L’Avana Vecchia, Cuba | Centro d’Arte Contemporanea Wilfredo Lam
11 maggio – 11 giugno 2012
Intervista a FLAVIO FAVELLI di Daniela Trincia
Il 23 aprile hanno inziato la loro residenza cubana per l’undicesima edizione della Biennale de L’Avana. A pochi giorni dalla chiusura della manifestazione ci siamo fatti raccontare dai protagonisti del Padiglione Italia la propria esperienza in città…
Come hai accolto l’invito di Raffaele Gavarro alla partecipazione della Biennale de L’Avana?
Sono un mercenario, dove mi chiamano vado, l’importante è che non mi impongano prima cosa fare. Ho detto “bene, partiamo” ho messo in valigia qualche numero di Cuba Internacional – audace rivista degli anni 70 che assembla arte, politica, cultura, rivoluzione e architettura in un colpo solo – per prepararmi al luogo e via.
Il lavoro presentato, è stato appositamente pensato la Biennale?
Sì, come del resto il mondo dell’arte comanda. D’altra parte credo di essere stato invitato per questo, penso di poter riuscire a manipolare gli oggetti e i significati del luogo per trasformarli in una mia opera. Pezzi di Cuba diventano mie opere che dialogo fra il paese e l’occidente (o l’Italia). L’arte oggi vuole questo, vuole dialogare, vuole il confronto, vuole il site specific. Sembrerebbe che, invece, il cibo, grande attore di questi tempi, segua un pecorso quasi in inverso… il discorso è complesso. Io comunque cerco di riportare sempre tutto al mio… gusto (una volta si diceva poetica). Ho amato sempre le lattine, fin da bambino facevo la raccolta, forse contrapponevo il mondo delle marche con tutti quei colori smaglianti al mondo che mi proponeva la scuola e la famiglia. Sono andato subito ad un supermercato de L’Avana (La Epoca) a prendere lattine. La stella rossa del Che è uguale a quella della San Pellegrino e dell’Heineken…
Com’è stata la residenza? E il rapporto con gli altri artisti?
Non semplice: L’Avana è un piacevole e seducente girone degli inferi, con 35 gradi Celsius, tanti suoni e molto rumore oltre il limite della mia supportazione.
Il rapporto con gli altri artisti direi collaborativo. L’ultima sera Valerio RO ha fatto una domanda del tipo “qualche cosa che avresti voluto fare?” Forse abbiamo trattenuto qualche lacrima, quella sera poi il vento dal Malecon mi ha suggerito un pensiero spontaneo: i cubani andranno in paradiso, si sono sacrificati per noi, per farci vedere quello che abbiamo perduto. Lo credo davvero.
Quale arricchimento culturale, emotivo e artistico ne hai ricavato?
Tirando le somme al ritorno sul vecchio Jumbo dell’Air France ho pensato che, nonostante qualche lezione che ci ha dato Cuba, per il fatto di essere occidentale sono più ricco materialmente, non so se spiritualmente, ma alla voce libertà la differenza è evidente. L’architettura de L’Avana è un mondo a parte di una bellezza a volte sinistra, a volte devastante. E disorienta: Kiki lo scriba che ha fatto la mia opera con l’inchiostro alla trementina mi ha chiesto “E Celentano?”. Cuba rimane l’unico luogo dove il portiere di un albergo di lusso mi ha aperto la porta con maggiore slancio per via del mio cappello militare.
Qual è la cosa che più ti ha colpito della Biennale?
Anche se il contesto la fa da padrone, l’impressione è che il paese sia ancora per conto suo, mentre la Biennale è sulla buona strada della globalizzazione. Quando, poi, ho visto l’addetto sicurezza vestito come quello del Peter Pan di Riccione alla festa di un famoso artista cubano allora ho pensato che le cose andassero nel verso giusto… Comunque un custode dello spazio della nostra mostra alla Galeria Galiano dormiva lì. C’erano le opere, i pc, i proiettori e non si poteva lasciare il luogo incustodito e lui stava sempre lì, alla sera arrivava la moglie e la bambina, cenavano insieme sulla scrivania all’entrata e poi spegnevano la luce: forse a Cuba non c’è bisogno del sindacato. Todo por la revolucion!
BIENNALE DE L’AVANA 2012
Undicesima edizione
Pràcticas artisticàs e imaginarios sociales
Centro d’Arte Contemporanea Wilfredo Lam
San Ignacio 22, esq. a Empedrado, Plaza de la Catedral
L’Avana Vecchia, Cuba
11 maggio – 11 giugno 2012