BERGAMO | GAMeC | 15 ottobre 2021 – 13 febbraio 2022
di MATTEO GALBIATI
Dopo Black Hole. Arte e matericità tra Informe e Invisibile, mostra inaugurata tre anni or sono e primo capitolo del progetto di ampio respiro Trilogia della Materia ideato dal direttore Lorenzo Giusti, la GAMeC di Bergamo da poche settimane ha inaugurato il secondo capitolo intitolato Nulla è perduto. Arte e materia in trasformazione. In questa nuova esposizione si predispongono alla lettura sensibile del visitatore le opere di una sessantina di artisti internazionali che, selezionati a rappresentare i momenti più significativi del Novecento fino alle attuali nuove generazioni, con le loro creazioni hanno posto, oltre la circostanza, il tempo e ogni inquadramento di corrente o movimento, la materia a strumento vivo di lettura del loro immaginario estetico.
Ecco allora che esperienze artistiche, spesso tra loro diverse, lontane e distanti per epoca e linguaggio, trovano una variegata modulazione di convergenze nell’interpretare i quattro elementi naturali – acqua, aria, fuoco e terra – suddivisi in altrettante corrispondenti macro sezioni del percorso espositivo. Osservando le modalità con cui queste tematiche vengono affrontate attraverso i capolavori esposti, l’intelligente sensibilità con cui è costruito l’intero progetto e le intenzioni con cui si creano dialoghi tra le stesse opere, si comprende come siano questi elementi a sottolineare già uno dei meriti maggiori della mostra: condurre una mirata riflessione che non cede al pretesto e non si spegne nella gratuità della circostanza. Anzi la precisione con cui i “materiali” scelti sono combinati tra loro enfatizzano l’esattezza di quelle considerazioni che hanno animato lo spirito del progetto. I quattro elementi e i processi di trasformazione (delle opere e delle materie) sono analizzati senza retorica, senza scontate ovvietà, ma con una logica che verifica la loro presenza senza mai dichiarala apertamente.
Acqua, aria, fuoco e terra sono presenti, si percepiscono e assimilano, si intuiscono e si rilevano, ma non si vedono mai nella loro scontata attesa visione. Potrebbe apparire un passaggio logico complesso, eppure il visitatore è “naturalmente” guidato a capire e comprendere la posizione che definisce il percorso di questa mostra, nemmeno poi risultano importanti le distinzioni delle tecniche, perché pittura, scultura, disegno, installazione (…) convivono in un insieme unico non gerarchico dove è la materia ad avere il predominio dell’intuizione e dei sensi.
Del resto lo snodo principale è guidare ad una lettura della “materia” visibile che passa da una considerazione di tipo alchemico-magico, quasi teorico-rituale, ad una processualità scientifica, rigorosa e determinata, che verifica esattamente i fenomeni e li comprende nel loro ordinamento naturale e non li stabilisce secondo una semplice speculazione intuitiva.
Lo spunto di Nulla è perduto parte proprio da Antoine-Laurent de Lavoisier (1743-1794), considerato il padre della chimica moderna, che, nel Traité élémentaire de chimie, arrivò a pronunciare la celeberrima legge di conservazione della massa con il “Rien ne se perd, rien ne se crée”. Questo fu un momento di cesura netta che introdusse una metodologia nuova – oggi definita“moderna” – destinata a soppiantare le idee speculative, confuse, approssimate di chi operava senza quella scientificità che fu la base di tutte le più importanti scoperte dal XVIII secolo in poi.
La materia è sempre viva e nulla si perde. Questo porta il mondo, l’universo cui apparteniamo, ad essere in una trasformazione “vitale” perenne. Su questo punto fondamentale si concentrano le osservazioni non solo degli artisti esposti, dei critici coinvolti, ma anche di filosofi, di scienziati, di letterati che portano, con le loro testimonianze, aspetti differenti del nostro sapere a ridurre le distanze che li separano fino intrecciarsi in una peculiare e attrattiva combinazione di teorie estetiche e valutazioni scientifiche che rinnovano il modo di sentire la realtà.
Arti visive e scienza in questa mostra seguono un percorso sensoriale di forte suggestione fisica e intellettuale che non lascia immuni o indifferenti; che è deciso nel non attenersi nemmeno ad una semplice riflessione teorica ma, grazie a alla materia pulsante di cui vive, la sua narrazione riesce anche a trovare significazioni e corrispondenze nell’attualità della nostra storia recente.
Quella di Bergamo città ferita pesantemente dalla pandemia globale che, però, non ha smesso di resistere perché “nulla è perduto”; quella nella fiducia del rigore scientifico e dei suoi insegnamenti che devono esser sempre scudo di consapevolezza contro le speculazioni della superstizione anti-sistema; quella delle tematiche ambientali e delle ferite inferte dall’uomo alla natura…
Questo è un perfetto esempio di mostra che, senza rinunciare al valore di ricerca storico-estetico-artistica, sa essere momento di pensiero attuale, intenso, potente. Una mostra che è vero “laboratorio” di sapere e conoscenza.
Nulla è perduto. Arte e materia in trasformazione
a cura di Anna Daneri e Lorenzo Giusti
secondo capitolo della Trilogia della Materia
Artisti: Ignasi Aballí, William Anastasi, Isabelle Andriessen, Davide Balula, Lynda Benglis, Alessandro Biggio, Karla Black, Michel Blazy, Renata Boero, Dove Bradshaw, Victor Brauner, Dora Budor, Pier Paolo Calzolari, Nina Canell, Leonora Carrington, Giulia Cenci, Tony Conrad, Tania Pérez Córdova, Lisa Dalfino & Sacha Kanah, Giorgio de Chirico, Edith Dekyndt, Marcel Duchamp, Olafur Eliasson, Leandro Erlich, Max Ernst, Joana Escoval, Cerith Wyn Evans, Lars Fredrikson, Loïe Fuller, Cyprien Gaillard, Pinot Gallizio, Hans Haacke, Roger Hiorns, Rebecca Horn, Roni Horn, Paolo Icaro, Bruno Jakob, Yves Klein, Gary Kuehn, Liliane Lijn, Gordon Matta-Clark, David Medalla, Ana Mendieta, Otobong Nkanga, Jorge Peris, Otto Piene, Man Ray, Pamela Rosenkranz, Mika Rottenberg, Namsal Siedlecki, Roman Signer, Robert Smithson, Gerda Steiner & Jörg Lenzlinger, Yves Tanguy, Wolfgang Tillmans, Erika Verzutti, Andy Warhol
15 ottobre 2021 – 13 febbraio 2022
GAMeC
Via San Tomaso 53, Bergamo
Orari: lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì ore 15.00-19.00, aperto al mattino per scuole e gruppi prenotati; sabato e domenica 10.00-19.00; martedì chiuso
Ingresso intero €8.00; ridotto e gruppi €6.00; scuole prenotate gratuito
Info: gamec.it