BOLZANO | Alessandro Casciaro Art Gallery | 5 maggio – 30 giugno 2017
di GABRIELE SALVATERRA
La personale del giovane pittore veneziano, classe 1983, Michele Bubacco da Alessandro Casciaro Art Gallery si presenta, già a partire dal titolo, con una nota irrisoria e aggressiva. Il sonoro fuck con cui l’autore accompagna l’esposizione dei propri lavori pare sintetizzare perfettamente i tratti di una bad-painting, fatta di stesure incontrollate e di un approccio irriverente alla figurazione sotto il quale si nota, comunque, una notevole capacità tecnica, continuamente contrastata e tenuta a freno da una forte urgenza espressiva.
Ma il gioco di parole Fuck-simile, che funge da linea guida per i diversi lavori presentati in mostra, sottintende anche una raffinata riflessione sullo stato della pittura e della creazione di immagini oggi, in bilico tra unicità e riproducibilità, autenticità e remix.
Se per Michelangelo Pistoletto l’inserimento dello specchio all’interno della superficie dell’opera era un espediente innovativo per poter ri-situare continuamente l’immagine nel contesto, inglobando in essa anche lo spazio espositivo e ciò che contiene, per Bubacco ciò avviene attraverso lo strumento tecnico del chroma key con il quale può inserire nei propri dipinti immagini digitali ogni volta diverse provenienti dal proprio archivio personale. Il fondale verde acido utilizzato nel cinema e nella televisione per simulare l’effettiva presenza in un luogo (in particolare negli interventi di corrispondenti dall’estero) nella pittura di Bubacco diventa spazio di possibilità in grado di accogliere altre immagini e, in questa maniera, di conformare la pittura alla loro natura proteiforme.
La mostra si divide così tra dipinti veri e propri, contrassegnati dal verde innaturale del chroma key, e una serie di stampe digitali degli stessi lavori rifotografati, dove la campitura vuota viene abitata da immagini banali provenienti dall’archivio dell’artista.
La pittura si confronta così col proprio rimosso, un traboccante flusso iconico digitale che accoglie nelle pieghe del suo stesso linguaggio, per dimostrarsi medium quanto mai adattabile ai cambiamenti a cui viene chiamato dalla contemporaneità.
Nel suo testo Giusi Diana richiama giustamente il concetto di Postproduction di Nicolas Bourriaud e specifica quanto sia “interessante notare, come l’espediente della chiave cromatica consente il nomadismo dell’immagine pittorica, che da fissa e circoscritta (…) diviene errante e dislocabile nello spazio”. Oltre a questo il lavoro di Bubacco stupisce per la sua capacità di contaminarsi con l’immagine preesistente, non temendo di sconfinare verso i territori prosaici degli archivi digitali, delle immagini social e degli scatti da cellulare, in una nuova dimostrazione delle infinite possibilità di adattamento e significazione della pittura.
Michele Bubacco. F**k-simile
Alessandro Casciaro Art Gallery
Via Cappuccini 26/a, Bolzano
5 maggio – 30 giugno 2017
Info: +39 0471 975461
info@alessandrocasciaro.com
alessandrocasciaro.com