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MESTRE (VE) | Centro Culturale Candiani | 28 maggio – 31 luglio 2020

di FRANCESCO FABRIS

Riaperta al pubblico dal 28 maggio Freeze Frame-60 anni di cinema, una teoria di immagini – suddivise in sezioni organizzate per decenni – raccolte dal fotografo delle stars Douglas Kirkland, in corso, fino al 31 luglio, al Centro Culturale Candiani di Mestre.

Douglas Kirkland e sua moglie Francoise Kirkland su un set Anni ‘60 ©Mark Kirkland

Canadese, classe 1934, formatosi come assistente alla “corte” dell’immenso Irving Penn, Kirkland ha vissuto lo splendore dei mitici Anni ’60 e ’70 applicandosi alla fotografia di moda, al fotogiornalismo ed alla ritrattistica sempre da un punto di vista elevato e qualitativamente irraggiungibile, fino a collaborare con le produzioni spettacolari degli anni 2000.

Già poco più che ventenne inizia a New York una stretta collaborazione con le riviste patinate più importanti del mondo, da Life Magazine a Look, che gli varrà lo storico reportage su Marilyn Monroe nel 1961.
Sue sono le immagini, appartenenti ad oltre 150 film di fama mondiale, che sono state catturate in presa diretta, con uno sguardo focalizzato sui protagonisti del cinema, sulle star in genere, sui registi e su quegli atteggiamenti in grado di rivelare qualcosa in più della fulgida bellezza dei divi.

Henry Ehrlich, David Hemmings e Douglas Kirkland sul set di I seicento di Balaklava, Turchia, 1967 © Francoise Kirkland

Un atteggiamento, una debolezza, una smorfia. Tutto ciò che potesse cristallizzare il mito e renderlo umano agli occhi dei fans, attraverso un occhio capace di tecnica ma spogliato dalla retorica che riproduceva su carta le immagini con lo stile proprio del tempo in cui erano realizzate.
È con questa operazione glamour ma molto umana e diretta a catturare l’anima dei personaggi che Kirkland ci ha regalato una immensa galleria di frames davanti ai quali è impossibile trattenere il moto di spontaneo stupore di chi, riconoscendo un’icona, un mito, o solo il frammento di una pellicola che ha amato, rivive le emozioni già provate.
Un’indagine facilitata dall’assenza di publicists ed addetti stampa che consentiva una relazione molto più intima, diretta e personale con i protagonisti.

Sua la frase “…il mondo lo capisco meglio con una macchina fotografica in mano” e solo sua l’abilità di condensare in una sola immagine l’aurea della stella, il gesto iconico, la leggerezza e la vulnerabilità come un sapiente regista cinematografico.

Jack Nicholson, nella sua abitazione
Beverly Hills, 1975
©Douglas Kirkland/Photo Op

Celeberrimi, tra i tanti, gli scatti con i quali ha “catturato” Paul Newman, Jane Fonda, Sofia Loren e Peter O’Toole, Robert de Niro e Jack Nicholson, Brigitte Bardot e Faye Dunaway in pose e atteggiamenti cinematografici ma privati.
Iconiche ed immortali, ancora, le testimonianze delle scene di film ormai sprofondati nell’immaginario collettivo, da La scelta di Sophie (1982) a La mia Africa (1985), da Il Grande Gatsby (2013) a Fahrenheit 451 (1966), passando per Amanti (1968) e Come rubare un milione di dollari e vivere felici (1965).

Insignito di molteplici premi nel corso della carriera, le fotografie di Kirkland fanno parte di rinomate collezioni permanenti di istituzioni museali mondiali, ma esprimono tutta la loro potenza quando – come nella mostra curata da Marta Cannoni, Livia Corbò ed Elisabetta Da Lio – giungono a contatto con il grande pubblico, in cerca di un filo conduttore delle proprie emozioni che non può non ritrovare nelle foto delle stelle ormai consacrate al panorama mondiale.

Autoscatto di Douglas Kirkland con Faye Dunaway, Anni ‘60
©Douglas Kirkland

Emblematiche, a parere di chi scrive, le immagini raccolte a Treviso (a due passi dalla mostra) sul set di Amanti (1968), dove i sorrisi smaccati o accennati della Dunaway e dell’immenso Mastroianni sono uno specchio lucido delle sensazioni dei protagonisti, così come l’autoscatto in cui l’artista si è ripreso con Faye Dunaway negli Anni ’60, in una posa che sa di foto di casa, libertà e spensieratezza.

Faye Dunaway e Marcello Mastroianni, sul set di Amanti, Treviso, 1968
©Douglas Kirkland/Photo Op

L’occasione della visita è anche quella di scambiare due parole con l’avv. Giorgia Pea, Consigliere Comunale e Presidente della Commissione Cultura del Comune di Venezia che si dice dispiaciuta di non poter prorogare oltre la mostra (già orgogliosamente prolungata) per consentire, agli appassionati di fotografia ed ai moltissimi visitatori, di farsi “contaminare” a lungo dalle emozioni immortalate da Kirkland oltre le apparenze, in quello che ritiene un perfetto contenitore contemporaneo.

Douglas Kirkland Freeze Frame, 60 anni di cinema.
a cura di Marta Cannoni, Livia Corbò, Elisabetta Da Lio

28 maggio – 31 luglio 2020 

Centro Culturale Candiani
piazzale Candiani 7, Mestre (Venezia)

Info: info@photoop.it
http://www.photoop.it

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