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“I giochi sono fatti” o meglio “I giochi sono delle donne”, nelle loro mani. Così, con un gioco di parole e una punta di ironia Paolo Cassarà inaugura la sua prima personale alla Galleria San Lorenzo di Milano. In mostra, fino al 14 marzo, una selezione di opere che tiene conto di un’evoluzione dei soggetti ritratti (principalmente femminili) – nell’alternanza delle dimensioni (dalla misura da tavolo al modellino sartoriale fino alla grandezza naturale) e delle tecniche stilistiche, dalla terracotta policroma alla replica in resina per arrivare al calco in bronzo. Le sculture di Cassarà si susseguono in mostra su alti piedistalli scultorei richiamando sia la monumentalità e la ieraticità degli schemi formali della statuaria greco-romana sia la leggerezza dei figurini alla moda del fashion design, arricchiti dagli accessori e dai vezzi più glamour.

Francesca Di Giorgio: In Les jeux sont Femmes, abbini il gioco, l’ironia alla figura femminile. Che ruolo occupa nel tuo lavoro?
Paolo Cassarà: La donna è il centro del mio lavoro e nella “donnafemmina” vedo uno dei fulcri della attuale società Occidentale.
La “donnafemmina” è icona di bellezza, seduzione, raffinatezza, sensibilità. È forma sublime ed impulso auto-consapevole che si sostanzia nell’essere vitale.
Ma, nel contempo, può essere aggressiva dea-distruttrice, che anela a recuperare finalmente il tempo perduto e schiaccia coloro (gli uomini) che l’hanno sempre soggiogata a dea del focolare, con ruoli inesistenti, o, nella migliore delle ipotesi, del tutto marginali nel contesto economico-sociale, politico, storico e persino religioso.

Nel testo critico in catalogo Chiara Canali scrive di «donne cariatidi del terzo millennio» con un chiaro riferimento a modelli scultorei del passato. Che rapporto intrattieni con la tradizione classica?
L’esaltazione delle caratteristiche fisiche è il mio fondamentale aggancio con la scultura classica. Lavoro sulla tecnica per presentare da una parte sculture che sembrano in movimento, come filmate dall’altra volutamente rigide, statuarie fiere, nobili, quasi come delle cariatidi… Le une e le altre raffigurano i due diversi concetti di “donnafemmina” che avevo in mente di rappresentare, ispirandomi all’immagine di donne incontrate nella mia quotidianità di artista che vive nella “brutta Milano”, che dispensa, con i suoi stilisti, l’ideale di bellezza a cui ogni donna anela.

In questo senso cosa ti spinge a scegliere la terracotta policroma tra i materiali prediletti per il tuo lavoro?
Nel corso degli ultimi vent’anni, ho sperimentato diversi tipi di materiale per le mie sculture, ma ancora oggi preferisco dar loro vita grazie alla terracotta. Amo l’argilla per la sua capacità plastica di rendere il calore della fisicità.

In mostra presenti uno “spaccato” della tua ricerca accanto ad una nuova produzione. A quale evoluzione partecipano i tuoi soggetti?

Più che di uno spaccato, credo che le sculture presenti in questa mostra rappresentino una variante del mio lavoro, con riferimento al classico ed al concetto di “donnafemmina” che ho elaborato in questi ultimi anni di produzione.

La mostra in breve:
Paolo Cassarà. Les jeux sont Femmes
a cura di Chiara Canali
Galleria San Lorenzo
via Sirtori 31, Milano
Info: +39 02 74236426
www.arte-sanlorenzo.it
24 febbraio – 14 marzo 2010
Lunedì 8 marzo 2010, in occasione della Festa delle Donne, verrà realizzato in galleria un cocktail speciale dedicato a tutte le donne.

In alto da sinistra:
Pariser Platz, 2010, resina dipinta, cm 81x35x30
Donna in rosso, 2010, terracotta dipinta, cm 76x36x22
Sgarbie & Sbarbies, 2007, tecnica mista

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