MILANO | Dimora Artica | 20 maggio – 11 giugno 2016
La personale di Diego Soldà intitolata Spazio utile, proposta nello spazio di Dimora Artica a Milano, diventa occasione preziosa per ammirare i contenuti della ricerca del giovane artista veneto che ha fatto del colore uno strumento sollecitato (da forze e contingenze invisibili) e sollecitante (i meccanismi della visione).
La sua pittura, infatti, non si limita a svolgersi secondo le classiche regole di pennello e tela, ma la materialità concreta del colore, stratificato, accumulato e addensato, viene messa alla prova con sezionamenti, tagli, fratture, spaccature che ne evidenziano la lenta deposizione, strato dopo strato, nel tempo. Caso e controllo sono i due gradienti opposti che rendono tangibile l’esperienza artistica di Soldà, il quale sembra non solo voler consegnare allo sguardo e all’ammirazione del pubblico il valore estetico delle sue opere, ma ci introduce anche nel pieno di un’analisi di tipo fisico-chimico, secondo la verifica di processi veri che danno e mettono in evidenza altri aspetti della realtà che vanno oltre la dimensione stessa dell’opera d’arte.
Come ogni progetto dell’artista, accanto ad opere “tradizionali” collocate nel luogo in cui opera, e che raccontano il suo percorso di ricerca incuriosendo per la loro anticonvenzionalità, troviamo anche interventi pensati appositamente per l’ambiente che li ospita: in quest’occasione presenta, infatti, un lavoro composto da due teche in vetro fissate e sigillate contro il muro con un lato aperto che permette all’acqua che le riempie, in cui sono stati sciolti dei pigmenti di colore diversi, di toccare direttamente la parete del muro.
Sono, infatti, le micro fessurazioni, i ritocchi, le stuccature, le difformità e le fragilità della superficie intonacata a determinare il grado e la velocità di assorbimento del liquido nella parete, l’intero processo, alla fine, lascia una traccia sindonica di colore impressa sul muro.
Nella sua ricerca ad essere messe in evidenza sono, oltre alle componenti strutturali del tessuto e della scrittura cromatica, e le loro tensioni interne, anche altre dimensioni che esulano dall’opera come lo spazio e il tempo: ogni intervento dell’artista intercetta le dinamiche ambientali che si traducono in una relazione intensa con il luogo, le cui dinamiche e forze si intrecciano con l’esperienza del lavoro creando un unicum sempre nuovo e inatteso. La massa concreta e fisica delle opere di Soldà, con l’imponente solidità di leggera poesia che le connota, determina uno spostamento percettivo che, dall’esperienza interna all’opera, si allarga, comprendendola, a quella del mondo esterno, a quanto la circonda.
Il tempo si prefigura quale elemento necessario alla creazione dell’opera, un tempo fatto di azione ed attese, di paziente e ripetuta gestualità, atti che confermano la perfezione formale della ritualità esecutiva dell’artista, ma anche mettono in luce l’autonomia, imposta e assunta, dalla fisicità del colore. Il tempo che occorre a de-scrivere la sedimentazione cromatica si lega saldamente al tempo che si nutre di attesa per metterne in luce la libertà stessa della sua natura.
L’originalità messa in atto da Diego Soldà racconta, con discrezione e senza eccessi, la caparbia tensione emotiva dell’artista il cui lavoro, opera dopo opera, afferma la qualità di un pensiero, ricercato e sottile, maturato nell’autarchia della propria prassi, che sa ritrovare oggi, nella pittura, nuovi valori.
Diego Soldà. Spazio Utile
a cura di Andrea Lacarpia
in collaborazione con Galleria Arrivada
20 maggio – 11 giugno 2016
Dimora Artica
via Matteo Maria Boiardo 11, Milano
Orari: visite su appuntamento
Info: +39 380 5245917
dimoraartica@gmail.com
www.dimoraartica.com