MILANO | Galleria Fumagalli | Fino al 13 ottobre 2023
Di NICOLETTA BIGLIETTI
Spazio concreto di un’armonica euritmia. Peculiare riflesso della società contemporanea. “Palcoscenico” di relazioni che concretizza in sé la più bella “allegoria” della vita: la rinascita.
È dall’idea di giardino come intreccio perfetto di conoscenze, come luogo in cui la vita nasce – e soprattutto rinasce – che si origina il primo appuntamento del progetto LOFT – Light On Future Topics by Galleria Fumagalli, la cui prima mostra – a cura di Maria Vittoria Baravelli e dal titolo Non perdere il sentiero per via degli alberi – indaga l’universo contemporaneo in tutti i suoi aspetti creativi. Attraverso la condivisione dei saperi e la contaminazione tra le arti, il progetto mira a unire talenti capaci di indagare le tendenze artistiche attuali, generando un’occasione di dialogo internazionale e interdisciplinare.
In virtù della fusione tra i diversi ambiti artistici è, infatti, possibile esperire la mostra non soltanto nella visone delle opere ma anche nel loro “sentire”: così, se la delicata fragranza di resina presente nell’ambiente trasforma le pareti della galleria in un meraviglioso paesaggio naturale, l’acqua, accolta nell’opera Fontana di un giocoliere di Luigi Pensa, si pone come simbolo del rinnovamento perpetuo della Natura.
Un rapporto, quello tra Natura e uomo, espresso anche nell’opera di Costanza Starrabba che, unendo il concetto di edicola rinascimentale con quello della stampa grafica, nelle sue pitture digitali a velature apre delicate “finestre sul mondo”; le sue figure femminili, sinuose e imperanti al contempo, comunicano l’idea di cambiamento tanto insita nella figura umana, quanto nel processo artistico.
È proprio il concetto di cambiamento, trasposto nell’immagine del “già usato e del “già vissuto”, che porta Hisayuki Amae a sentirsi “al sicuro” nel ridare nuova vita ad elementi che hanno già esperito una prima esistenza: “Quando trovi una cosa che non ha più funzione ti senti libero, perché se davanti a un quadro con la tela bianca, vergine e pura c’è la possibilità di sbagliare, invece con lo scarto qualsiasi cosa si venga a creare non potrà diventare peggiore dello stato attuale in cui l’oggetto è (di scarto, appunto)”.
Dunque, se spesso l’immagine della tela bianca può infondere timore nell’artista, lo scarto apre infinite possibilità di riconversione a nuova vita; una vita che quotidianamente si arricchisce di nuove conoscenze, esperienze e “tesori”, esattamente come l’opera Patajewel di Hisayuki Amae, che si stratifica di anno in anno con nuovi oggetti e nuovi significati.
Il connubio arte-vita-ambiente è ravvisabile anche nell’opera di Albero Nero, in cui un panorama bucolico diviene “parete di sfondamento” dello spazio espositivo: l’opera Dinanzi casa un campo di grano – che nasce da un intimo dialogo con l’ambiente – fa percepire l’atmosfera del luogo ritratto grazie alla tecnica utilizzata dall’artista, la “fotografia su tulle, erba essiccata e legno”; un‘opera parietale che non solo “invade” fisicamente lo spazio dell’osservatore, ponendosi come elemento di connessione tra la galleria e il campo rappresentato, ma che eleva anche l’ordinario a “straordinario”.
Anche nella poetica di Clara Cebrián è il quotidiano, il secondario – l’ordinario appunto – a diventare protagonista: nelle sue opere gli oggetti e le scene rappresentate permettono ad un ricordo, un evento o una routine di sopravvivere all’incedere del tempo. Un desiderio, quello di “far rivivere anche un recentissimo passato” che ha portato alla creazione dell’opera cardine della mostra – Albero – la cui genesi è radicata in un evento terribilmente quotidiano: in seguito alla bomba d’acqua abbattutasi poche settimane fa su Milano, diversi alberi sono stati divelti dalla forza della Natura; una Natura che sempre più spesso – anche a causa dell’uomo – sta mostrando la propria forza distruttiva, ma che proprio grazie all’uomo – e in particolare all’arte –può rinascere.
Ecco allora che i 5 artisti in mostra – così diversi per provenienza geografica e background culturale – si sono untiti a creare un’unica opera d’arte con i rami e le cortecce degli alberi caduti.
Un’opera che dichiara come la diversità attorno all’arte diventa unione. Un’unione che è rinascita.
Non perdere il sentiero per via degli alberi
a cura di Maria Vittoria Baravelli
da un’idea di Annamaria Maggi e Massimo Zanello
Artisti: Hisayuki Amae, Luca Boffi, Clara Cebrián, Luigi Pensa, Costanza Starrabba
Galleria Fumagalli
Via Bonaventura Cavalieri 6, 20121 Milano
Orari: da lunedì a venerdì 13.00-19.00
Info: +39 02 36799285
info@galleriafumagalli.com
www.galleriafumagalli.com