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ROMA | GALLERIA ANNA MARRA | 19 novembre – 18 dicembre 2021

di ANTONELLO TOLVE

Nell’ampia riflessione avviata dai presocratici sul principio dell’universo, inteso ora come aria (Anassimene), ora come acqua (Talete), ora come fuoco, Eraclito (è lui a individuare la fonte del tutto come un fuoco sempre vivente), centra la propria attenzione sull’idea, intensamente metafisica, di un divenire (γίγνεσϑαι) che investe ogni cosa o forma o essere poiché legati a una profonda dinamicità di fondo, a un continuo fluire che si articola tanto nello spazio quanto nel tempo. Il mondo, per Eraclito, è infatti come un processo mai pago, come un trasformarsi perenne, come un dissolversi e risolversi con moto infaticabile, come un farsi e rifarsi con ritmo incessante: tutto muta e scorre (πάντα ῥεῖ, appunto) e passa da uno stato all’altro.

PANTA REI. VITTORIA GERARDI, MARIA LAET, LUCAS SIMÕES, RODRIGO TORRES, a cura di Marina Dacci, exhibition view Galleria Anna Marra, Roma. Foto: Simon d’Exéa

Partendo da questa idea eraclitea, e in particolare da un celebre aforisma attribuito al filosofo del divenire (detto ὁ σκοτεινός, il tenebroso, l’oscuro), Marina Dacci ha disegnato negli spazi della Galleria Anna Marra Arte Contemporanea di Roma un progetto sul perpetuo fluire e trasformarsi della natura che è, lo sappiamo, il carattere distintivo della vita, con lo scopo di delineare un’atmosfera tutta protesa a definire l’arte, il suo scandirsi e muoversi tra aspetti memoriali e percettivi di un modello (il reale), di un orizzonte dentro il quale si tesse la trama dell’opera.

PANTA REI. VITTORIA GERARDI, MARIA LAET, LUCAS SIMÕES, RODRIGO TORRES, a cura di Marina Dacci, exhibition view Galleria Anna Marra, Roma. Foto: Simon d’Exéa

Il quadrilatero di nomi proposto per articolare Panta reiVittoria Gerardi, Maria Laet, Lucas Simões e Rodrigo Torres sono gli artisti in mostra – è dunque emblema di un per-corso creativo, di una processualità, di una fluttuazione, di una oscillazione tra lavori intesi materialmente come strutture della (nella) realtà e lavori intesi come strutture adiacenti alla realtà: da una parte infatti siamo di fronte a calchi e calcoli, orme e impronte di qualcosa, dall’altra a orizzonti riflessivi che toccano a pieno titolo il nervo del processo creativo, inteso come progetto, come proiezione verso l’esterno di una idea che si misura con le dinamiche estetiche – teoriche – della formatività.

«La forma non è soltanto un elemento fisico: è molto altro», chiarisce Marina Dacci nel testo introduttivo alla mostra, Tutto è fluido, tutto è mobile (soprattutto ora). «Definisce meccanismi legati alla formatività, cioè al modo di formare la realtà, dunque la forma ha a che fare con tempo e spazio. Ragionare sulla forma per un artista significa anche – e forse – soprattutto questo. È possibile farlo mostrando cosa accade in natura e accettando l’entropia della materia vivente come regola della vita, o portando dentro l’opera le categorie di un tempo diacronico e sincronico, attraverso sovrapposizioni e ripensamenti, oppure decostruendo e ricostruendo il soggetto dell’opera da consegnare allo sguardo, o evidenziando le sottrazioni/distorsioni di senso, frutto di cambiamenti culturali oppure, infine, lasciando che chi guarda possa entrare in contatto con l’opera modificandone gli aspetti di formatività».

Con le sue piccole e delicate e pungenti mosse linguistiche tese a ritoccare gli statuti del reale, Maria Laet (Rio de Janeiro, 1982) propone, ad esempio, dei lavori – tra questi anche il meraviglioso video Braid (Tribute to Tunga), 2017-2020 – in cui è possibile percepire ombreggiature, indizi prospettici, interstizi che accarezzano l’ambiguità percettologica dell’uomo.

PANTA REI. VITTORIA GERARDI, MARIA LAET, LUCAS SIMÕES, RODRIGO TORRES, a cura di Marina Dacci, exhibition view, Galleria Anna Marra, Roma. Foto: Simon d’Exéa

Dal canto suo Rodrigo Torres (Rio de Janeiro, 1981) muove da un gioco costante tra materia e forma, da argomenti derubricati dalla loro agenda originaria – China in Box Dinasty (2018), Neolítico Express (2018) e Tipo Exportação (2017), sono alcuni dei suoi lavori in mostra – per creare equivocità e doppiezze, ripensamenti e spostamenti dal mondo della natura a quello della cultura, dal terreno del vero a quello del pensiero.

Aderenti alla realtà tanto da assorbirla al loro interno, le fotografie di Vittoria Gerardi (Padova, 1996) creano cortocircuiti tra rappresentazione e presentazione (elegantissimi i confini del 2019), tra un doppio mondo sensibile assorbito per dar luogo a dispositivi autosufficienti, a corpi in cui la finzione lascia il posto all’oggetto, estroflesso, lanciato contro lo sguardo dello spettatore.

PANTA REI. VITTORIA GERARDI, MARIA LAET, LUCAS SIMÕES, RODRIGO TORRES, a cura di Marina Dacci, exhibition view Galleria Anna Marra, Roma. Foto: Simon d’Exéa

Ripensando agli elementi costitutivi del disegno e alla vitalità della carta che può essere tanto piano su cui tessere un racconto in superficie quanto elemento plastico aperto alla tridimensionalità, Lucas Simões (Catanduva, 1980) crea fragili architetture, piccoli ambienti che argomentano e misurano – si pensi a Plano e Traço (2019) o a Untitled (2020) – la storia delle idee, lo sguardo della civiltà di fronte al mondo, al modello della vita concreta, al paesaggio in cui l’occhio si consuma per farsi moltiplicazione dell’unità e unificazione della molteplicità. «La creazione di una forma è il primo elemento che contraddistingue la produzione di un’opera nel segno e nella materia che la costituisce» suggerisce ancora Dacci. «Cosa accade quando la forma si confronta con l’idea di trasformazione assorbendo il preesistente e, al contempo, accogliendo una possibilità in potenza? Così come avviene per la costruzione della nostra identità, l’idea di perpetuo cambiamento in questo flusso energetico rimette in discussione non solo noi stessi (attraverso il processo di accumulazione e selezione mnemonica), ma i soggetti stessi dell’opera, talvolta impiegati come archetipi (il vaso, l’acqua, l’albero, il paesaggio…) o re-immaginati, suggerendo nuove architetture visuali che si fanno immagine».

PANTA REI. VITTORIA GERARDI, MARIA LAET, LUCAS SIMÕES, RODRIGO TORRES, a cura di Marina Dacci, exhibition view, Galleria Anna Marra, Roma. Foto: Simon d’Exéa

PANTA REI. VITTORIA GERARDI, MARIA LAET, LUCAS SIMÕES, RODRIGO TORRES
a cura di Marina Dacci

19 novembre – 18 dicembre 2021

GALLERIA ANNA MARRA
via sant’angelo in pescheria 32, Roma

Info: tel. +39 06 97612389
info@galleriaannamarra.it
www.galleriaannamarra.it

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