MILANO | Cardi Gallery | Fino al 6 aprile 2024
di MATTEO GALBIATI
Bastano anche “solo” sedici grandi opere per definire i contorni della “meraviglia”, quella capace di prorompere in una risonanza dell’incanto che nasce spontanea, che si fa pervasiva, coinvolgendo con la sue energie propulsive non solo le dinamiche dell’ambiente in cui le sculture si muovono, ma anche la sensibilità di chi le vive, di chi si relaziona con loro.
Secondo tale principio proprio la scultura lignea di Mario Ceroli (1938), nei codici eloquenti che ne hanno consolidato nei decenni la propria fama, si ritrova forte di questo senso di meraviglia – La meraviglia è il titolo stesso della mostra – nella personale che Cardi Gallery a Milano dedica all’artista abruzzese: qui questi sedici lavori agiscono come un intervento complessivo, un’unica rappresentazione in cui queste vivono la loro “naturale” monumentalità semplice e schietta, incisiva ma mai dura, sintetica e concisa ma sempre poetica.
Abbiamo capolavori veramente sostanziali che riassumono le direttrici dello sguardo di Ceroli nel ventennio compreso tra gli anni Settanta e gli Ottanta equamente rappresentati dalla serie dei Discorsi platonici sulla geometria e dei Quadri di materia, affermati poi attraverso poderosi e muscolari presenze – alcune davvero una rarità espositiva – che impattano sull’immaginazione del visitatore già da una prima osservazione più immediata.
È una grandezza che Ceroli compone e regola con attenzione e che struttura in ogni singolo lavoro elemento per elemento, frammento per frammento, sino a comporre, secondo quell’esclusivo suo linguaggio identitario, riconoscibile e inconfondibile, i tratti di una scultura di forte sensibilità carica di imminente tensione ed espressività silenziosa. Il suo fare e praticare la scultura si conforma attraverso il recupero di una certa tradizione antica che si decodifica nel pieno della contemporaneità artistica: le epoche e le storie in lui si corrispondono, si contaminano; cedono reciprocamente le proprie connotazioni specifiche.
Il paradigma della sua ricerca, che in questo allestimento – curato con la regia attentissima e scrupolosa dello stesso Ceroli, capace di reinterpretare se stesso senza copioni stabiliti a priori – pare trasparire e leggersi con una certa evidenza. L’esito più convincente è l’attuarsi dell’imponente arcaicità che, esperita con modi non convenzionali, concettualmente contemporanei, si compromette con la verità delle cose in cui la materia sfiora, affermando se stessa e tutto il suo portato espressivo, la nostra consapevolezza più profonda.
Quadri in cui la Natura divampa nella sua purezza protendendosi ben oltre la tridimensionalità plastico-scultorea, figure umane che, tra virtù eroica divina o sforzo nel supplizio umano, in cui i miti di Atlante e Sisifo provano a confondersi, si percepisce subito la drammaticità carica di liricità di cui Ceroli è potente e non retorico interprete.
La monumentalità, quasi colossale, eppure così fragile nella sua autenticità naturale, è l’elemento chiave che somma tutte le presenze della mostra, che collega in un insieme solo opere divise cronologicamente da diversi decenni; tutto si concepisce in un’unica macchina scenica che si rispecchia in uno spazio intimo, quello della rappresentazione emotiva ed emozionale del visitatore che l’attraversa, quasi senza dover rispettare coordinate stabilite a priori.
L’estetica “poverista”, marcatamente “artigianale”, di Ceroli segna il senso di un fare poetico che si ritrova nel consenso sensibile con cui lasciamo sopraggiungere ai suoi contribuito un rafforzato e ritrovato senso di meraviglia.
Mario Ceroli. La meraviglia
20 febbraio – 6 aprile 2024
Cardi Gallery
Corso di Porta Nuova 38, Milano
Orari: tutti i giorni 10.00-18.30; sabato 11.00-18.00
Info: +39 02 45478189
mail@cardigallery.com
www.cardigallery.com