FIRENZE | Galleria Il Ponte | 19 novembre – 30 dicembre 2016
di TOMMASO EVANGELISTA
La galleria fiorentina Il Ponte presenta, fino al 30 dicembre, la nuova personale di Renato Ranaldi ed espone tre nuclei di lavori di tre periodi diversi, Angolari (1973-74), Scioperìi (2015) e Contenzioso (2016) che dialogano tra loro sul tema, caro all’artista, del limite e dello spazio vitale della superficie pittorica. La mostra, a cura di Bruno Corà, è stata anticipata dalla presentazione del libro Renato Ranaldi Scioperìi presso il Museo di Antropologia ed Etnografia di Firenze, per le edizioni Gli Ori, durante la quale sono intervenuti lo stesso Bruno Corà, Marco Meneguzzo e Angelika Stepken.
Interessante il confronto che getta luci interpretative anche sulla personale e sulla stessa idea di scioperìi, termine che, nel linguaggio artistico, indica gli schizzi delle maestranze, più che altro scarabocchi o disegni estemporanei, che si trovano sulle sinopie, sotto gli affreschi, o a margini dei codici. Stepken sottolineava il contrasto tra narrazione e assenza di segno, ovvero la mancanza che crea vuoto ma anche visualizzazione di una tensione spesse volte spiccatamente burlesca. Corà, riflettendo sull’uso che fa l’artista della scrittura soprattutto nei titoli di molte opere, ma anche su una certa prosa poetica e letteraria autonoma, rifletteva come anche questi disegni, come le parole, nascano da tracciati di pensiero trasversali, idee devianti o liminari che diventano emblematiche meditazioni sullo scorrere del segno. Meneguzzo introduceva invece l’idea del margine, del vagare ed essere colpiti da qualcosa, del cercare una cosa e trovare un’altra, ovvero dell’inseguire, con disinvoltura, la scoperta di un’idea-forma che non si stava cercando. Ranaldi concludeva affermando con orgoglio il suo essere “a lato” delle cose, fuori quadro o fuorilegge ovvero dell’errare ai margini della realtà la quale ci appare come una pagina bianca, emblematico monumento all’assenza e al decentramento perché, in fondo, il cammino è anarchico, non descrive bensì destabilizza.
Tale visione di destabilizzazione è presente in molte opere dell’artista che ha spesso lavorato sull’equilibrio instabile degli oggetti e dei segni, intrappolati in strutture serrate e sognanti, ai margini del reale. Negli Scioperiì, in più, compare quest’idea “burlesca” e ironica della marginalità e del disimpegno che non è abbandono del racconto ma invenzione di una narrazione nuova, funzionale, caotica e vitale. Come afferma anche l’artista «… Ho deciso per il testo biblico della pagina bianca che si lascia inquinare solo da segni come folgorazioni, razzi illuminanti ai suoi margini: gli scioperìi… La frequentazione delle regioni dubbie, rischiose, del mio cervello, trappole alle quali non so sottrarmi, è l’origine degli scioperìi. Sono riverberi di pensieri resuscitati, chiedono venga risolto l’enigma che loro stessi hanno prodotto e non sanno sciogliere».
Il margine che diviene struttura e assenza di contorno è tutto da decifrare non già come enigma ma come rebus, seguendo misure, rotazioni e ritorni. È per l’artista la soluzione minimale e trasognata di armonizzare, sulla superficie pittorica, una crisi artistica di identità mettendo “in bilico” le forme e le strutture. Sintomatica risulta allora, in ordine cronologico, l’ultima opera esposta, Contenzioso, nella quale i margini di due tele vuote sono utilizzati come spazio d’azione (e di lotta) e la materia cromatica satura i bordi mostrandone la trasformazione da strutture periferiche ad elementi centrali del lavoro.
Renato Ranaldi
angolari 1973/74 – scioperii 2015 – contenzioso 2016
a cura di Bruno Corà
19 novembre – 30 dicembre 2016
Galleria Il Ponte
via di Mezzo 42/b, Firenze
Info: (+39) 055 240617
info@galleriailponte.com
www.galleriailponte.com