MILANO | Galleria Giovanni Bonelli | 11 aprile – 20 maggio 2023
Nel Sulcis Iglesiente, nella parte sud occidentale della Sardegna, a Villamassargia, esiste un orto secolare di ulivi innestati dagli abitanti tra il 1300 e il 1600 chiamato “S’Ortu Mannu”, l’orto grande. All’interno del parco di oltre tredici ettari, dimorano più di settecento ulivi secolari affidati alle cure delle famiglie del paese; tra di essi campeggia uno degli ulivi più antichi d’Europa chiamato “Sa Reina”: La Regina. Con oltre 16 metri di circonferenza del tronco, le sue chiome verdissime, i rami nodosi, “Sa Reina” sfida il tempo, le stagioni, la storia. Madre, guardiana coraggiosa, difende il territorio e quel poco che resta dell’antico sconfinato dominio.
La mostra Rês e Reinas presenta le opere di alcuni tra i più influenti artisti sardi attivi tra gli anni Trenta del Novecento e i primi anni Duemila. La mostra recupera le premesse dell’esposizione Reinas, allestita al Museo Ettore Fico di Torino nel 2020, che indagava la produzione di quattro artiste: Zaza Calzia, Maria Lai, Lalla Lussu e Rosanna Rossi. A queste oggi aggiungiamo i Rês con opere di Gaetano Brundu, Salvatore Fancello, Costantino Nivola, Antonello Ottonello e Pinuccio Sciola a completare uno sguardo sui principali attori della ricerca artistica in Sardegna dal Dopoguerra alla fine del XX secolo.
L’esposizione vuole svelare al visitatore inusitate esperienze di ricerca che restituiscono il senso di un territorio – la Sardegna – aggiornato, distante dagli stereotipi più comuni, dove “isola” non è isolamento ma spazio di convivenze nel quale i sottili rimandi tra passato e presente sono più chiari, forse meno disturbati dal rumore della contemporaneità. Attraversando il percorso della mostra il visitatore potrà immergersi nella spiritualità di Lai, cogliere l’ironia giocosa di Calzia, o venire sorpreso dai colori solari di Lussu; seguendo il rigore estetico di Rossi, infine, potrà stupirsi del genius loci di Nivola, e rifugiarsi nei paradisi perduti di Fancello, scoprire la forza della pietra di Sciola e, al contempo, la leggerezza liquida di Ottonello.
Sull’Isola i silenzi profumano di eterno, gli stessi da cui hanno attinto per ispirarsi i nove artisti che oggi dialogano felicemente negli spazi della Galleria Bonelli.
Galleria Giovanni Bonelli
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