PARMA | PALAZZO DEL GOVERNATORE | FINO AL 24 LUGLIO 2022
di CHIARA SERRI
Variazione nella ripetizione. Gaibazzi e la scrittura nelle arti visive è la mostra che l’Associazione Remo Gaibazzi e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Parma dedicano agli ultimi quindici anni di vita e di lavoro dell’artista Remo Gaibazzi, scomparso a Parma nel 1994.
L’esposizione, che rientra in un più ampio percorso di approfondimento dell’opera del pittore e rappresenta la conclusione di un ciclo di esposizioni dedicate ai vari periodi della sua produzione, ha il grande merito (da riconoscere ai curatori Francesco Tedeschi e Andrea Piazza) di porre per un momento in secondo piano l’immagine – seppur veritiera – dell’artista profondamente legato alla sua città, politicamente impegnato e disinteressato ad allargare i propri orizzonti geografici, valorizzando invece la sua capacità di leggere il presente e le profonde assonanze con i protagonisti della scena artistica a lui contemporanea, da Roman Opalka ad Alighiero Boetti, da Gastone Novelli e Giorgio Griffa a Dadamaino, della quale è proposta un’interessante opera degli anni Novanta.
Il percorso espositivo, caratterizzato da un allestimento elegante e pulito curato da Artan Shalsi e Giorgio Mazzocchi con la collaborazione di Marco e Roberto Niccoli, si sviluppa sui due piani del Palazzo del Governatore, lungo un percorso che scandisce prima un itinerario cronologico attraverso le principali mostre di Remo Gaibazzi, allestite a Parma dal 1979 al 1993 e poi un confronto con gli altri artisti che hanno fatto uso della “scrittura”.
La parola “lavoro”, cuore e centro dell’ultima fase di Gaibazzi, viene espressa in tutte le sue declinazioni di tecniche e su tutte le superfici: sulla tela libera, sul plexiglass, sulla carta velina, in bianco, oro e argento, secondo un flusso incessante e continuo che scandisce pieni e vuoti, costruisce segni e forme, modula ciò che si osserva giocando con lo spettatore con le più semplici delle regole della percezione ottica. Tuttavia, l’opera di Gaibazzi non si esaurisce nella sola tecnica, al contrario è proprio questa ad aprire orizzonti di concetti che s’intrecciano anche con il valore politico che la parola “lavoro” vuole significare. Muovendo le superfici fra immagini e scrittura, invita a osservare con cura, a leggere con lentezza, concettualizzando nella serialità del proprio fare quell’idea che si cela dietro il lemma, metafora di sacrificio e passione, simbolo di riflessione e del lavoro operaio.
Senza disegni preliminari, l’artista lavorava su un grande tavolo, veicolando il suo mantra in tutte le direzioni, a volte simulando la libertà del gesto, altre ancora seguendo uno schema impresso nella sua mente. Una pittura/scrittura, come già detto, performativa, ritmata, capace di grande potenza e raffinatezza, di infinite sfumature di grigio e di schemi reiterati, ma anche di spirali doppie che si attorcigliano perdendosi nell’infinito, nell’infinito del pensiero umano.
Le opere esposte al secondo piano sono, invece, tutte giocate sui confronti tematici e formali: il segno come materia nelle esperienze di Novelli, la scrittura come elaborazione temporale nelle carte di Roman Opalka, ripetizione e ritmo con Castellani e Dorazio. E poi la scrittura e la sua negazione con Emilio Villa e William Xerra, la processualità del fare nel Tempo Azione di Agnetti, il colore come scrittura di Griffa e molto altro ancora. È uno spaccato, questo, affatto marginale, che ci mostra come l’artista Remo Gaibazzi non fosse solo testimone e partecipe dell’atmosfera artistica del tempo, ma anche, e in taluni casi, anticipatore degli stessi.
Come scrive Andrea Calzolari, che ci ha gentilmente accompagnato nella visita, «Se la morte non avesse interrotto la sua ricerca, Gaibazzi avrebbe continuato a lavorare proponendo qualcosa di nuovo, come del resto è attestato da tutta la sua storia che lo ha visto rinnovarsi continuamente, senza mai adagiarsi in una formula».
Variazione nella ripetizione. Gaibazzi e la scrittura nelle arti visive
A cura di Francesco Tedeschi e Andrea Piazza
21 maggio – 24 luglio 2022
Palazzo del Governatore
Piazza Giuseppe Garibaldi 19, Parma
Orari: dal martedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00, sabato e domenica orario continuato dalle 9.00 alle 19.00, chiuso lunedì. Ingresso libero
Catalogo MUP – Parma con testi di Andrea Calzolari, Francesco Tedeschi, Giorgio Zanchetti e vasta antologia critica