MECHELEN (Belgio) | Sedi varie | 1 settembre – 10 dicembre 2012
Newtopia: The State of Human Rights
di Francesca Di Giorgio
Nella città in cui si fanno ancora sentire le radici della tradizione umanistica di Erasmo e Thomas Moore, Katerina Gregos (nel team curatoriale di Manifesta 9 a Genk) mette in piedi quella che dovrebbe essere L’ultima utopia prodotta per l’umanità sotto forma di parcour.
Oltre 70 artisti di diversa generazione provenienza geografica e ricerca – tra i nomi più noti: Yael Bartana (Israele), Mona Hatoum (Libano/UK), Hans Haacke (Germania/USA), Alfredo Jaar (Cile), Diango Hernández (Cuba)… – “rispondono” sullo stato dei principi fondamentali dei diritti umani seguendone l’evoluzione negli ultimi cento anni. Per molti di loro questa è una questione ancora aperta e controversa: nel mondo arabo, in Cina, in America Latina, e nelle Repubbliche ex sovietiche. I movimenti nati in difesa dei diritti umani, dagli anni ’70 ad oggi, insieme alla precedente Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, restano punti di riferimento.
Il lavoro di artisti come il vignettista siriano Ali Ferzat ha catturato l’attenzione dei media così come la dura critica al regime di Assad del giovane artista di strada egiziano Ganzeer (tra l’altro ospite, l’anno scorso, alla 7. edizione del Festival Internazionale del fumetto di realtà tra Bologna e Ravenna) i cui murales visivamente alimentato la rivoluzione, o ancora l’artista-attivista bielorussa Marina Naprushkina.
L’inaugurazione della mostra è stata programmata in contemporanea all’apertura del nuovo Kazerne Dossin Memorial, Museum and Documentation Centre for the Holocaust and Human Rights della città di Mechelen e coinvolgerà le più importanti istituzioni del territorio – The Cultural Centre, the City Museum Hof Van Busleyden, De Oude Mechelse Vleeshalle (The Old Meat Market), Lamot Congress – e spazi pubblici della città, arrivando ad estendersi fino a Bruxelles con una mostra-satellite di Alfredo Jaar all’ING Cultural Centre.
Il fatto che proprio a Mechelen sia stato creato un Museo dedicato alla memoria dell’olocausto si ricongiunge al ruolo infame della Caserma Dossin come luogo di transito per la deportazione degli ebrei verso i campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau. La Gregos sembra continuare la ricognizione intrapresa alla 54. Biennale di Venezia (2011) con il Padiglione danese Speach Matters incentrato sulla libertà di parola. L’analisi si estende e la curatrice individua dei “capitoli” per restituire la complessità del progetto. Il primo esplora la così detta “prima generazione” di diritti umani che ruota intorno a questioni di libertà e di partecipazione alla vita politica, in cui gli artisti sondano libertà di parola, di associazione e il diritto al voto; nel secondo, incentrato sugli aspetti sociali, economici e culturali legati alla costituzione dello stato sociale, la pratica degli artisti interviene su questioni di lavoro, casa, salute, sicurezza sociale e occupazione. Nel terzo capitolo gli artisti si concentrano sullo stato attuale dei diritti umani, nati in risposta al periodo post-bellico, agli sviluppi economici e geo-politici, come la decolonizzazione, la globalizzazione, il multiculturalismo e il consolidamento del capitalismo globale. A queste tematiche sono legati concetti più urgenti: i diritti di minoranze, immigrati, gay, lesbiche e trans-gender insieme ai diritti di auto-determinazione, sviluppo economico, sostenibilità…
LEGGI TUTTO LO SPECIALE FIANDRE SU ESPOARTE #77
Newtopia: The State of Human Rights
Sedi varie, Mechelen (Belgio)
1 settembre – 10 dicembre 2012
Newtopia satellite exhibition in Bruxelles
Mostra personale di Alfredo Jaar
ING – Cultural Centre, Mont des Arts
10 ottobre – 10 dicembre 2012