BORGO DI COLLE AMENO (Sasso Marconi) | Villa Davia | Fino al 24 maggio 2025
di FRANCESCO LIGGIERI
Sentite anche voi questo ronzio? Non è il frigo, tranquilli. È l’eco, un’onda lunga partita da Villa Griffone, quel posto magico appena dietro l’angolo dove un certo Guglielmo, con la barba e un’intuizione che spaccava il secolo, ha deciso che le onde potevano fare più che infrangersi sulla spiaggia. Centocinquant’anni, mica noccioline. E noi, qui a Villa Davia, un gioiellino settecentesco incastonato nel Borgo di Colle Ameno – un nome che suona quasi come una promessa di pace, no? – ci ritroviamo a frugare in questo lascito, nel bel mezzo di una rassegna che ha viaggiato nel tempo e nello spazio.
CLOSER, il titolo. Non una semplice mostra, ma il culmine di un’indagine artistica diffusa, iniziata nel maggio del 2024, che ha preso a cuore il 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi come pretesto – o meglio, come scintilla – per esplorare le pieghe delle nostre relazioni contemporanee, il modo in cui la tecnologia e la rete plasmano la nostra comunicazione. L’anima pulsante di questo progetto è Adiacenze, uno spazio curatoriale con base a Bologna, ma con antenne che captano fermenti creativi fino a New York e Stoccolma. La loro missione? Sostenere quegli artisti che sentono l’urgenza di interpretare il nostro presente liquido, di dare forma alle domande che spesso restano sospese tra uno scroll e l’altro.

Enej Gala, One in, one out, 2025 e Ear to mouth, mouth to ear, 2025; sullo sfondo: trasmettitore Tex 20 – RVR, antenna dipolo – Falcotel parte di Radio Solaire, 2025 di Federico Bacci, Massimo Carozzi, Francesco Eppesteingher, Giorgio Lolli. Veduta della mostra CLOSER, Villa Davia, foto di Giorgia Tronconi, courtesy Adiacenze
E Villa Davia, con le sue mura cariche di storie silenziose, con quel suo fascino un po’ fuori dal tempo, diventa il teatro perfetto per questo incontro tra l’eco delle intuizioni di Marconi e le vibrazioni del mondo digitale di oggi. Un luogo scelto non a caso, nel cuore di Sasso Marconi, quasi a voler chiudere un cerchio ideale con la figura del pioniere delle telecomunicazioni.
Amerigo Mariotti e Giorgia Tronconi, la coppia di curatori che guida Adiacenze, hanno concepito CLOSER come un percorso stratificato, un dialogo tra opere preesistenti e nuove produzioni artistiche, arricchito anche da momenti laboratoriali che hanno preceduto questa tappa finale. Al loro fianco, in questa avventura, troviamo Iside Calcagnile di Spazio Relativo e Moe Yoshida di Studio Yoshida, due artiste che vivono e lavorano proprio in questi spazi, portando una prospettiva interna, quasi intima, al progetto curatoriale.
Un approccio che sottolinea l‘importanza del contesto, del luogo, come elemento attivo nella fruizione dell’arte.

Antonello Ghezzi, Shooting Stars, 2025. Veduta della mostra CLOSER, Villa Davia, foto di Giorgia Tronconi, courtesy Adiacenze
Gli artisti che animano CLOSER – Federico Bacci, Massimo Carozzi, Francesco Eppesteigher, Giorgio Lolli, Nicola Facchini, Giuseppe De Benedittis, Enej Gala, Antonello Ghezzi, Gianlorenzo Nardi, Katarina Sylvan – non si limitano a illustrare il rapporto tra arte e tecnologia. Lo vivisezionano, lo mettono in discussione, ne evidenziano le ambiguità. C’è chi indaga le dinamiche del suono nell’era digitale, chi riflette sulla frammentazione dell’identità online, chi trasforma un momento sportivo in una coreografia della sconfitta, come le sorelle Kroon con il loro studio sul tempo e la comunicazione interrotta. Gianlorenzo Nardi, nei suoi video ci invita a rallentare, a cercare tracce di senso nell’apparente assenza, in un mondo saturo di stimoli.

Gianlorenzo Nardi, Attesa a porto di mare, 2025. Veduta della mostra CLOSER, Villa Davia, foto di Giorgia Tronconi, courtesy Adiacenze
Adiacenze, con la sua attività decennale, non è nuovo a queste operazioni di confine. Nato nel 2010, questo spazio curatoriale ha saputo tessere una fitta rete di collaborazioni a livello nazionale e internazionale, dimostrando una vivace attenzione per la scena emergente e mid-career. I loro programmi di residenza, come “Prospettive” e “SWAP”, testimoniano un impegno concreto nel sostenere la creatività e lo scambio culturale. E la loro presenza costante nel tessuto culturale bolognese, con la curatela del programma espositivo della Casa della Cultura “Italo Calvino” a Calderara di Reno, ne fa un attore dinamico e propositivo.
CLOSER a Villa Davia è dunque un invito a fermarsi, a disconnettersi per un attimo dal flusso incessante di notifiche e a immergersi in uno spazio di riflessione. Un’occasione per riconsiderare il significato di “connessione” in un’epoca in cui siamo costantemente raggiungibili, ma forse sempre più distanti. Un’opportunità per ascoltare quel ronzio di fondo, quella vibrazione che lega il passato visionario di Marconi al nostro presente incerto.

Federico Bacci, Massimo Carozzi, Francesco Eppesteingher, Giorgio Lolli, Radio Solaire, 2025. Veduta della mostra CLOSER, Villa Davia, foto di Giorgia Tronconi, courtesy Adiacenze
La mostra vi aspetta dal 5 aprile al 24 maggio 2025 a Villa Davia, nel suggestivo Borgo di Colle Ameno a Sasso Marconi. Andateci. Lasciatevi interrogare dalle opere, dalle storie che sussurrano tra le antiche mura. E magari, per una volta, uscendo, dimenticatevi per un po’ di essere “online”. Chissà quali nuove onde potrete intercettare.
Con il contributo di Fondazione Carisbo
Con il patrocinio di Comitato Nazionale Marconi 150 e Fondazione Guglielmo Marconi