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TORINO | CAMERA –  Centro Italiano per la Fotografia | 15 settembre – 16 ottobre 2016

di Michele Bramante

Consegnata alla modernità la figura dell’artista isolato dal mondo della produzione, Mario Cresci accoglie l’invito dell’Azienda italiana Eni a trasmutare l’energia prodotta dalle sue industrie in un mito raccontato per immagini, in cui la storia edificata sui documenti viene plasticamente modellata per dare forma ad una narrazione cosmica. Ri-creazioni – la mostra in corso da CAMERA, Torino, divisa nelle aree tematiche Incandescenze, Luminescenze, Coesistenze, Metamorfosi, Ludus ed Elementa (più l’excursus In viaggio con Lauro Messori) – sovrappone in unità i sensi della generazione, della consunzione del passato per dare vita ad un presente carico di memoria e proiettato verso l’avvenire, della rinascita e dello spirito del gioco che anima le trasformazioni.

Mario Cresci, “Dalla serie Metamorfosi”, Bergamo 2016 stampa inkjet, cm 40x40

Mario Cresci, “Dalla serie Metamorfosi”,
Bergamo 2016 stampa inkjet, cm 40×40

L’archivio fotografico Eni consta di migliaia di immagini, servite, nel tempo, a registrare e catalogare siti, infrastrutture e azioni che l’Azienda italiana ha sviluppato nella messa in opera del suo ciclo produttivo e delle sue ricerche sperimentali. Si tratta di un enorme patrimonio storico messo a disposizione dell’artista affinché le testimonianze venissero ri-attualizzate e vivificate. Una volta attinte a questa fonte pseudo scientifica, le immagini vengono inserite da Cresci in una personale cosmologia d’impronta presocratica, il cui ultimo atto – sebbene la narrazione sia senza tempo, ogni atto è primitivo – separa gli elementi primigeni della terra, dell’acqua, dell’aria e del fuoco, purificati in simboli che precedono l’istante caotico in cui la potenza metamorfica li corromperà l’uno nell’altro per dare vita ai fenomeni del mondo.

Mario Cresci, “Dalla serie Coesistenze”, Bergamo 2016 stampa inkjet, cm 40x30

Mario Cresci, “Dalla serie Coesistenze”,
Bergamo 2016 stampa inkjet, cm 40×30

Viene alla luce, quindi, un orizzonte di eventi in cui sorge anche la conoscenza per mezzo della geometria e della percezione. Nelle serie delle Luminescenze le figure elementari del cerchio, del quadrato e del triangolo sono rappresentate in intervalli percettivi che scandiscono il loro movimento di rotazione nello spazio. Ogni immagine differisce dal modello originale della figura geometrica nella misura in cui il punto di vista rimane fisso mentre essa ruota, generando la differenza all’interno della serie in ragione della dinamica fenomenologica. Nel caso della perpendicolarità perfetta della figura, l’obiettivo fisso è in grado di riprendere solo il suo spessore in una linea verticale dalla quale, se isolata dal contesto, sarebbe impossibile dedurre le superfici del cerchio, del quadrato o del triangolo. Il singolo momento percettivo acquisisce, quindi, senso all’interno della serie e si mette in funzione per opposizione e differenza rispetto agli altri elementi, analogamente al significato delle parole che sorge solo nel reciproco rapporto all’interno di un linguaggio. Da questa semplice interazione tra gli elementi primari della geometria e la fenomenologia percettiva dello sguardo lo spazio si origina a partire dalla superficie in movimento, si avvia il tempo nella sequenza che unisce gli elementi della serie, si sviluppa il significato nel rapporto tra le parti e tra queste e la progressione completa.

Mario Cresci, “Ludus” #01, Bergamo 2016 stampa inkjet, cm 150x150

Mario Cresci, “Ludus” #01,
Bergamo 2016 stampa inkjet, cm 150×150

Nella sezione Ludus lo scarto si apre tra la natura obiettiva della foto documentaria e la sua transizione allo stato di immagine schermata. Questa volta, la figura geometrica e trasparente, sagomata nel materiale brevettato dai laboratori Eni, individua il centro dell’immagine d’archivio sovrapponendosi ad essa. La porzione schermata fa eco alle forme regolari del soggetto principale della fotografia e, incarnando la differenza tra immagine della realtà e la sua mediazione nello schermo, evidenzia l’enigma sulla natura semiotica dell’immagine e sul suo rapporto con la verità.

Ma cosa tiene insieme questo complesso di sostanze ancestrali e componenti elementari, trascinandoli in un moto di metamorfosi perpetua? Senza dubbio, è una forma di energia. L’ipotesi suggestiva di Mario Cresci è che quest’energia sia la stessa che si spende nel gioco della ricreazione, nel duplice senso di rinnovamento della realtà e del piacere ludico che accompagna la sospensione delle abitudini psichiche e sensoriali.

Mario Cresci. Ri-creazioni. Immagini d’energia tra memoria e futuro

15 settembre – 16 ottobre 2016

CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia
Via delle Rosine 18, Torino

Orari: lunedì, mercoledì, venerdì, sabato, domenica 11.00 – 19.00
giovedì 11.00 – 21.00
martedì chiuso

Info: +39 011 088 1150
camera@camera.to
www.camera.to

 

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