Vazzola (TV) | Tenuta Bonotto delle Tezze | 8 giugno – 7 luglio 2024
di FRANCESCO LIGGIERI
Quella che sto per raccontarvi è una storia che è già al suo terzo capitolo. Come ogni evento che si ripete, come giusto che sia il modo di raccontarlo deve evolversi. Iniziamo.
Il cielo sopra Tezze di Piave (TV) era di un azzurro limpido, con un sole di maggio che sembrava splendere solo per illuminare la tenuta Bonotto delle Tezze.
Gli artisti arrivarono uno alla volta, come i pezzi di un puzzle destinati a comporsi in un quadro perfetto. Paolo Pretolani, con il suo aspetto antico ma magnetico, fu il primo. Portava tele grandi e tele piccole, tutte coperte da lenzuoli bianchi come fantasmi dormienti. Fabrizio Prevedello, imponente e silenzioso, trasportava strumenti e materiali pronti a prendere parte alle sue idee. Eleonora Rinaldi, poetica come i suoi dipinti, osservava ogni cosa con occhi attenti e sognanti. E infine, Giorgia Severi, energica e silenziosa come una folata di vento improvvisa, portava con sé attrezzi di ogni tipo, pronta a esplorare ogni angolo della tenuta con un fare da strega, o almeno così dicono i bimbi dell’asilo di Tezze.
Il vecchio edificio che li avrebbe ospitati, un tempo gestito dalle suore della Divina Volontà, respirava storie di decenni di dedizione e insegnamento. Le pareti erano impregnate di memorie e l’odore di cera e vecchi libri permeava l’aria. Sembrava il luogo perfetto per accogliere la creatività, talvolta le campane della chiesa e il tubare dei piccioni potevano rendere difficile le cose, ma non impossibile. Nulla può fermare l’arte!
Ogni giorno, per circa tre settimane, la tenuta vibrava di attività. Paolo, immerso nei suoi pensieri, dipingeva cercando di catturare la vitalità della natura e la modernità che lo circondava. Fabrizio, con la pazienza di un artigiano medievale, scolpiva il marmo, creando forme che sembravano emergere direttamente dal paesaggio. Eleonora, con la sua mano delicata, disegnava figure e mondi sospesi nel tempo Giorgia, infaticabile, documentava ogni cambiamento climatico, ogni interazione tra uomo e natura, trasformandoli in opere di vibrante bellezza.
Le serate erano dedicate alla convivialità. Antonio e Vittoria Bonotto, i proprietari della tenuta, li accoglievano con calore. Le degustazioni di vini pregiati come il Col Real e il Malanotte del Piave erano momenti di scambio di idee e risate. Il vino fluiva, e con esso le storie, le passioni, le visioni di un mondo che sembrava più grande e più piccolo allo stesso tempo.
Il 7 giugno 2024, il giorno del vernissage, tutto era pronto. Gli spazi espositivi brillavano di attesa, pronti a rivelare al pubblico il frutto di tre settimane di lavoro febbrile. La comunità locale era in fermento, curiosa di scoprire cosa quegli artisti avessero creato.
Poi, come in un racconto gotico, ecco l’imprevisto. Un fulmine nel cielo ricorda un altro suo simile che ha tolto la vita ad un albero centenario che adesso fa parte della storia della Famiglia Bonotto ed un blackout totale avvolse la tenuta in un buio quasi palpabile. Gli ospiti, disorientati, cercavano di capire cosa fosse successo. Le luci delle auto parcheggiate creavano ombre lunghe e inquietanti tra le vigne. Tutto sembrava ormai andato in malora.
Paolo, istintivamente, accese una torcia e la puntò su una delle sue tele, la luce rivelò un dipinto che sembrava vivere, catturando immediatamente l’attenzione di tutti. Fabrizio, con la sua praticità innata, accese una serie di candele intorno alle sue sculture, trasformando l’oscurità in un’atmosfera sacra. Eleonora, con la sua calma serafica, proiettò ombre danzanti sulle pareti, creando un mondo onirico. Giorgia, infine, svelò un’installazione luminosa che rifletteva la fragilità dell’ecosistema, una luce rassicurante nel buio. L’arte non può essere fermata, ricordate?
Poco dopo, la corrente tornò, illuminando nuovamente la tenuta. Gli ospiti applaudirono, non solo per il ritorno della luce, ma per la resilienza e la creatività degli artisti che avevano trasformato un imprevisto in un momento magico. La mostra proseguì senza intoppi, e le opere furono accolte con ammirazione e stupore.
Antonio e Vittoria, osservando la scena, si scambiarono uno sguardo soddisfatto. Officina Malanotte aveva ancora una volta dimostrato come l’arte potesse unire persone diverse, creando legami profondi e duraturi.
La serata si concluse con un brindisi sotto le stelle, della musica dal vivo con il Malanotte del Piave che scorreva nei calici e le risate che riempivano l’aria. Gli artisti avevano lasciato il segno, e la tenuta Bonotto delle Tezze era diventata, ancora una volta, un luogo di connessione, creatività e comunità.
Questa è la storia che sento di aver immaginato, passando ore insieme agli artisti, alla famiglia Bonotto, e con Daniele Capra, il curatore che non ho mai citato nel mio breve racconto, anche se è palese che il vero narratore del tutto è sempre lui, con l’ausilio e la creatività indiscussa di Nico Covre. Ho voluto raccontare così questa terza edizione di Officina Malanotte, per non cadere nella retorica stantia di quegli articoli che non sanno come fare per tirarsi fuori da qualcosa che arriva a un tot di edizioni. Per questo, e anche perché credo che questa edizione sia la più “narrante”, ho scritto un racconto di quello che ho visto, sentito, immaginato, inventato e pensato durante la mia permanenza nelle tenute della famiglia Bonotto, che da tre anni a questa parte ogni anno prova a rendere accessibile il borgo di Tezze a un pubblico sempre più ampio, nella speranza che il paese ritorni ad antichi splendori.
La magia di Officina Malanotte risiede proprio in questo: nell’abilità di trasformare il quotidiano in straordinario, di creare legami attraverso l’arte e il vino, e di raccontare storie che continueranno a vivere nei cuori e nelle menti di tutti coloro che hanno partecipato.
Il prossimo anno come sarà? Chi saranno i nuovi protagonisti? Questo è un racconto tutto da scrivere ma è (come sempre) in ottime mani.
Officina Malanotte. Terza edizione
Paolo Pretolani, Fabrizio Prevedello, Eleonora Rinaldi, Giorgia Severi
a cura di Daniele Capra
residenza 20 maggio – 7 giugno 2024
mostra 8 giugno – 7 luglio 2024
Via Duca d’Aosta 36, Tezze di Piave, Vazzola (TV)
Info: +39 0438 488323
info@officinamalanotte.art
https://officinamalanotte.art/