ROMA | Chiaroscuro Arte Contemporanea | Dal 16 ottobre 2020
Intervista a RAFFAELE GAVARRO e FRANCESCA LONGO di Francesca Di Giorgio
Dall’Accademia al mondo delle esposizioni in spazi pubblici e privati il passo non è affatto immediato e i primi ad osservare il gap tra la teoria e il banco di prova con la realtà sono spesso i docenti che seguono, dall’interno, i primi passi dei loro studenti. Un percorso accidentato che tocca in sorte anche ad altri ambiti professionali, certo, ma che nell’arte diventa letteralmente minato da tanti fattori diversi e pregiudizi che sembrano infischiarsene bellamente dei motti alla ribalta sui social in questi ultimi giorni: #artiswork, #ibeliveinartists. Già, arte è lavoro ma bisogna crederci.
«I don’t believe in art. I believe in artists» diceva Marcel Duchamp e così, Raffaele Gavarro docente di Storia e Teoria dei Nuovi Media e Francesca Longo docente di Beni Culturali e Valorizzazione beni architettonici e paesaggistici, entrambi all’Accademia di Belle Arti di Roma, lanciano RECOMENNDED una “piccola, grande nuova impresa” che suona come una sfida al sistema dell’arte giocando anche sul suono della parola che evoca il mal costume delle raccomandazioni all’italiana.
Un ciclo di mostre, tutte con protagonisti artisti e curatori giovanissimi, accolti nello spazio indipendente Chiaroscuro, a Roma. Si inizia il 16 ottobre con la personale di Vito Gara (nato a Putignano (BA) nel 1992 e residente a Roma), a cura di Fabiola Fiocco (nata a Colleferro (RM) nel 1993 e residente a Roma).
«Vito Gara presenterà un’installazione ambientale e sonora dal titolo Io perdo colore (2020), che consiste in una lavatrice nella quale l’artista ha inserito alcuni dei propri indumenti, e di una teca in plexiglass montata a parete e collegata a ciclo chiuso con lo scarico della lavatrice. I ripetuti e continui lavaggi decolorano gli indumenti rendendo di contro l’acqua sempre più colorata. Io perdo colore diviene così un autoritratto atipico che trascende la rappresentazione per farsi essenza».
Già definiti anche i prossimi sette step della programmazione di mostre personali fino a giugno 2021…
Da quali precise riflessioni nasce il vostro progetto?
Raffaele Gavarro e Francesca Longo: Proprio da quello che hai citato tu, e cioè dal fatto che non sia immediato il passaggio dall’Accademia alle attività espositive. Sappiamo tutti che molto spesso questo passaggio dal mondo della formazione a quello professionale è un ostacolo che diventa definitivo, e soprattutto in Italia. Abbiamo dunque pensato di creare una piccola eccezione, una situazione nella quale questa cosa fosse possibile e solo in conseguenza alla qualità della propria ricerca, ancorché alle battute iniziali.
Lavorando a contatto tutti i giorni con chi vuol vivere l’arte sul piano professionale quali sono le maggiori criticità che riscontrate dal dialogo con i vostri studenti?
R.G. e F.L.: Come per tutti gli studenti dell’ambito umanistico, e soprattutto ovviamente per quello artistico, la difficoltà maggiore è quella di individuare le regole e capire la meccanica del sistema. L’arte non può certo essere un ambito professionale regolato come quello dei commercialisti, ma la totale deregulation è altrettanto micidiale.
Chi sostiene RECOMMENDED a livello teorico e pratico? Che tipo di collaborazioni pensate di instaurare?
R.G. e F.L.: Nessun sostegno esterno. Abbiamo stipulato dei protocolli con le accademie per gli stagisti, e lo faremo anche con le università. Ma questo è tutto. Almeno per il momento. Avremo invece collaborazioni con spazi non-profit e situazioni analoghe alla nostra. Anche se speriamo che tra il nostro pubblico ci saranno galleristi, collezionisti e curatori, curiosi di vedere e ascoltare, e che potranno sostenere il futuro professionale di chi esporrà a Chiaroscuro.
Parlateci degli artisti e dei curatori scelti per il lancio di questo nuovo progetto…
R.G. e F.L.: Li abbiamo selezionati in base a conoscenze personali, perché nostri allievi, e di altri colleghi dell’ABA e della Rufa, che ringraziamo molto. Abbiamo ricevuto molti portfolio e abbiamo scelto quelli che ritenevamo più interessanti. Lavorano tutti con linguaggi diversi, dall’installazione, al video, al disegno, alla pittura. Abbiamo poi chiesto agli stessi artisti di scegliere i giovani curatori con i quali collaborare, aiutandoli con dei contatti quando era necessario.
Questo progetto fa riflettere indirettamente anche sul ruolo delle gallerie d’arte contemporanea in Italia e su una inversione di tendenza che dal dialogo con gli artisti emerge sempre di più. La promozione del proprio lavoro oggi passa anche attraverso canali diversi e soprattutto le gallerie private sono viste con un certo senso di sfiducia da parte dei giovani. Cosa “raccomandate” a chi dovrebbe avere il ruolo di sostegno e di promozione delle nuove leve del contemporaneo in Italia?
R.G.: Come sai ho lavorato molto nel corso degli anni con le gallerie, che sono il primo e fondamentale motore di tutto l’ambito espositivo. Il luogo dove gli artisti, giovani e meno giovani, entrano in contatto ravvicinato con il pubblico mettendosi alla prova, trovando sostegno teorico ma anche pratico, grazie a quei collezionisti che si appassionano al loro lavoro. Cerco di spiegare ai miei allievi che se pure qualche diffidenza è legittima, è chiaro che le gallerie reali, analogiche, non potranno mai essere sostituite del tutto da quelle digitali. L’arte non va solo vista direttamente, ma va anche vissuta concretamente. Poi, come in tutte le cose, c’è chi fa bene il proprio lavoro e chi no. Basta avere la fortuna d’incontrare il primo tipo di persone, ma anche di cercarle, e di avere la prontezza e la lucidità di allontanarsi dalle seconde.
RECOMMENDED
Un ciclo di mostre ideato e coordinato da Francesca Longo e Raffaele Gavarro
RECOMMENDED #1
Vito Gara. Io perdo colore
a cura di Fabiola Fiocco
16 ottobre – 31 ottobre 2020
Inaugurazione venerdì 16 ottobre dalle ore 18.00
Chiaroscuro Arte Contemporanea
via di Sant’Antonio all’Esquilino 3/E, Roma
Orari: martedì-sabato dalle 16.00 alle 19.00
Tutte le attività pubbliche saranno svolte nel rispetto del divieto di assembramento di cui all’articolo 1, comma 8, primo periodo, del decreto-legge 16 maggio 2020, n°33, e alla distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, uso di mascherina obbligatorio, misurazione temperatura corporea e igienizzazione delle mani.
In programma:
RECOMMENDED #2 Amedeo Longo 12 nov|28 nov 2020
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