FIRENZE | Palazzo Strozzi, Strozzina | 20 ottobre 2017 – 21 gennaio 2018
di ALESSANDRA FROSINI
A 50 anni dalla loro nascita e diffusione (1966-1976), Firenze torna a parlare del fenomeno dell’architettura radicale e dei suoi gruppi ed esponenti – Archizoom, Remo Buti, Gianni Pettena, Superstudio, UFO, 9999, Zziggurat – riuniti insieme per la prima volta nella mostra Utopie Radicali alla Strozzina di Palazzo Strozzi. Un viaggio negli anni d’oro di una Firenze che, appena dopo essere stata toccata dalla tragedia dell’alluvione, diventa una delle sedi del recepimento delle nuove istanze culturali, in un clima generale di forte rinnovamento in ambito sociale, politico e filosofico a livello internazionale.
Gli “Italian radicals”, nati principalmente nell’alveo della facoltà di Architettura di Firenze sotto Ricci e Savioli, furono portatori di una “radicalità” d’impostazione concettuale e ideale, dettata dalla profonda necessità di riformare il concetto stesso di architettura, per “liberare l’individuo, modificare l’ambiente, intervenire nella materia stessa della realtà, plasmandone nuove prassi creative”. Istanze etiche e sociali che portarono ad uno sconfinamento deciso nelle arti visive.
Dal design per gli interni agli spazi urbani, con performance ed happening, nella mostra viene ben documentato il clima comune e le differenze fra i vari gruppi e personalità, partendo dalla fascinazione del fenomeno Pop (Biennale di Venezia del ’64) e del Situazionismo, e procedendo per sezioni tematiche che restituiscono la vitalità e complessità del movimento radicale, attraverso i continui intrecci fra arte, design e architettura. Un caleidoscopico mondo interdisciplinare che irrompe, attraverso opere irriverenti e sarcastiche, in progetti e interpretazioni utopiche della realtà, che utilizzano la componente ludica come strumento dissacratorio e l’ironia come mezzo conoscitivo del mondo e della società.
Dalle grandi strutture gonfiabili Urboeffimeri (“eventi di disturbo dei miti e dei riti socio-urbani architettonici”) degli UFO del 1968, utilizzate per happening dissacratori nel centro storico di Firenze, ai progetti utopici del Superstudio (Architettura interplanetaria. Autostrada terra luna, 1970-’71), alle città ideali di Zziggurat (La città lineare per Santa Croce, 1969), fino ai progetti di design d’interni di Archizoom (Safari, 1968), solo per citare alcune presenze in mostra, quello che caratterizza questa immersione “radicale” è l’apertura al sogno e alle utopie (e iper-topie) come base per cambiare il punto di vista ben oltre l’architettura, immettendo la vita e la creatività come elemento fondamentale del progetto ideativo. Radicale è del resto ciò che attiene alle radici di qualcosa e, allo stesso tempo, è ciò che riconfigura drasticamente quel qualcosa. Che s’intenda dunque l’architettura radicale come esercizio di critica politica oppure come modo per testare i limiti dell’architettura, è indubbio che si è “radicali per sempre”.
Utopie Radicali
Oltre l’architettura: Firenze 1966-1976
A cura di Pino Brugellis, Gianni Pettena e Alberto Salvadori
20 ottobre 2017 – 21 gennaio 2018
Palazzo Strozzi, Strozzina
Piazza Strozzi, Firenze
Orari: tutti i giorni 12.00-20.00
giovedì 12.00-23.00
Info:
Tel +39 055 2645155
info@palazzostrozzi.org
www.palazzostrozzi.org