VENEZIA | Teatro La Fenice | 26 luglio – 6 agosto 2017
di ALESSANDRO TRABUCCO
In una cornice suggestiva e prestigiosa come quella del Teatro La Fenice di Venezia è andata in scena FENIX DNA, opera sperimentale di Fabrizio Plessi, storico protagonista dell’arte italiana di livello internazionale, realizzata su commissione della Fondazione Teatro La Fenice e con il contributo fondamentale di Generali Italia.
Una sorta di opera d’arte totale dove musica, performance, video, installazione e light design si sono intrecciate nella realizzazione di uno spettacolo dal grande impatto emozionale nella serata di preview del 25 luglio (fino al 6 agosto ogni sera alle 19.00 una performance live per vivere un’esperienza totalmente immersiva di musica, luci e colori, ndr).
Non solo cornice ma anche protagonista, il teatro stesso, un “metateatro” (definizione dell’artista), come messa in scena della propria anima, rappresentata da duecento calchi originali in negativo utilizzati per la ricostruzione delle decorazioni dopo gli incendi che in passato l’hanno completamente distrutto.
Questi gessi, singolarmente chiusi in gabbie di legno, sono stati rinvenuti da Plessi in un deposito di Marghera che custodisce anche le scenografie del teatro, decidendo di prelevarli e installarli in platea, in un labirintico percorso verso la rinascita dalle proprie ceneri.
La sera della prima assoluta mondiale dello spettacolo, il 25 luglio, alla presenza dell’artista, si è assistito ad un evento di grande importanza simbolica, coinvolgendo il pubblico in un’esperienza sensoriale immersiva e globale.
Il mezzosoprano Francesca Gerbasi si è mossa lentamente nel percorso labirintico in platea raggiungendo il palco intonando vocalizzi su musiche del compositore Giovanni Sparano. Alle sue spalle alcuni video proiettati hanno rievocato quegli elementi naturali che hanno segnato e segnano il destino del teatro e della città lagunare, il fuoco e l’acqua, inondando di luce tutta la struttura interna.
Il pubblico, collocato all’interno dei palchi laterali, ha assistito ad un metaforico incendio del teatro, poi ad un’immersione subacquea, grazie agli effetti luminosi creati dal light designer Fabio Barettin, mentre il video riproduceva con questi elementi dapprima una forma circolare, poi fiamme e inondazioni acquatiche, sino ad una gigantesca scritta DNA, come struttura genetica del teatro e della città.
Un finale a sorpresa: sulle musiche dell’aria “Lascia che io pianga” di Georg Friedrich Händel, intonata dal mezzosoprano con l’accompagnamento dal vivo del Pourquoi-Pas Ensemble diretto da Alvise Zambon, si conclude lo spettacolo con fulmini proiettati proprio in direzione della cantante, posizionata al centro del palco. Una sorta di celebrazione catartica dell’avvenuta rinascita del teatro, lasciando come eredità sul pubblico una forte e contrastante sensazione di riconciliazione del Teatro La Fenice con il proprio destino.
Una nota in calce: la durata temporale dello spettacolo, di circa 50 minuti, non è stata minimamente percepita dal pubblico, scivolando fluida senza accenni di affaticamento o pesantezza. Quando l’arte riesce veramente a congelare un lasso di tempo in un attimo e a trasportare verso nuove dimensioni.
Fabrizio Plessi. Fenix DNA
26 luglio – 6 agosto 2017
Teatro La Fenice, Venezia
Orari: dal martedì alla domenica dalle ore 10.00 alle 17.30 – live performance ore 19.00
Info: www.teatrolafenice.it