LODI | Platea | Palazzo Galeano | 10 marzo – 10 maggio 2023
di NICOLETTA BIGLIETTI
Istantaneità e processualità. Natura e artificio. Tempo e spazio. Tali sono i principali binomi intrinsecamente connessi all’opera Play di Rä di Martino, artista di caratura internazionale che è protagonista della terza edizione del palinsesto espositivo di Platea, nella splendida cornice di Palazzo Galeano a Lodi.
Definita dal direttore artistico Carlo Orsini come “un’artista intermediale”, Di Martino intende dare forma ad una fusione capillare fra i diversi linguaggi artistici – ad esempio fotografie e video – con i quali analizza il rapporto che intercorre tra la cultura “bassa” e le dinamiche private e mentali dell’individuo contemporaneo. In tale ambito elevata è l’attenzione posta all’esplicazione di “storie in divenire”: narrazioni che – illustrando e “illuminando” il vivere odierno – svelano i meccanismi che il potere manipolatorio del cinema e della televisione hanno sull’inconscio umano.
Nell’installazione presentata per la vetrina di Platea è tuttavia assente il racconto inteso in senso “concreto”: di esso permangono gli “strumenti” necessari alla sua creazione, ovvero materiali utilizzati in ambito cinematografico come stativi, luci colorate e pellicole, che – dapprima decontestualizzati – si elevano poi al ruolo di opera stessa.
Gene Youngblood – critico cinematografico e saggista statunitense citato da Orsini – afferma: “Il cinema – come la vita – è un processo in divenire: una continua tensione storica dell’uomo a manifestare la sua coscienza all’esterno della sua mente e di fronte ai suoi occhi”. Ed è esattamente tale l’immagine che appare dinnanzi al nostro sguardo quand’esso contempla l’opera di Rä di Martino. Mediante la riproposizione di un tramonto/alba, Play ricrea l’atmosfera di una “storia che si sta raccontando” e non della storia stessa; una processualità in continua trasformazione che pone in relazione lo sguardo al pensiero.
Se secondo il filosofo francese Gilles Deleuze gli autori pensano con immagini-tempo e immagini-movimento anziché con dei “concetti”, ciò che si configura nella vetrina di Platea è la creazione di un innesto contemplativo generato dall’artificio di una naturalità di base.
Ed è proprio nella rinegoziazione del rapporto natura e artificio che si confonde la percezione di naturalità dei colori, realizzati con materiali specificatamente cinematografici, e di strumenti ad uso illuministico nei set, per creare una specifica atmosfera fotografica.
Ecco, dunque, che di fronte all’osservatore si concretizza un evento atmosferico estetizzante, ma artificiale, che aggancia un desiderio di contemplazione con lo svolgimento dell’attività quotidiana.
Ciò che prende forma a Platea è “un incidente di sguardo”, che definisce in sé – come affermato da Orsini – il paradosso del desiderio estetico: “desiderare che il proprio desiderio rimanga insoddisfatto – per così dire – che rimanga vivo come desiderio, in un tramonto istantaneo ed eterno”.
“Play”. Rä di Martino
a cura di Benedetta Monti e Niccolò Giacomazzi
in collaborazione con Galleria Valentina Bonomo, Roma
governance: Claudia Ferrari, Presidente; Laura Ferrari, Vicepresidente; Carlo Orsini, Direttore Artistico; Luca Bucci, Progettista
con il patrocinio di Città di Lodi
con il sostegno di Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi Onlus
main partner Ferrari Giovanni Industria Casearia Spa, Consorzio Tutela Grana Padano
in-kind partner Solux Led Lighting Technology; Verspieren Broker di Assicurazione
10 marzo – 10 maggio 2023
Progetto espositivo in 4 episodi a seguire gli artisti selezionati da Rä di Martino con i curatori:
Valerio D’Angelo (1993)
Martina Cioffi (1991)
Vittorio Zeppillo (1998)
Camilla Gurgone (1997)
Platea | Palazzo Galeano
Corso Umberto I 50, Lodi
Info: info@platea.gallery
www.platea.gallery