TORINO | MUSEO NAZIONALE DELLA MONTAGNA | Fino all’8 novembre 2020
di VALENTINA VAROLI
Che cos’è un archivio? E come può essere fruito? Generalmente l’archivio viene percepito dal senso comune come un luogo angusto e stantio dove i documenti si stratificano insieme alle dita di polvere. Chi si potrà incontrare in un archivio se non qualche logoro archivista o qualche vecchio studioso?
L’archivio – di qualsiasi natura esso sia – vive vincolato a questo cliché ma il mondo dell’arte contemporanea rivolge sempre più spesso la propria attenzione a questi spazi, eleggendoli a luoghi di ricerca artistica.
La mostra Qui c’è un mondo fantastico, allestita nelle sale espositive del Museo Nazionale della Montagna, si propone di scardinare questo stereotipo chiedendo a quattro artisti – selezionati tramite open call – di lavorare sulle proprie collezioni. In questo modo, l’archivio si configura come spazio di ricerca aperto a nuovi significati e significazioni, luogo di incontro inaspettato che apre a una vera e propria avventura dello sguardo.
Gli artisti coinvolti – Marina Caneve, Vittorio Mortarotti, Laura Pugno, Davide Tranchina – rileggono le collezioni del museo e riflettono sulla loro personale idea di montagna, indagando gli stereotipi visivi che la caratterizzano e cercando di offrirne nuove interpretazioni.
Ciascun artista ha quindi scelto una linea di ricerca personale, seguendo un proprio peculiare processo di appropriazione.
Marina Caneve ragiona sull’idea stessa di montagna e sui meccanismi visivi coi quali ne costruiamo la memoria culturale. L’artista sviluppa la sua ricerca attorno a una montagna-simbolo, il Cervino, e tesse una narrazione di dettagli e frammenti capace di interrogare il processo stesso della visione e la rappresentazione ideale dei luoghi.
Vittorio Mortarotti sovverte l’idea di montagna come ambiente inaccessibile, mostrandola come luogo di passaggio. La montagna di Vittorio Mortarotti non è una barriera invalicabile ma un confine da oltrepassare, un spazio in cui l’uomo lascia costantemente segni e tracce della propria vita.
Laura Pugno analizza il tema del paesaggio indagando la dualità geografica e topografica del Cervino/Matterhorn (versante italiano e versante svizzero) e mostrando la diversa fortuna iconografica e pubblicitaria dei due versanti.
Davide Tranchina lavora sulla metafisica della montagna, sviluppando il tema dell’ascensione come porta sul mondo interiore dell’alpinista. Le immagini offrono una rielaborazione visiva dei sentimenti che precedono la salita: la visione, il sogno, il desiderio di infinito danno corpo alla sua ricerca, svolta in particolare sui materiali dell’Archivio Bonatti.
La mostra, attraverso il confronto tra materiali d’archivio e opere site specific, mette in scena un mondo fantastico: quello scaturito dalla rielaborazione degli sguardi degli artisti che affrontano l’archivio come laboratorio, come materia viva di riflessione, di dialogo e di incontro, offrendone riletture immaginifiche e inaspettate.
Qui c’è un mondo fantastico riflette su molteplici visioni stereotipate, tentando di volta in volta di ribaltarle: dal cliché dell’archivio come luogo asfittico ai luoghi comuni legati alla montagna, non semplice luogo ameno e bucolico, ma ambiente multiforme, aperto a molteplici contraddizioni, conflitti, complessità.
Qui c’è un mondo fantastico
Sguardi contemporanei sugli archivi del Museomontagna
Marina Caneve, Vittorio Mortarotti, Laura Pugno e Davide Tranchina
a cura di Veronica Lisino e Giangavino Pazzola
26 maggio – 8 novembre 2020
Museo Nazionale della Montagna
Piazzale Monte dei Cappuccini 7, Torino
Info: +39 011 6604104
stampa.pr@museomontagna.org
www.museomontagna.org