JESI (AN) | Palazzo Pianetti e Palazzo Bisaccioni | Fino al 3 settembre 2023
di VALERIA CARNEVALI
Anche se non è un capoluogo, la città di Jesi ha sempre dimostrato vivacità culturale e intraprendenza, riuscendo ad essere riconoscente nei confronti dei suoi figli migliori: nello sport ha visto splendere le stelle della scherma femminile, nella cultura ha accolto e valorizzato il lustro di una immensa attrice teatrale come Valeria Moriconi, e oggi, con un occhio scaltro sull’arte contemporanea, non scontato in un contesto di provincia, propone ai suoi cittadini e al Paese intero la prima antologica di un altro jesino che ha varcato con eccellenza i confini nazionali, Patrizio di Massimo, qui nato nel 1983 e attualmente residente a Londra. La mostra, curata da Ludovico Pratesi e Massimo Vitangeli, snoda il suo percorso in due nobili palazzi del centro storico: Palazzo Pianetti, sede della Pinacoteca Civica, e Palazzo Bisaccioni, di proprietà della Cassa di Risparmio di Jesi e presenta dipinti (due dei quali creati per l’occasione), disegni inediti e una composizione di vasi di ceramica.
Come artista, Patrizio di Massimo nasce direttamente in Europa: uscito dell’Accademia di Brera e successivamente gratuated presso Slade School of Fine Art di Londra, inizia la sua carriera come videoartista (esordisce nel 2009 con una proiezione organizzata da Whitechapel Art Gallery), ma si impone con installazioni scenografiche composte da ammassi di grandi cuscini e gigantesche nappe e passamanerie, a cui accompagna dipinti sullo stesso tema; nel 2014 produce alcuni tra i suoi lavori più significativi (Me, Mum, Mister, Mad, Kunsthalle Lissabon, Lisbona; Lost in Lust, Fiorucci Art Trust, Londra), per poi essere presente in personali e collettive in Italia e all’estero, orientandosi sempre più verso la pittura.
La mostra di Jesi offre una buona selezione di opere per capire il carattere dell’artista: nei contenuti sceglie la narrazione del sé, intimista e personale, arte come specchio e come culla ora morbida ora scabrosa delle proprie emozioni; nella tecnica opta, senza aspirare alla perfezione, per una pittura sfrontata, che predilige tonalità sature e forti stese su tele a trama grossa, che agisce su registri espressivi diseguali, ora dettagliati e realistici, come nei panneggi delle lenzuola domestiche, resi con un virtuosismo piuttosto marcato, ora approssimativi e imprecisi, con schiume e nuvole sporche, con anatomie scalene e irreali, così poco accademiche da confermarsi come ricercata cifra stilistica.
È un pittore borghese, Patrizio di Massimo. Gli interni della sua casa, la coppia e poi la famiglia, gli incubi e i mostri dell’ego, i travestimenti, il suo giro di amicizie personali ed artistiche che lo fa luccicare di mondanità (la serie dei “Litigi” prodotta per l’edizione 2018 di Volcano Extravaganza a Stromboli a cura di M. Farronato per Fiorucci Art Trust si compiace della sua ironica e pur elegante autoreferenzialità) lo incastonano perfettamente e a ragione nei salotti dei collezionisti internazionali… Ma cosa accade quando mette il naso al di fuori della sua comfort zone e tenta di parlare il linguaggio della realtà contemporanea?
Mondano, sì, ma non cittadino del mondo. Il percorso espositivo si conclude con un grande trittico inedito (Alla Rosa Bianca e al Pettirosso) che rilegge la Deposizione di Lorenzo Lotto, 1512, conservata nella stessa Pinacoteca di Jesi, e la aggiorna a uno dei drammi di oggi. Stavolta Di Massimo si affaccia verso l’esterno, ma non riesce ad uscire oltre il balcone di casa sua: anche il conflitto tra Russia e Ucraina prende nel dipinto centrale i volti dei suoi familiari e di se stesso, in un teatrino miope che vede solo da vicino, che approfitta tanto della storia dell’arte quanto della più evidente questione globale di questa frazione di secolo; i due pannelli laterali sono rielaborazioni di due delle fotografie più note e riprodotte dall’inizio del conflitto, ma manca sia la forza della denuncia in senso relativo che il tentativo di elevare la narrazione a livello universale, in senso assoluto. Dispiace vedere non la banalità del male, ma la sua banalizzazione.
Meglio allora tornare indietro nella sala espositiva e guardare con un occhio più disincantato le opere precedenti, per riconoscere che il meglio di sé di Massimo lo dà come poeta visivo lirico piuttosto che epico, ed apprezzare la tenerezza raffinata di Entangled (2018) e di As Snug as a Bug in a Rug (2022), entrambi ritratti di madri con bambini, o le croci e delizie di una relazione amorosa rappresentate come simbolici insetti in Flies and Cockroaches e in Moths and Ladybirds (2018), o il divertente Self-Portrait as a Model (2017), che, non senza sbavature, innesca un godibile scambio delle parti tra lui stesso e sua moglie.
La mostra, dal taglio già retrospettivo per un decennio di lavoro di un artista non ancora mid-career, è accompagnata da un’ottima monografia edita da Quodlibet, corposa e completa per quanto riguarda l’attività pittorica e con accenni a quella installativa, che riporta testi critici esaustivi di Barbara Casavecchia e fornisce un riferimento bibliografico fondamentale per chi voglia conoscere bene la personalità di PDM.
PATRIZIO DI MASSIMO. Antologia (2013-2023)
a cura di Massimo Vitangeli e Ludovico Pratesi
Testo in catalogo di Barbara Casavecchia
23 aprile – 3 settembre 2023
Palazzo Pianetti & Palazzo Bisaccioni, Jesi (AN)
Musei Civici-Palazzo Pianetti
Via XV Settembre 10, Jesi
Orari: dal martedì alla domenica 10.00–13.00 / 16.00–19.00. Chiuso il lunedì
fino alla terza domenica di settembre inclusa 10.00–19.00. Ingresso mostra 5 euro.
+39 0731 538 420–439
pinacoteca@comune.jesi.an.it
www.palazzopianetti.it
Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi-Palazzo Bisaccioni
Piazza Colocci 4, Jesi.
Ingresso libero. Orari di apertura: lunedì–domenica 9.30-13.00 / 15.30-19.30
+30 0731 207523
info@fondazionecrj.it
www.fondazionecrj.it