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GENOVA | PALAZZO DUCALE | 25 aprile – 1 settembre 2024

di GABRIELE CORDÌ

1688, Basilea. Tutto cominciò quando il medico alsaziano Johannes Hofer (1669-1752) pubblicò la sua tesi di laurea dedicata alle sofferenze psico-fisiche patite dai soldati svizzeri, dai domestici emigrati, ma anche dagli studenti fuorisede. Che fosse per lavoro o per formazione, questi tre diversi gruppi sociali, secondo il medico, erano accomunati da una “nuova” patologia a cui Hofer stesso diede per la prima volta un nome: nostalgia. Un neologismo sincratico che deriva dall’unione di due parole greche: nóstos (ritorno) e algos (dolore o tristezza).

Veduta della mostra, NOSTALGIA. Modernità di un sentimento dal Rinascimento al Contemporaneo, Palazzo Ducale, Genova

Leggendo la sua etimologia ci accorgiamo che forse questa strana malattia non è così tanto nuova: dalla storia di Ulisse a quella di Enea, dai versi di Dante a quelli di Proust, la nostalgia è da sempre stata una potente ispirazione per poeti e artisti di tutte le epoche.
Ecco che questo “mal du pays” diventa un sottile fil rouge che unisce Albrecht Dürer ad Anish Kapoor, Luca Giordano a Giorgio de Chirico. Ne sono convinti Matteo Fochessati e Anna Vyazemtseva, curatori di NOSTALGIA. Modernità di un sentimento dal Rinascimento al Contemporaneo, una mostra realizzata da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura che ha visto la luce dopo oltre due anni di studi. «Partendo dalla tesi di Hofer, abbiamo ampliato questa analisi in più sezioni, comprendente anche la Cappella del Doge con un’opera scelta dallo stesso Kapoor. Non è una sequenza cronologica, lineare, ma un percorso che fa riferimento a passato, presente e futuro».

Sexto Canegallo, Specchio d’acqua. La Malinconia, 1925, olio su tela. Collezione privata, Genova- Courtesy Galleria Arte Casa

Come hanno anticipato i curatori, il percorso espositivo si snoda in 12 sezioni: La nostalgia di casa, del paradiso (presente sia nell’iconografia cristiana che in quella musulmana), del classico, dell’età della propaganda (un’analisi che va dal nazionalismo romantico ottocentesco ai totalitarismi contrari alla modernità), dell’antico, dell’altrove (connesso al fenomeno dell’esotismo), gli sguardi della nostalgia, la nostalgia della felicità e, infine, dell’infinito (ispirato all’incontro con la grandiosità del cosmo).

Veduta della mostra, NOSTALGIA. Modernità di un sentimento dal Rinascimento al Contemporaneo, Palazzo Ducale, Genova

Come spiega Ilaria Bonacossa, neodirettrice di Palazzo Ducale: «La Nostalgia, e la sua dimensione “sentimentale”, sembrano oggi fuori moda; forse per il ritmo serrato della vita quotidiana soggetta a incessanti stimoli mediatici nella vertiginosa connessione digitale, oppure perché il valore del nuovo insieme alla necessità d’essere al passo con i tempi trasforma l’idea di guardare “indietro” di aprirsi a spazi altri in una perdita di progresso».

Oltre 120 opere raccontano la storia visuale della nostalgia, declinata in diverse accezioni e media, che in alcuni casi danno vita a originali cross-over. Si passa dalla celebre Odissea di Ingres all’Uovo nero orizzontale in terracotta di Lucio Fontana, da un acquerello naturalistico ritraente il Circo di Gavarnie di Gustave Doré all’olio intitolato Specchio d’acqua. La Malinconia di Sexto Canegallo, dal dipinto Screen Door dell’americana Miriam Tindall Smith alla leggendaria tela blu di Yves Klein, dagli studi di Coppedé per gli interni del transatlantico Conte Grande ai piatti in porcellana di Gio Ponti.

Gio Ponti, Manifattura Richard-Ginori, Doccia (Firenze), Le Attività gentili. Piatto decorativo, 1925. Porcellana decorata a cromo oro, dipinta in blu ponti e in oro su incisione all’acido fluoridrico, diam 32.5 cm. Courtesy: Raffaello Pernici Best Ceramics – Rosignano Marittimo (LI)

Il carattere intermediale e interdisciplinare della mostra è supportato anche da un podcast sul tema della nostalgia a cura di Sara Poma e un ricchissimo catalogo edito da Electa, che non include soltanto interventi prettamente artistici, ma anche saggi critici del sociologo Paolo Jedlowski, del critico letterario e poeta Antonio Prete, dello storico Ferdinando Fasce, dello storico della cultura francese moderna Thomas Dodman e dello storico dell’arte e dell’architettura Tim Benton.

Louis Auguste Gustave Doré, Le Cirque de Gavarnie,1882, acquarello su carta. © Pau, Musée des Beaux-Arts

NOSTALGIA. Modernità di un sentimento dal Rinascimento al Contemporaneo
a cura di Matteo Fochessati in collaborazione con Anna Vyazemtseva
Progetto di allestimento e direzione lavori Corrado Anselmi, Milano con Laura Merrone
Immagine coordinata e grafica allestimento Bruno Stucchi, Dinamomilano
Catalogo Electa

La mostra è prodotta e realizzata da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e rientra nell’ambito delle iniziative di Genova Capitale Italiana del Libro 2023

25 aprile – 1 settembre 2024

Palazzo Ducale, Appartamento del Doge, Genova

Orari: da martedì a venerdì, ore 11 – 19; sabato e domenica ore 10 – 19. la biglietteria chiude alle ore 18.

Info: +39 010 8171600
palazzoducale@palazzoducale.genova.it
https://palazzoducale.genova.it/

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