MILANO | Manuel Zoia Gallery | 3 – 26 febbraio 2022
di ALESSIA PIETROPINTO
Delicati giochi di incastri contengono al loro interno vibrazioni sensoriali che narrano di paure celate, di nascita, di morte e di analisi introspettive; piccoli frammenti appartenenti ad un mondo lontano che portano con sé verità obliate, rimaste lì, in attesa di quel minimo sussulto capace di palesarne l’esistenza.
Federica Zianni (1993) attua, portando in scena una serie di opere eterogenee nella forma, ma non nel contenuto, una ricerca paradossale volta ad indagare l’essenza stessa dell’essere umano e lo fa creando un itinerario retrospettivo volto ad esaminare non solo l’uomo in quanto tale ma, seppure in maniera celata, anche se stessa, il suo percorso e la sua storia. PARADOXA si presenta – all’interno della sede espositiva Manuel Zoia Gallery di Milano – come una sintesi di dualità contrapposte esplicate attraverso il particolare e contraddittorio uso che l’artista fa dei materiali e delle forme a loro connesse.
Zianni opera partendo da strumenti concreti, come un martello o una spada, realizzati per mano dell’essere umano che, da tempo immemore, brama la sua vera natura e finisce inconsapevolmente col discostarsene sempre di più, circondandosi dei cosiddetti artificialia, oggetti, in questo caso, con una duplice funzione dipendente solo dalla volontà umana. Creazione o distruzione, nascita o morte, polarità positiva o polarità negativa; arnesi come simboli primordiali carichi di una forza che attende solo di essere sprigionata ed utilizzata seguendo o l’una o l’altra direzione.
La sua peculiare ricerca artistica, densa anche di riferimenti mitologici derivanti dalla sua formazione classica, riprende i principi archetipici ribaltandoli e offrendo allo spettatore un innovativo punto di vista attraverso l’uso di un linguaggio volto a riallacciarsi con quel concetto di physis, di principio fondamentale causa di tutte le cose.
Nella prima sala espositiva due figure in bronzo, riprese dalla mitologia greca, si ergono su di un piedistallo attirando l’attenzione dello spettatore, catturato, nel contempo, dalle opere a parete in netto contrasto visivo con le due sculture che le antecedono. Federica Zianni decide così di rappresentare, attraverso la tecnica della fusione a cera persa, Icaro e Diogene. Quest’ultimo, conosciuto anche come il Socrate pazzo, colui che circolava di giorno per le strade di Atene con una lanterna alla mano alla ricerca di un uomo in grado di vivere secondo la sua autentica natura, viene immortalato ed il suo gesto congelato; la sua intima essenza diviene il soggetto principale e la sua vera identità, ormai cristallizzata, finisce con l’identificarsi esclusivamente in quel gesto, emblematico e rappresentativo.
Il tema dell’identità, molto caro all’artista, viene ripreso e condotto su di un altro livello utilizzando metodologie differenti tra loro ed indagando, sempre più da vicino, ciò che si cela dietro lo sguardo cristallino dell’essere umano che tenta di scrutare il proprio sé interiore interfacciandosi con un artificio simbolo di eternità e realtà: lo specchio. Zianni, allontanandosi dalla consueta concezione dell’immagine riflessa, ridimensiona il concetto di antropocentrismo creando una superficie ambigua che spezza la gestualità conforme a quell’oggetto impedendone la corretta ed usuale funzione prestabilita.
Una serie di linee, di rilievi rappresentanti cartografie territoriali immaginifiche, si contrappongono all’identità rifratta andando a creare delle interferenze visive con il volto specchiato; lineamenti del viso e linee di confini si mescolano e creano una geografia univoca che permette di elaborare una visione trans-culturale fatta di legami inaspettati ed intrecci con luoghi ancora sconosciuti.
Questa intersecazione di fili, ben visibile nell’opera Emerging presenta quasi sempre un errore nella trama e nell’ordito, una piccola falla in una im-perfetta unione di linee che, attraverso l’uso di materiali inorganici e sintetici, sembrano rappresentare materia viva. Lacci emostatici intrecciati rimandano paradossalmente al mondo naturale; nidi custodi di vita, bozzoli coriacei, involucri protettivi in attesa di assistere ad una segreta metamorfosi, elementi vitali custodi di luce racchiusi e preservati in un’inerte custodia artificiale volta a perdurare in un tempo eterno ed indefinito.
Federica Zianni. PARADOXA
a cura di Alessandra Sebastiano
3 – 26 febbraio 2022
Manuel Zoia Gallery
Via Maroncelli 7, Milano
Orari: mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica ore 15.00-19.00
Info: +393334914712
info@manuelzoiagallery.com
www.manuelzoiagallery.com