L’AQUILA | Luoghi vari | 7-10 settembre 2023
Intervista a CRISTIANA PERRELLA di Matteo Galbiati
Panorama, il progetto di arte diffusa, proposto annualmente dal consorzio ITALICS, ha messo in scena la terza edizione del suo format che, quest’anno, è sbarcato a L’Aquila. Il progetto annuale, migrante e sempre vario nei contenuti, dopo Procida (NA) e Monopoli (BA), per l’edizione 2023, arriva nel capoluogo abruzzese con una nuova mostra che ha coinvolto l’intero tessuto cittadino, le sue istituzioni, i suoi luoghi chiave e significanti e gli spazi da scoprire o riscoprire. Abbiamo visitato tutte e 20 le sedi e abbiamo visto tutti gli oltre 50 interventi degli artisti coinvolti e siamo stati colpiti proprio dalla relazione stretta, potente e significante tra “presenza” artistica e spazio-ambiente che la ospita.
Il meccanismo di generare relazioni, di connettere il pubblico abituale dell’arte con quello reale che vive in un luogo funziona. Il coinvolgimento reciproco è stato papabile, così come l’entusiasmo della scoperta che, da una parte, è quello di chi arriva a L’Aquila – magari per la prima volta – dall’altra la curiosità dei suoi abitanti o frequentatori che possono osservare elementi della loro quotidianità sollecitati dall’innesto di opere antiche, moderne e contemporanee ad essi “estranee”.
Se Panorama L’Aquila ha convinto, le proposte sono state largamente apprezzate e l’idea complessiva risulta efficace, puntuale e a misura del luogo ospitante, il merito va all’impegnato e attento lavoro curatoriale svolto da Cristiana Perrella, sua la visione e la regia di quanto qui è stato realizzato. Nella breve intervista a seguire, scopriamo proprio con lei i contenuti e i valori dei messaggi dati e lasciati da una manifestazione che, come Panorama, ha come presupposto quello di parlare con il linguaggio di una bellezza davvero contaminante:
Ci spiega cos’è ITALICS che, a L’Aquila, ripropone il progetto culturale Panorama, giunto quest’anno alla terza edizione?
Cristiana Perrella – ITALICS è un consorzio costituito da 70 tra le gallerie più importanti del panorama italiano e restituisce un format differente, unico, perché per la prima volta si riuniscono, dialogando produttivamente e proficuamente tra di loro, operatori che si occupano di antiquariato, arte antica, classica, moderna e contemporanea. ITALICS nasce per connettere realtà di settore che, abitualmente, vivono in ambiti differenti. L’idea del consorzio nasce durante la pandemia, in un periodo di chiusure totali, di lontananza e di immobilità: furono Lorenzo Fiaschi e Pepi Marchetti Franchi a riflettere sul principio di sviluppare un nuovo modello di incontro umano e culturale che, condiviso con altri colleghi galleristi, ha portato alla costituzione del consorzio. Il principio chiave è stato quello di mettere in campo le esperienze di tutti per lavorare in modo diffuso e allargato sul territorio, per ridare all’Italia nuovi strumenti di esplorazione culturale e sociale e per permettere, alle loro realtà, di uscire dalla loro sede e spostarsi sul territorio in modo coeso e organico attorno ad un progetto mutevole, mai ripetuto uguale.
In che contesto è nato Panorama e come si sviluppa, muta nelle varie location, edizione dopo edizione?
Con la definizione del consorzio ITALICS e la sua strutturazione organizzativa precisa, si è potuti passare a mettere in campo il progetto condiviso: il desiderio di connettere e incontrare ha avuto subito l’intenzione di muoversi sul territorio italiano toccando luoghi che, di certo non immuni da bellezza e storia, non sono abitualmente mete note di turismo artistico e culturale. Luoghi di fascino differente che necessitano di essere riscoperti per attivare nuove rotte, nuove direttrici di scoperta. Panorama nasce proprio come mostra temporanea collettiva che, della durata di pochi giorni – lo spazio di un fine settimana –, riunisce una selezione di artisti, di opere e di capolavori provenienti dalle gallerie partecipanti. È lo spunto per una contaminazione, per una diversa lettura di luoghi e lavori, di personalità e pensieri che si intrecciano trovando lo spunto di osservazioni inusuali. Una regione, una città e sedi sempre uniche permettono di stabilire quelle inattese relazioni che legano le arti e gli spazi nel tempo. Panorama è sempre un momento di partecipazione, è mezzo per un pubblico variegato – nei luoghi toccati non si presenta solo il popolo di addetti ai lavori – composto da gente, di cercare e guardare il mondo attraverso gli occhi degli artisti. Procida e Monopoli, le sedi delle prime due edizioni, sono conosciute per essere mete turistiche di una certa fama, ma non certo per i programmi legati all’arte, Panorama, con la sua identità mutevole e adattabile, ha dato vita a una manifestazione il cui contenuto, proposta e sviluppo sono stati inediti per le due realtà in questione.
Panorama deve avere una natura mutevole, cambia e si rigenera ogni volta, per connettersi puntualmente al territorio su cui interviene, infatti, a L’Aquila il suo format è stato ancora diverso. Qui abbiamo operato in una realtà la cui testimonianza culturale è decisamente vivace avendo due istituzioni universitarie – un’accademia di belle arti e un’università –, un conservatorio, un teatro, un centro di cinema sperimentale, due musei. È città capoluogo la cui storia è remota e le testimonianze del tempo e delle epoche hanno lasciato importanti eredità. Sappiamo poi quanto il sisma del 2009 abbia lasciato ferite e cicatrici profondissime ancora visibili, nonostante la voglia di ricominciare abbia ricostruito moltissimo di quanto rovinato o perduto. Qui, in un luogo tanto sollecito alla ricostruzione, al ridarsi nuova identità preservando il proprio passato, abbiamo pensato che l’esperienza di Panorama potesse raccontare un “percorso” di transizione. Le opere degli artisti veicolano questo messaggio di possibilità continue, destinate comunque a lasciare un segno forte nonostante il loro passaggio fugace.
A L’Aquila questo rapporto esclusivo con il territorio si è affermato con una relazione molto stretta tra luogo e opera, tanto da diventare potenziale di esperienze e visioni nuove. Come avete costruito questo percorso? Come siete riusciti a motivare queste positive nuove energie ed emozioni?
Abbiamo lavorato moltissimo e con largo margine di anticipo: avuto l’incarico ho sviluppato questo progetto nel corso di quasi un intero anno. Fondamentali sono stati i sopralluoghi fatti, tutti indirizzati non solo a valutare ambienti e sedi, ma soprattutto per incontrare le persone, per tessere quei legami utili a rendere viva la partecipazione, l’accoglienza dell’invasione positiva che Panorama comporta. Ho studiato e mi sono relazionata con la storia della città, dei suoi monumenti, delle sue architetture, dei suoi palazzi per poter avere una base importante per orientare le mie scelte su artisti e opere. Con ITALICS abbiamo registrato subito un grande entusiasmo da parte dell’intero tessuto cittadino tanto che siamo partiti addirittura dalla ricca offerta iniziale di 94 luoghi disponibili. Poi, la valutazione delle richieste di permessi, di fattibilità, di sicurezza, di accessibilità – i cantieri della ricostruzione sono numerosi – e di opportunità ci siamo limitati alle 20 tappe del percorso che hai avuto modo di percorrere. Tra spazi istituzionali e privati abbiamo portato le opere a innestarsi anche in ambienti che sono abitati, appena riaperti o ancora in corso di restauro. Sono tutti luoghi della vita. Credo che Panorama abbia offerto anche agli stessi aquilani il modo e il tempo di una lettura diversa della loro città. Questo l’hanno compreso e la loro viva partecipazione lo dimostra. In questo senso Panorama non è una manifestazione chiusa e riservata, ma è sempre viva e libera.
In questo senso che peso ha avuto l’ispirarvi al termine wit(h)nessing, coniato da Bracha L. Ettinger teorica femminista, artista e psicoanalista israeliana che avete tenuto come motivo-motto di riferimento?
Questa scelta è motivata dal fatto che Ettinger, unendo parole e termini che sembrano non voler significare nulla, in realtà acquisiscono, nel neologismo creato, la definizione di un valore di senso più ampio per spiegare situazioni particolari. Nello specifico potremmo tradurlo con essere testimoni con: l’intento, secondo le finalità di Panorama, è di estendere il concetto di testimonianza ampliandolo dalla sola dimensione individuale a quella collettiva, che, partecipativa, favorisce un reciproco arricchimento. In questo modo, come ho detto spesso, si trasmettono nuove conoscenze e si stabiliscono i termini di nuove coscienze della propria identità e della propria storia sociale, artistica, culturale a cui si appartiene anche se a distanza. A L’Aquila questa presenza di una memoria collettiva legata a una storia – anche in tempi recentissimi come tristemente sappiamo – spesso fatta di grandi dolori e traumi, ha attivato un tessuto connettivo sociale più forte che altrove. L’identità differente di Panorama e i suoi protagonisti qui assume una connotazione decisamente empatica; la manifestazione stessa vive un’occasione davvero unica di mutare la traiettoria dei suoi stessi sguardi.
Da parte degli artisti quale impegno avete registrato? Come vi siete posti: avete scelto opere di repertorio o avete accolto opere inedite?
La risposta delle gallerie e degli artisti è stata assai generosa, tutti si sono impegnati nella condivisa finalità di intervenire – sia con opere di repertorio, sia con interventi appositamente studiati – per fare in modo che tutte le 20 location non fossero dei contenitori da riempire, ma sorgente loro stesse di contenuti. Le mie scelte si sono incontrate con la possibilità di cogliere suggerimenti e proposte che hanno generato un virtuoso meccanismo organizzativo che, alla fine, ha trovato il traguardo di questa interessante manifestazione. Collezionisti, artisti, addetti ai lavori hanno seguito Panorama anche qui, non solo per un legame di affezione, ma proprio perché, volendo da tempo visitare la città, non ne avevano mai avuto modo. Lo scopo è quello, mi ripeto, di generare ponti, di unire e avvicinare sensibilità partendo proprio dal luogo. Panorama è un’occasione a 360 gradi. La presenza della mostra diffusa è un fattore aggregante e motivante su più livelli.
Quanto conta – e che responsabilità ha – un progetto di arte diffusa sia rispetto agli abitanti del luogo in cui si innesta, sia nei confronti dei visitatori che attira?
Se escludiamo i rappresentanti istituzionali e gli operatori culturali professionalmente coinvolti, la risposta degli abitanti – di ogni età – è stata davvero entusiasmante. Le collaborazioni sono cresciute man mano e abbiamo avuto la disponibilità di giovani mediatori culturali, di studenti delle scuole, di artigiani, di negozianti, di professionisti, di imprenditori e di semplici cittadini che hanno capito che il progetto di Panorama sarebbe stato un qualcosa di innovativo la cui adesione era necessaria. Ho dedicato un tempo peculiare per mettermi in ascolto anche dei loro pareri e questo mi ha consentito di fondere al meglio ciascuna presenza, ciascun contributo. Credo che la temperatura della soddisfazione e il calore della partecipazione sia palpabile spostandosi da una sede all’altra, tra le strade e le vie della città.
Che bilancio fa della tre giorni nel capoluogo abruzzese?
L’impegnativo anno di lavoro dedicato a questo progetto ha portato a un’edizione davvero appassionante di Panorama: il territorio dell’Aquila si è svelato poco a poco, la città – per i motivi che sappiamo – non è facile, eppure, capite le motivazioni e le necessità che avevamo, le riposte sono arrivate in ogni ambito e contesto. Quello che mi ha molto colpita è stato proprio l’impegno delle persone che qui vivono, le quali, con grande slancio, si sono impegnate oltre ogni aspettativa. Il risultato è sotto i nostri occhi, anche gli addetti ai lavori hanno percepito, nei pareri che ho fugacemente raccolto, la validità di questa esperienza e il taglio diverso che Panorama qui ha avuto. Del resto è nel suo DNA quello di mutare sempre in funzione del dove si trova e favorire emozioni impreviste.
Quali destinazioni aspettano adesso Panorama?
Il CDA di ITALICS si è già riunito per valutare la prossima sede che accoglierà Panorama: si è parlato della nuova regione e della probabile città che ospiterà l’edizione del 2024. Diciamo che ci sposteremo a Nord, ma più di così al momento non posso dire!
Panorama L’Aquila
un progetto di ITALICS
una mostra diffusa a cura di Cristiana Perrella
con il patrocinio di UNESCO, Ministero della Cultura, Comune de L’Aquila
coordinamento Generale ArtsFor_
consulenza strategica Camilla Invernizzi, ArtsFor_
coordinamento curatoriale Lisa Andreani
coordinamento produzione Simone Pallotta
art direction e progetto grafico Giga Design Studio
relazioni Vip Cristina Raviolo
fotografie di Louis De Belle
partecipano a Panorama L’Aquila: ADA; Alessandra Di Castro; Alessandro Cesati; Alfonso Artiaco; Bacarelli; Bottegantica; Botticelli Antichità; Cardi Gallery; Carlo Orsi; Caterina Tognon Arte Contemporanea; Clima; Ermes Ermes; Federico Vavassori; Francesca Minini; Franco Noero; Gagosian; Galerie Canesso; Galleria Carlo Virgilio & C.; Galleria Continua; Galleria dello Scudo; Galleria Fonti; Galleria Fumagalli; Galleria Lia Rumma; Galleria Raffaella Cortese; Galleria Russo; Galleria Tiziana Di Caro; Galleria Umberto Di Marino; Giacometti Old Master Paintings; Giorgio Persano; kauffman repetto; Laveronica Arte Contemporanea; Martina Simeti; Massimo De Carlo; Massimo Minini; Maurizio Nobile; Mazzoleni, London-Torino; ML Fine Art; Monitor; P420; Peola Simondi; Peres Project; Pinksummer; Porcini; Prometeo Gallery Ida Pisani; Richard Saltoun; Rolando Anselmi; Federica Schiavo Gallery; SpazioA; Studio Trisorio; Thomas Dane Gallery; Tornabuoni Arte; Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea; Victoria Miro Venice; Vistamare|Vistamarestudio; ZERO…
7-10 settembre 2023
Luoghi vari
L’Aquila
Info: www.italics.art
ITALICS promuove la cultura e la bellezza diffusa del territorio italiano, attraverso una rete nazionale basata sulla collaborazione tra i galleristi e la condivisione di esperienze, on e offline, con un pubblico internazionale di collezionisti e appassionati.
ITALICS è un consorzio che riunisce settanta tra le più autorevoli gallerie italiane d’arte contemporanea, moderna e antica. L’intero progetto nasce nella primavera del 2020 da un’idea di Lorenzo Fiaschi (Galleria Continua), Presidente, e Pepi Marchetti Franchi (Gagosian), Vicepresidente, assieme ai soci promotori Alfonso Artiaco, Ludovica Barbieri (Massimo De Carlo), Massimo Di Carlo (Galleria dello Scudo), Francesca Kaufmann (kaufmann repetto), Massimo Minini, Franco Noero e Carlo Orsi. L’obiettivo all’origine di ITALICS è quello di sviluppare nuove modalità di incontro culturale e umano tra appassionati d’arte e non solo, dando corpo a progettualità che abbracciano il patrimonio culturale e paesaggistico italiano in percorsi d’arte e riscoperta, caratterizzati da un approccio multidisciplinare e dalla tessitura di profonde relazioni con il territorio.
Attorno all’intuizione di raccontare l’Italia e la sua straordinaria unicità attraverso gli occhi dei galleristi si è formato un gruppo di lavoro che ha invitato a prendere parte al progetto altre gallerie lungo tutta la Penisola e le sue isole, includendo alcune tra le gallerie più affermate a livello nazionale e internazionale di arte antica, moderna e contemporanea, così come esperienze emergenti e realtà sperimentali.
Oggi, ITALICS è un organismo estremamente dinamico in continua evoluzione. Nel settembre 2021, le idee, le ispirazioni e l’impegno delle gallerie hanno trasportato sull’isola di Procida (NA), Capitale Italiana della Cultura 2022, la prima edizione della mostra diffusa Panorama, seguita nel 2022 dalla seconda edizione a Monopoli (BA), entrambe a cura di Vincenzo de Bellis.