MILANO | Palazzo Reale | 20 settembre 2012 – 6 gennaio 2013
di MARTA CASATI
C’è un prima e dopo Cristo. Nell’arte c’è un prima e dopo Picasso, proprio quel Pablo Picasso, nato a Malaga nel 1881 (morto a Mougins nel 1973), che traeva i suoi natali dai popoli e dalle civiltà che hanno formato la maniera di essere, di pensare e di vivere de Mediterraneo.
È quel Picasso che ha fatto tesoro delle sue origini per evolversi, andare oltre, talvolta negarle, straziarle fino ad arrivare a sublimarle con il paradosso. Picasso sbarca, dopo la mostra del 1953 e quella del 2001, per la terza volta a Milano in una personale con oltre 250 capolavori tra dipinti, disegni sculture e fotografie dal Museo Nazionale di Parigi a cura dalla sua direttrice Anne Baldassari.
Il percorso abbaglia e stordisce per la storicità e la potenza delle opere, ognuna coesa alla ricerca dell’identità, tra autoritratti e ritratti dalla forte virilità, grandi composizioni dal carisma emblematico, i cicli tematici del Pittore e della modella o la Minotauromachia. Per discorrere su ogni caposaldo della storia dell’arte non è concesso trascurare date o anni. I dipinti in esposizione hanno come incipit temporale il 1900, con Caffè-concerto del Paralelo del 1900 o Tre figure sotto un albero del 1907-08, dalla fase più nettamente cubista intorno al 1908-1911 – come Uomo con chitarra del 1911 o Bicchiere e pipa, cifra e lettere (1914) – a quella in cui la posa plastico/formale ha un peso più incisivo come Bagnanti che giocano a palla del 1928, il tutto condito con i più grandi classici di sempre: La Celestina (1904), Paulo vestito da Arlecchino (1924), Ritratto di Dora Maar (1937). L‘opera più recente è grafica, Casa chiusa. Maldicenze: con un profilo di Degas dal naso arricciato ed è del 1971. Ma in una produzione tanta vasta e articolata c’è solo forse un elemento che possa definirsi comune a quasi ogni suo periodo artistico: il primitivismo e l’attrazione verso il mondo delle sculture e dei feticci africani. Questa passione influenzerà, quando più incisivamente e quando in maniera più distaccata, tutta la sua ricerca rivestendo un ruolo chiave.
Picasso, che piaccia o meno, ha scardinato la bidimensionalità, ha raggiunto la terza dimensione restando nella seconda, l’artista che con Les Demoiselles d’Avignon ha dato una rottura senza precedenti con la tradizione figurativa, creando nella storia delle arti pittoriche e plastiche una punto di non-ritorno. Affascinanti più che storiche sono le numerose fotografie che completano la mostra, dettagli unici in grado di raccontare un grande artista e un uomo.
PICASSO
Capolavori dal Museo Nazionale Picasso di Parigi
a cura di Anne Baldassari
Palazzo Reale
Piazza Duomo 12, Milano
20 settembre 2012 – 6 gennaio 2013
Orari: lunedì, martedì e mercoledì, 8.30-19.30 | giovedì, venerdì, sabato e domenica, 9.30-23.30
Info: infoline e prevendita + 39 02 54911 – www.ticket.it/picasso
www.mostrapicasso.it