggetti. Come diceva il fotografo “ Se mi fossi dato al business della magia , non avrei letto fondi di caffè, avrei letto le facce e avrei avuto successo” battuta quanto mai azzeccata.
Con alcuni dei personaggi ritratti lo stesso Avedon fu legato da un’amicizia profonda. È il caso di Truman Capote (1924-1984) fotografato prima nel 1955, in un’ immagine che evoca tutta la vulnerabilità del giovane, e si concentra sua flessuosa sinuosità, mentre nell’immagine del 1974 Capote è ormai cinquantenne, con i capelli radi, il viso e gli occhi gonfi e spenti. Andy Warhol si fece ritrarre da Avedon nel 1969, in una impattante immagine in cui Warhol mostra le cicatrici riportate in seguito al tentato omicidio ai suoi danni nel 1968.
Allen Ginsberg (1926-1997) compare in mostra in due ritratti, uno dei quali lo vede posare nudo mentre abbraccia il compagno e poeta Peter Orlovsky nel 1963. I due uomini appaiono disinibiti e a proprio agio con il fotografo.
Marilyn Monroe (1926-1962) nel 1957 è prima colta in un momento di vulnerabilità, mentre nello scatto dove abbraccia dolcemente il marito Arthur Miller percepiamo sensazioni nettamente differenti. Nel 1957, Avedon ritrae Wallis Simpson e Edoardo VIII d’ Inghilterra, ovvero il duca e la duchessa di Windsor, con delle bizzarre espressioni sul volto mentre Louise Nevelson,(1899-1988) nel 1975, pesantemente truccata agli occhi, capelli cortissimi appare in tutta la sua austerità. E ancora Marella Agnelli, Rudolf Nureyev, Bob Dylan, i Beatles fino a Mary Watts, nel 1979, in un’immagine che fa parte del corpus di opere intitolato “In the American West”, una serie di ritratti di abitanti dell’Ovest degli Stati Uniti.
Nella moda Avedon, memore dei preziosi studi del 1944 con Alexey Brodovich uomo di cultura che lo spronò a reinventare la fotografia di moda, ancor prima del 1960 abbandonò le pose statiche liberando le modelle per renderle attrici di un palcoscenico che non era più lo studio: gli scatti ora avvengono all’aperto e le modelle evocano una narrazione muovendosi con disinvoltura e leggerezza. Dopo il 1960 Avedon sceglie di tornare a scattare in studio, ma questa volta utilizza uno sfondo minimalista e uniforme concentrandosi sulle modelle che assumono pose in movimento che fanno esaltare i tessuti sul corpo. Veruska è colta all’apice della sua espressività mentre salta e sorride, China Machado (1929-2016) nel 1965, fu la prima manniquin americana di origine cinese ritratta in un’importante rivista di moda statunitense.
Tantissime le top model con cui Avedon lavorò, da Dovima, protagonista dell’iconica immagine Dovima con gli elefanti, a Penelope Tree che è rappresentata in cinque fotografie, in una indossa una maschera e lo sguardo della modella è intenso, i grandi occhi sembrano uscire dalla foto, di contro la bocca è priva di espressione.
Una intera sezione è dedicata alla collaborazione che legò Richard Avedon e Gianni Versace cominciata nel 1980, anno con cui esordì lo stilista, fino a quella della collezione primavera estate 1998, la prima firmata da Donatella Versace, di cui troviamo una testimonianza in catalogo. Un rapporto di intesa tra stilista e fotografo tale che Avedon è riuscito a catturare l’avanguardia che ha rappresentato Gianni Versace nella moda. Vediamo susseguirsi le più grandi top model dell’epoca, da Linda Evangelista, Christy Turlington, Kate Moss fino a Aya Thorgren e Sharlom Harlow.
L’immagine scelta come manifesto della mostra è la sensualissima fotografia del 1981 di Nastassja Kinski sdraiata e avvolta da pitone, immagine realizzata da Avedon per Vogue, che vendette oltre due milioni di copie quando venne successivamente pubblicata come poster. In uno scatto si congela il momento esatto in cui la lingua del pitone arriva quasi a leccare l’orecchio della modella: se non è questa una tentazione…
RICHARD AVEDON. Relationships
A cura di Rebecca Senf
Una Mostra di Palazzo Reale, Comune di Milano e Skira
22 settembre 2022 – 29 gennaio 2023
Palazzo Reale
Piazza Duomo 12, Milano
Orari: Lunedì chiuso. Martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10.00 -19.30Giovedì 10.00 – 22.30
Informazioni e prenotazioni:
www.palazzorealemilano.it
www.avedonmilano.it