PISA | Passaggi Arte Contemporanea | 14 gennaio – 4 marzo 2017
di FRANCESCA DE FILIPPI
Ho incontrato Sabina Mirri per la prima volta, proprio in occasione della sua mostra presso gli spazi della Galleria Passaggi di Pisa, ed è stato un incontro affascinante, sorprendente e al contempo molto intimo. Immediatamente, varcata la soglia della galleria, ho avuto come l’impressione di aver attraversato un varco spazio temporale, dove la storia dell’arte e l’arte stessa, fossero lì in attesa di essere svelate anche all’occhio meno allenato. E non solo perché ad accogliermi, al centro dell’ambiente, c’è la riproduzione tridimensionale, in legno modulare, del noto dipinto di Antonello da Messina, il “San Gerolamo nello studiolo”, ma anche perché l’intero allestimento trasuda la vita dell’artista, i suoi incontri, le sue riflessioni, il suo pensiero in perenne movimento tra percezione, memoria e fame di conoscenza.
Sabina Mirri inizia la sua attività giovanissima, nella Roma della post-transavanguardia di Achille Bonito Oliva, insieme ad alcuni grandi noti, come Mimmo Paladino, Enzo Cucchi, Sandro Chia. Successivamente si trasferisce a New York dove orbita attorno alla Annina Nosey Gallery e diventa compagna di avventure (artistiche e non) della compianta Francesca Woodman. Infatti, avvicinatami allo studiolo, la prima cosa che noto è una piccola fotografia in bianco e nero che riproduce l’artista di profilo, e in un attimo riconosco in quell’inquadratura e in quelle nuance sfumate ma decise, qualcosa di molto famigliare: si tratta infatti di una delle tante foto fatte dalla Woodman alla Mirri, ed è subito amore. Lo studiolo è una piccola perla, si inquadra nello spazio raccontando delle notti passate dall’artista proprio lì, su quel piccolo banco da lavoro un po’ più alto da terra per guardare l’intorno con una prospettiva sempre nuova e diversa, a creare, disegnare, pensare, ridere delle sue intuizioni ironiche, magari mentre sorseggia una buon gin. Sì, perché lei ama il gin tanto quanto l’ironia impregna il suo processo creativo, trasformandosi in “divertissement” sottili e arguti come nei piccoli disegni a matita su carta in cui gioca con le storia e con l’arte, trasformando in “Alighiero” il famoso autoritratto del Buonarroti nella Cappella Sistina come un corpo svuotato dell’anima e floscio, o nell’omaggio alla coraggiosa fotografa Lee Miller immortalata nella vasca da bagno di Hitler, o ancora Le Corbusier, il surrealista Marcel Marien, fino ad arrivare all’amore topico e avvolto nel mito di una verità storica inadeguata, tra Eloisa e il teologo Abelardo.
Presenti in mostra anche le recenti tecniche miste, tra chine, pastelli, gouache su carta normale e di riso, di varie dimensioni. Grandi e piccole superfici cartacee che si alternano sullo sfondo, posate appena sul muro con piccoli chiodini, in una continuità di significante e significato espresso dalle immagini rappresentate. Ogni sguardo è una scoperta, da lontano l’insieme attrae per l’armonica combinazione di segno e colore, mentre da vicino si svelano sempre nuovi dettagli, nuove figure, come le bottiglie di gin, testi scritti, autoritratti, la riproduzione della “Danza” di Matisse. A chiudere “l’inventario” alcuni grandi dipinti su cartone verniciati a resina, che esplodono in campiture di colore denso e materico.
Sabina Mirri. Inventario (provvisorio) dello studio d’artista
14 gennaio – 4 marzo 2017
Passaggi Arte Conteamporanea
Via Garofani 14, Pisa
Info: +39 050 8667468
+39 338 3525236
info@passaggiartecontemporanea.it
www.passaggiartecontemporanea.it