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di LAURA CIONCI

Qual è l’urgenza di questo presente? Rendersi consapevoli di quale sia la cura. Per cura intendo uno stato cosciente del percorso personale, del nostro corpo, della mente, di quello che ci circonda e di chi ci sta intorno. Tutto è cura. Non possiamo più permetterci di essere superficiali. Non possiamo più rinunciare a comprendere quello che siamo e come funzioniamo da abitanti di questo pianeta. Ognuno di noi in maniera completamente differente, complessa, unica. Non si può più pensare di guarire (reprimere?) il corpo attraverso il solo sistema sanitario. Lo stesso sistema non è in grado di supportarci tutti, omologandoci. Questo lo sappiamo ormai. Davvero volete curare la meccanica senza sapere cosa realmente sta accadendo alla vostra totalità? Curare sé stessi ci permette di riflettere questa attenzione anche all’ambiente intorno senza dover incrementare lo sterile allarmismo sociale sulla fine degli ecosistemi come spettacolo atteso, sterile perché le cose non stanno cambiando in meglio nonostante gli eventi naturali siano ormai evidenti. Prendiamo la cura per noi stessi, partiamo dal centro irradiando ad effetto farfalla. Lo sforzo e le rinunce sono molte perché siamo stati abituati ad avere agi che non sapevamo essere poi la nostra condanna, una silenziosa distruzione mascherata da benessere.

Laura Cionci, Stato di Grazia:motoperpetuo, PROVE DI R(I)ESISTENZA, 2020, Fondazione Baruchello, ph_Alessia Calzecchi

Vivere per coltivare interessi culturali, le professioni, l’economia, la nuova tecnologia, la possessione di qualcosa o qualcuno. Possessione che alimenta l’ego indifferente alla fragilità dell’esistenza e mortale, e non il sé, motore centrale di crescita infinita.
Viviamo invece per coltivare noi stessi salvando così anche l’ecosistema che ci ospita.
Quando il corpo soffre, il quotidiano cambia le priorità della vita come una sorta di risveglio.
Ciò che ci appaga e ci nutre, che ci gratifica è il sentimento, è la sensazione attraverso le nostre percezioni/frequenze che continuiamo ad emarginare perché non visibili e non facilmente accessibili, perché tutto quello che ci porta a compiere le nostre azioni è volto ad una conclusione pratica e tangibile.

Laura Cionci, Studi per animali e piante di potere, 2020, 29,7×42, china e acquerello su carta

Per millenni, la frequenza del nostro pianeta, che è stata di 7,6 Hz, è stata anche la frequenza dell’uomo. I fisici la chiamano la risonanza di Schumann ed è dovuta al battimento generato dai fulmini nell’intercapedine tra la terra e la ionosfera, che fa da guida d’onda. Tuttavia, la frequenza di Schumann ha recentemente iniziato a crescere rapidamente. Si è passati da gennaio 2000 – 9,30 Hz ad oggi con circa 27,4Hz e picchi che arrivano ai 100Hz, con la conseguenza che chi non riesce ad alzare la risonanza allo stesso modo va incontro a diversi problemi psico-fisici, ed è solo una delle tante onde elettromagnetiche che ci attraversano.
Tutto è frequenza e questa influisce sul comportamento di ogni essere vivente ed ha conseguenze tangibili.

L’arte è diventata un pretesto, una scusa che utilizzo come linguaggio per raccontare e curare da quando la malattia ha cambiato la mia di frequenza. La stessa sorte che tocca milioni di persone ogni giorno e che potrebbe succedere a chiunque, con conseguenze devastanti. Non si muore e basta, si soffre, ci si decompone vivi mentre si è nel dolore in un sistema sovraccarico che non ha tempo ed energie per ascoltarci, confortarci e curarci in profondità. E non siamo pronti a questo, non è nella natura umana soffrire soli come non lo è gioire, ma se solo potessimo ascoltare e seguire le nostre percezioni forse potremmo prevenire o aiutare il processo di guarigione, tenere un’alta qualità della vita, gestire i nostri andamenti elettromagnetici.
Questo è un appello a rimanere consapevoli su ciò che siamo e sulle nostre potenzialità. Non farci condizionare dalla paura (19Hz, dunque bassa) che sembra il mezzo di comunicazione di massa più efficace, intrigante: sentirsi al sicuro dentro il mal comune mezzo gaudio. Provare a fare alcuni passi indietro, nella nostra felicità. Mollare le competizioni, entrare in empatia. Che cada la maschera, manteniamo alta la frequenza.

Laura Cionci, Incorpora mi Taita, CORPO, SPIRITO E ANIMA,2018, 117×117, legno, oro, piume, Galeria Sextante, Bogotà

È complicato in questa ricerca tentare di rimanere fuori da alcune terminologie ghettizzate per avere una comprensione aperta senza stereotipi, alcuni luoghi comuni trasmessi dalle parole che limitano l’immaginario. Insieme ad esse, anche la simbologia, benché carica di storia e significati stratificati emittente di importanti frequenze, oggi è sconosciuta o dimenticata o ancora equivocata. Sciamanismo, energia, anima, spirito, animali, piante, vibrazioni, ancestrale, etc.. Provare a saltare il limite culturale rimescolando le informazioni e trasmettendo parte di questa mia esperienza/cura mista personale al prossimo, su una piattaforma condivisa attraverso l’arte. Ci sono molti modi per sopravvivere e li abbiamo dentro di noi.

Salvarmi la vita credo possa essere stata una specie di pratica artistica. Tutto quello che ne è venuto fuori dal 2015 ad oggi all’interno del mio lavoro, è il risultato di una somma esperienziale di cure, eventi e conoscenze al posto della presunta morte e questo stato di ricerca per la sopravvivenza è innescato senza fine o ritorno. È estremamente faticoso rincorrere il proprio sé per rimanere vivi. Estremamente faticoso e doloroso farlo accettare agli altri spesso, ma il processo creativo e salvifico si sviluppa attraverso l’esperienza con l’altro che culmina nell’atto estetico finale, e le domande sono sempre le stesse: sto ascoltando? Accetto? Dove l’incontro? Iniziando a pulire il gesto, il segno, pulire il quotidiano, trovando il tempo, amando sé stessi nella lentezza del percorso organico del pensiero, accettare questo ritardo che sembra incredibilmente in contrasto con il presente. L’indagine trova nuovi stimoli, nuovi maestri, simboli, nuove opportunità di conoscenza. L’opera è l’interazione, è la somma di due universi dove la dualità crea e non riproduce, un contenuto totalmente femminino, orizzontale, inclusivo generatore e per questo perpetuo.
1+1=1 oppure 1 0 1
Così nulla è lasciato al caso (perché il caso non esiste) ma tutto è frutto delle percezioni esterne ed interne, la risultante finale è l’archivio visivo che ne scaturisce. L’opera è lo scambio, l’inaspettato, l’azione che risponde ad un’altra azione in un dato ambiente. La realtà che supera la fantasia e mi mantiene viva.

Laura Cionci, Workshop Stato di Grazia:motoperpetuo, PROVE DI R(I)ESISTENZA, 2020, Fondazione Baruchello, ph Alessia Calzecchi

Laura Cionci (Roma, 1980) è un’artista e performer. La sua ricerca coltiva pratiche relazionali per lo sviluppo di processi creativi volti a riarticolare le potenzialità energetiche umane in relazione alla biodiversità e al territorio. Il suo lavoro la porta dal 2004 ad oggi a realizzare residenze e progetti tra l’Italia, il Sud America e l’Australia. Partecipa a diverse residenze in Italia e all’estero. Collabora con gli Istituti di Cultura Italiani di Buenos Aires, Bogotà, Melbourne, Montevideo. Nel 2012 collabora al progetto internazionale Sao Paulo Calling per la Secretaria de habitacao de Sao Paulo in Brasile diretto da Stefano Boeri.
Lavora con gallerie storiche come Franco Toselli e Pio Monti in Italia e Galeria Sextante a Bogotà, Mars Gallery a Mebourne.
Realizza progetti per centri culturali e musei tra cui il Centro Cultural Borges di Buenos Aires, Museo del Carnaval e Teatro de Verano di Montevideo, Museo dell’Immigrazione di Montevideo, Museo dell’architettura dell’Università Nazionale di Bogotà, Museo Casa della Memoria di Medellin, MACC Museu de Arte Contemporanea de Campinas Sao Paulo, Museo Italiano di Melbourne, Museum of Innocence di Mildura, Australia. Partecipa a varie Biennali e festival d’arte contemporanea come la Biennale d’arte pubblica di Cali in Colombia, la Biennale di Fremantle in Australia, la Biennolo di Milano, Festarte al Macro Testaccio di Roma, Festival Teatrum Botanicum al PAV di Torino.
Dal 2015 fa parte con Leonardo Caffo e Azzurra Muzzonigro della piattaforma di ricerca “Waiting Posthuman Studio”.
Nel 2019 scrive il suo primo libro “Stato di Grazia” edito da Sartoria Editoriale per PostmediaBooks.
Nel 2020 presenta per PROVE DI R(I)ESISTENZA a cura di Ilaria Conti, “Stato di Grazia/Motoperpetuo” alla Fondazione Baruchello.
https://lauracionci.wixsite.com/lauracionci

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