PRATO | Artforms
Intervista di ALESSANDRA FROSINI
Dopo la recente riapertura del nuovo Centro per le arti contemporanee Luigi Pecci (leggi qui), a Prato ha preso il via la programmazione coordinata di una rete di 11 realtà no-profit dedicate alla cultura contemporanea, per promuovere iniziative culturali con eventi di arte, fotografia, musica e performance. Per capire chi sono, cosa fanno e dove andranno, abbiamo posto alcune domande ai referenti di due degli spazi coinvolti, Artforms e Dryphto… Oggi incontriamo Pamela Gori e Rachel Morellet di Artforms…
Com’è nata l’idea di Artforms? Che obiettivi vi siete posti?
Artforms nasce nel 2014, dopo 5/6 anni di attività – svolta anche come liberi professionisti– all’interno di uno spazio chiamato Interno/8, dove nel corso degli anni si sono avvicendate varie figure professionali del mondo dell’arte, della fotografia, del design e dell’architettura. Grazie a questo continuo scambio sono nate le prime mostre e da lì a poco anche le varie collaborazioni con le istituzioni, come con il Contemporanea Festival promosso dal Metastasio e il progetto Zona Via Genova con Lorenzo Giusti.
Uno degli aspetti che ci interessa è sviluppare e approfondire progetti site-specific in grado di confrontarsi con le caratteristiche uniche dello spazio, proprio perché situato all’interno di un contesto post-industriale tessile, in una piccola area chiamata oggi Corte Genova, diventata da alcuni anni – grazie al fiorire di spazi artistici – un luogo destinato alla produzione, esposizione e promozione della cultura contemporanea. Vorremmo inoltre instaurare dialoghi tra differenti forme artistiche, senza forzature ma senza neanche porre limiti e confini, creando occasioni di confronto e sperimentazioni tra i vari linguaggi, con soggetti interessati a creare interazioni tra opere visive e performance, creando ulteriori possibilità di sviluppo.
Fate parte del nuovo progetto, promosso dall’Assessorato alla cultura del comune di Prato .con | CONTEMPORANEO CONDIVISO: che ruolo avete all’interno del network e cosa cambia rispetto al passato?
Il ruolo di Artforms in questo gruppo non è diverso da quello degli altri componenti: siamo 11 realtà indipendenti, no-profit, alcune delle quali attive già da anni, e alcune gestite dagli artisti stessi.Purtroppo, in passato, a fronte dei singoli sforzi nel portare avanti i propri obiettivi, difficilmente siamo riusciti a mantenere modalità stabili di collaborazione; oggi, grazie anche alla spinta che il Comune ci ha dato, .con rappresenta sicuramente una grande un’opportunità. Il network, considerate le esperienze di ognuno dei soggetti, ha delle potenzialità enormi come rete di spazi tutti operanti nella promozione della cultura contemporanea che, pur mantenendo le proprie differenze e peculiarità, (considerate a nostro avviso un valore aggiunto), avranno la possibilità di emergere anche in riferimento ad un contesto nazionale.
Il nuovo progetto con cui avete inaugurato questo nuovo percorso è la mostra Preludio – Emanuele Becheri – Francesco Carone – Giovanni De Lazzari, a cura di Matteo Innocenti, che riflette sull’idea del libro come opera. Le opere in mostra sono state pensate per il vostro spazio? Preludio è da intendersi anche come introduzione a ciò che verrà dopo, ai vostri progetti futuri?
I tre libri d’artista non sono stati pensati per lo spazio, ma è stato creato un involucro per loro: le tende nere che vanno ad uniformare lo sfondo e che assomigliano ad un sipario, tre basi grige dello stesso colore del pavimento come supporto per le opere, posizionate in fila quasi al centro della stanza, con tre luci soffuse indirizzate in modo da focalizzare tutta l’attenzione del pubblico su di esse, e tre performer che sfogliano per il pubblico i libri in mostra. Tutto studiato nel dettaglio compreso anche il colore grigio dei guanti indossati dalle performer.
Il titolo della mostra è stato pensato dal curatore Matteo Innocenti, che nel testo critico afferma: «[…] Preludio proprio dell’atto di mostrare, gravita attorno a un’idea di “anticipazione”: non solo e non tanto il pregresso che ha portato dalla concezione alla realizzazione dei tre libri-opera esposti ma, con un rovesciamento di prospettiva, il loro rivelarsi nel momento presente della visione (di ognuno) e il formarsi di narrazioni impreviste tramite relazioni di affinità e di differenza».
Il titolo “Preludio” non è stato usato per un’introduzione a quello che verrà dopo nell’attività di Artforms, ma lasciandoci liberi e non rigidi ai riferimenti dati come significati, e quindi aperti all’imprevisto, potremmo intenderlo anche in quel senso.
La recente riapertura del Centro per le arti contemporanee Luigi Pecci ha significato per Prato una rinnovata attenzione verso l’arte contemporanea. Avete previsto un’interazione o una progettualità da sviluppare su temi comuni con il nuovo Pecci?
Con l’arrivo del nuovo direttore Fabio Cavallucci a Prato, ci fu in un primo momento l’interesse da parte del Centro Pecci nell’avviare un dialogo con le realtà indipendenti di Prato come la nostra. Anche se ad oggi non ci sono stati dei reali e concreti sviluppi in quella direzione, in occasione della nascita di .con in concomitanza dell’inaugurazione del nuovo museo, il Pecci ci ha sostenuti nella promozione del progetto .con, divulgandone la notizia attraverso i propri canali di comunicazione. Per quanto ci riguarda manteniamo aperta l’idea di poterci confrontare e ci auspichiamo che per il futuro si possa approfondire e sviluppare il rapporto con possibili collaborazioni.
.con | Contemporaneo condiviso
ARTFORMS
Via Genova 17/8, Prato
www.info-artforms.tumblr.com