MILANO | Palazzo Reale | 9 aprile – 4 settembre 2016
di ALBERTO MATTIA MARTINI
Se dovessi delineare in poche parole il lavoro dello Studio Azzurro, mi sentirei di esplicarlo in: “rapporto di scambio con il fruitore e lo spazio“.
Un lavoro che dura da più di trent’anni, esattamente dal 1982, se vogliamo pionieristico in ambito tecnologico, nel quale il video diviene spesso dominatore della scena. Non poteva non essere Milano e Palazzo Reale, a rendere omaggio al collettivo milanese, sovrani del linguaggio che utilizza i nuovi media: un importante laboratorio di ricerca, che ha sempre saputo rinnovare e sperimentare, in grado di ridisegnare i confini dell’arte contemporanea, di costruire una nuova relazione con il pubblico e che va oltre le tradizionali divisioni tra arte, performance e tecnologia.
La retrospettiva porta il nome Immagini sensibili, come sensibili, ma anche molto determinati, si sono sempre rivelati i tre fondatori di Studio Azzurro: Paolo Rosa, Fabio Cirifino e Leonardo Sangiorgi.
La loro storia è molto produttiva, infatti sono circa sessanta i lavori prodotti tra videoinstallazioni e video ambienti, ventuno spettacoli teatrali, circa venti mostre e sei film.
La mostra di Milano quindi cerca di sintetizzare l’attività dei videoartisti raccogliendo e selezionando una serie di videoambienti, di video installazioni e di ambienti sensibili, intervallati da sale in cui è esposta la documentazione di tutti i lavori, quasi impossibile da esporre nella sua totalità.
Il senso del lavoro di Studio Azzurro lo riassumono perfettamente loro stessi, nel testo in catalogo: «I nostri sguardi ci si precipitarono dentro, e noi con loro. Con l’idea che se da quel momento le immagini elettroniche avevano invaso il nostro mondo, la nostra realtà, la nostra vita, noi, attraverso quella finestra avremmo potuto invadere quell’universo di luce e provare a capirne la natura, cimentando la nostra creatività per scoprirne la poesia. Dispiegando le vele delle immagini, il viaggio ebbe inizio. Esplorando, in principio, lo stesso oceano su cui galleggiava la nostra nave – provammo, poi, a pensare a destinazioni più precise che ci portarono inevitabilmente fuori dalle rotte normalmente praticate dal mercato dell’arte».
Una ricerca che negli anni è divenuta anche sociale, ed in un certo senso politica, in quanto coinvolgente spesso persone comuni, dando voce a chi solitamente non ne ha. Un collettivo allargato che con il trascorrere degli anni, ha vissuto molti cambiamenti al proprio interno, con collaboratori che mutano, si trasformano, nelle esperienze, nella novità delle competenze, che sono necessarie per affrontare i mutamenti della contemporaneità.
Il dato rivoluzionario sia di Prologo del 1985 che de La camera astratta del 1987 segnalavano già nella metà degli anni ‘80, il rovesciamento di un paradigma: le tecnologie audio-visuali elettroniche non riconducono alla riproducibilità, come quelle cinematografiche, quanto esaltano il qui e ora che è il tratto specifico dello spettacolo teatrale.
Nella mostra sono messe in risalto le linee estetiche e concettuali che hanno guidato negli anni la ricerca di Studio Azzurro; infatti l’utilizzo della tecnologia non è impiegata come spettacolarizzazione, al contrario viene impiegata con il senso della sperimentazione del concetto, dell’Idea.
La nota opera Il Nuotatore del 1984 o Il giardino delle cose del 1992 toccano invece il lato più sensibile, inteso come riflessione, un viaggio all’interno della genesi dell’immagine, qui rallentata nel suo scorrere, proprio per dare la possibilità a chi osserva di assistere a come nasce un’immagine.
Alle opere storiche si affianca una nuova installazione interattiva, dal titolo Miracolo a Milano, progettata appositamente per questa occasione come omaggio alla città: l’opera inedita si inserisce nella serie dei Portatori di Storie, un format ideato da Studio Azzurro, frutto di vent’anni anni di ricerca tecnologica e antropologica, con l’intento di raccontare un territorio e le persone che lo abitano.
Miracolo a Milano è un’opera pensata per rendere la Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale un luogo di narrazione e di partecipazione: un grande affresco virtuale, ispirato alla scena finale del film di Vittorio De Sica, che rappresenta, in chiave di sogno, le povertà e le emarginazioni vecchie e nuove.
Studio Azzurro. Immagini sensibili
a cura di Studio Azzurro
9 aprile – 4 settembre 2016
Palazzo Reale, Milano
Info: +39 02 88445181
c.mostre@comune.milano.it
www.palazzorealemilano.it
www.studioazzurro.com