BOLOGNA | Auditorium Biagi, Biblioteca Salaborsa | FINO AL 29 MAGGIO 2022
di FRANCESCA SANTORO
Alcuni motivi per non lasciarsi sfuggire questa collettiva internazionale arrivata alla sua ultima settimana (o almeno perché sappiate cosa vi siete persi – per ora – e non farlo mai più).
Terminerà domenica 29 maggio la mostra NEAR + FUTURES + QUASI + WORLDS, arrivata da Berlino a Bologna in occasione di ArtCity 2022, per la prima volta in Italia, grazie a KILOWATT e alla sua partnership con S+T+ARTS iniziativa della Commissione Europea che si impegna a promuovere la collaborazione tra Arte + S(cienza) + T(ecnologia). E questa è l’ultima chiamata, che coincide anche con il weekend più intenso del progetto. Ma andiamo a scoprire le carte.
Tredici opere di altrettanti artisti da tutto il mondo, frutto di residenze artistiche presso i principali centri di ricerca europei, ci mostrano come un futuro possibile sia già qui. Ai confini della realtà, e mai citazione di telefilm fu più azzeccata.
E come la collaborazione tra arte, scienza e tecnologia possa diventare una risorsa inesauribile per inventare il futuro, indagandone la complessità. Abiti fantascientifici, sculture robotiche, bassorilievi, animazioni digitali, film, luci e installazioni “che rendono manifesto ciò che sta per o potrebbe accadere” recita il comunicato stampa. E che dal primo momento che entrano in scena ci dimostrano anche come la realtà e i suoi limiti possano essere estremamente labili. Soggetti all’immaginazione e alla contaminazione.
In esposizione per NEAR + FUTURES + QUASI + WORLDS (a cura di Manuel Ciraqui, dal Guggenheim Museum di Bilbao, insieme alla curatrice associata Silvana Fiorese) tra gli altri REFIK ANADOL artista di fama mondiale nel campo dell’arte digitale, anzi un pioniere dell’estetica digitale che si muove tra (i tanto controversi) algoritmi, big data e I.A. per realizzare data painting in cui tuffarsi (vedi la mostra in corso a Firenze a Palazzo Strozzi). Insieme a lui FORENSIC ARCHITECTURE, gruppo di ricerca multidisciplinare che già nella scelta del nome ti indirizza come nemmeno un titolo di testa saprebbe fare. E che collabora con organizzazioni internazionali ed enti non governativi tra cui Amnesty International e ONU, per indagini su casi di giustizia sociale ancora aperti e violazioni dei diritti umani.
E poi IRIS VAN HERPEN, olandese icona del fashion design biomorfico e ispirato alla natura che sta rivoluzionando il mondo della moda, dell’haute couture più adatta forse a musei che a passerelle, nell’esplorare tecniche, materiali e strutture. La diversità già in natura sembra fonte di ispirazione infinita e forse per questo che Van Herpen ha collaborato con l’architetto Neutelings Riedijk alla nascita del centro sulla ricerca di biodiversità a Leida, il Naturalis Biodiversity Center, inaugurato nel 2019.
Nei prossimi giorni potremo anche fare conoscenza (quasi) diretta con Julia Koerner, in mostra con il suo abito opera d’arte Setæ e che avremo modo di incontrare anche se solo in video durante META A PORTER (27 maggio, ore 17, presso Serra Madre), uno degli incontri del public program destinati a sviluppare i semi lanciati dalle opere esposte per NEAR + FUTURES + QUASI + WORLDS.
Mentre per quanto riguarda i lavori Egor Kraft, Kasia Molga and Scanner, Evelina Domnitch and Dmitry Gelfand, Félicie d’Estienne d’Orves, Ralf Baecker, So Kanno and Etsuko Yakushimaru li conosceremo attraverso le loro opere, che rimane sempre il modo migliore.
Gli ultimi due incontri del public program, durante la tre giorni del 27, 28 e 29 maggio, si incroceranno con il programma di Resilienze Festival per rientrare nel suo calendario di iniziative (a questo proposito: abbiamo già detto che la realtà è complessa e fatta di reti vero). Quindi avremo venerdì 27 maggio “L’arte attraverso lo specchio”, una tavola rotonda con artisti, curatori e scienziati che hanno sperimentato personalmente queste contaminazioni, mentre sabato 28 maggio, alle 19.00, è prevista “Una nuova frontiera della soggettività”, un confronto tra artisti, filosofi e ricercatori che ragioneranno a partire dagli stimoli dell’opera By the Code of Soil:(de)Compositions di Kasia Molga per riflettere sul superamento della dicotomia tra soggetto e oggetto, tra umano e non umano, per arrivare forse a superare l’Antropocene e costruire un futuro di sostenibilità e pace.
E infine, non dimentichiamo di dire che questo progetto segna il debutto in società di SERRA MADRE, il nuovissimo spazio di Kilowatt (che andiamo a recuperare dall’inizio di questo promemoria per vedere se siete stati attenti e con un mirabolante gioco di RingKomposition) destinato a diventare un centro di produzione artistica che metta in connessione il mondo della ricerca (scientifica e umanistica), il mondo delle aziende e quello dell’arte, intorno alle grandi sfide della nostra epoca: sostenibilità e cambiamento climatico.
NEAR+FUTURES+QUASI+WORLDS
Refik Anadol, Ralf Baecker, Felicie D’estienne D’orves, Evelina Domnitch e Dmitry Gelfand, Forensic Architecture, So Kanno, Jiulia Koerner, Egor Kraft, Kasiamolga, Scanner, Iris Van Herpen, Etsuko Yakushimaru
a cura di Manuel Ciraqui e Silvana Fiorese
prodotta da Kilowatt e S+T+ARTS con il patrocinio del Comune di Bologna, nell’ambito del progetto Serra Madre
5 – 29 maggio 2022
Auditorium Biagi, Biblioteca Salaborsa, Bologna
Ingresso mostra lato Cortile del Pozzo.
Ingresso libero
Orari: dal lunedì al venerdì ore 14.30 – 19.00; sabato e domenica ore 10.00 alle 19.00
APPUNTAMENTI:
27 Maggio, ore 17, Serra Madre, Serre dei Giardini Margherita
Meta à Porter: speculazioni sui futuri della moda
27 maggio, ore 19, Serra Madre, Serre dei Giardini Margherita
L’arte attraverso lo specchio: ruoli, esperienze ed apprendimenti su come l’arte possa farci perdere come unico modo per ritrovarci.
28 maggio, ore 18:30 , Serra Madre, Serre dei Giardini Margherita
Una nuova frontiera della soggettività