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GENOVA | Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce
NERVI | GAM, Galleria d’Arte Moderna
Fino al 30 aprile 2022

di ANDREA DAFFRA

“Non ho mai dipinto per il piacere” scrive nel 1975 Giannetto Fieschi in occasione della personale alla galleria Il Fanale di Genova, “io lavoro per dovere e lo zelo che mi aizza è etico: esso esige soddisfazione, la quale è la soddisfazione mia. Non per piacere, ma per amore”.

Grottesco, visionario, allucinato; ancora duro, eretico, provocatorio: sono molteplici gli aggettivi che i critici hanno riservato nel tempo al diretto discendente della famiglia Fieschi, Conti di Lavagna.
Nato a Zogno nel 1921 e scomparso a Genova nel 2010, Fieschi è stato un maestro della pittura contemporanea, con uno stile che, maturando nel tempo, è divenuto indiscutibilmente identificativo. Benché non sempre “agevole”, perché imprescindibile da una “disponibilità a partecipare e corrispondere alle sue inquietanti provocazioni”, come ha scritto Enrico Crispolti, Fieschi ha saputo raccontare magistralmente la condizione esistenziale della società del suo tempo, oggi ancora tremendamente attuale.

Veduta della mostra Giannetto Fieschi. L’esperienza dell’arte, Villa Croce, Genova (scalone)

A cent’anni dalla nascita, Genova aggiunge altri due tasselli al grande progetto espositivo Giannetto Fieschi. Un’Esposizione Antologica con una mostra distribuita nelle stanze di due affascinanti ville cittadine: il Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce e la Galleria d’Arte Moderna di Villa Saluzzo Serra a Genova Nervi.

Nel percorso proposto dal curatore Andrea Del Guercio, l’artista saturnino ed emblematico si manifesta attraverso tele monumentali, grafiche, disegni e “presenze” provenienti dallo studio e dall’abitazione privata (quadri, crocifissi lignei, turiboli, calici d’argento, fotografie) cosicché l’osservatore, tra un’opera e una “contaminazione”, possa diventare parte viva di un’esperienza totalizzante.

Tra il civile e il religioso, tra l’estetica e la morale, l’arte di Fieschi si amalgama a un ricco repertorio iconografico allegorico e anagogico, costruito osservando maniacalmente i lavori di autori come Bosch, Grünewald, Cranach il Vecchio, Dürer, Rembrant Kokoschka, Klimt, Schiele e ancora Bacon. E proprio con quest’ultimo la vicinanza al messaggio più evidente della propria pittura è innegabile: anche in Fieschi, infatti, è esternata senza filtri la capacità di proiettare in una dimensione storica e culturale la lacerazione alla quale l’essere umano è sottoposto dall’interno, come già intuito nel 1965 dal curatore delle mostre genovesi.

Veduta della mostra Giannetto Fieschi. L’esperienza dell’arte, Villa Croce, Genova. Foto: Andrea Daffra

La condizione dell’uomo, il suo dramma, la sua esistenza, fluttuano nell’eterno presente delle tele, rivelando un’attività informale precoce e un figurativo chiaramente visionario.
Fieschi è stato un pittore tanto religioso quanto laico, “orrendamente vero”, come ha scritto nel 1976 Giorgio di Genova e le tele esposte nelle ville genovesi, ora verticali, ora orizzontali, trasmettono l’alternarsi sinusoidale di questo approccio agli ideali, alla vita, alla materia. “Il senso del disegno, la sua radice etica è fortissimo in Fieschi”, scrive nel 1966 Renato Guttuso per una personale romana dell’artista: segno grafico in cui pesa l’eredità del nostro patrimonio culturale, storico e sociale.

In un dialogo costante con sé stesso, sfociato in azioni performative sul proprio corpo, Fieschi offre una pittura in cui la libertà d’espressione e la libertà di composizione si manifestano pienamente attraverso una gestualità vibrante, decisa e aggressiva, ma che quasi paradossalmente conserva una sensazione di eleganza e raffinatezza. Ed è forse racchiusa in questo dialogo privato con sé stesso la difficoltà di comprensione evidenziata da Crispolti. Le opere di Fieschi, pertanto, possono apparire lontane, intime, troppo colte e la loro lettura, di conseguenza, si infrange nel filtro del visibile, rapita dalle forme e dai vortici di colore.

Giannetto Fieschi, Le aspirazioni della miseria oppure il loro contrario, 1980, cm 70×100. Una delle opere esposte alla GAM, Genova Nervi

Ma il vero messaggio è custodito “nell’oltre” e la corretta osservazione, perciò, richiede lentezza. Non è possibile consumare l’arte di Fieschi in poco tempo, tantomeno le due mostre: l’esperienza sfocerebbe in un godimento superficiale e distaccato. È quindi necessario e fondamentale osservare, esaminare, studiare da prospettive differenti, proseguire il percorso e poi ripeterlo. Con forza e abbondanza, la poesia del lavoro di Fieschi “incide e penetra per la sua capacità di indagine e di sintesi”, per riprendere l’intervento di Guttuso, ed è innegabile che le opere dell’artista siano tanto coinvolgenti. Ciò che le due mostre offrono è quindi l’occasione per “un piccolo passo” – concedetemi questa leggendaria citazione – nell’universo terrestre di Giannetto Fieschi, tra la psicologia delle forme e il gusto della storia, talvolta dolce, talvolta amaro.

 

Giannetto Fieschi. L’Esperienza dell’arte
a cura Andrea B. Del Guercio

Fino al 30 aprile 2022

Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce
Via Ruffini 3, Genova

Orari: da martedì a venerdì 11.00-18.00; sabato e domenica 10-17.30

Ingresso intero €5.00; ridotto €3.00

Info: +39 010/580069

https://www.museidigenova.it/it/museo-darte-contemporanea-di-villa-croce

GAM, Galleria d’Arte Moderna
Villa Saluzzo Serra
Via Capolungo 3, Genova Nervi

Orari: da martedì a venerdì 11.00-18.00; sabato e domenica 10-17.30

Ingresso intero €6.00; ridotto €5.00

Info: +39 010/3726025; +39 010/5574739

https://www.museidigenova.it/it/gam-galleria-darte-moderna

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