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RIMINI | Zamagni Arte| Fino al 5 aprile 2025

di TOMMASO EVANGELISTA 

La galleria Zamagni Arte di Rimini ospita Acqua Alta, la nuova mostra di Patrizia Zelano, a cura di Giovanni Pelloso, un’indagine fotografica che affronta il tema della memoria sommersa attraverso una serie di scatti attorno ai concetti di perdita e resistenza. L’artista si confronta con le devastanti inondazioni che hanno segnato la storia di Venezia, trasformando l’acqua, da motore della laguna, in simbolo della fragilità del patrimonio culturale e della vulnerabilità delle opere di fronte alle forze della natura. L’esposizione si inserisce in un più ampio discorso sulla conservazione della memoria, attraverso una ricerca che fonde pittura, installazione e libri d’artista. Zelano, da sempre interessata alla stratificazione del tempo e al rapporto tra segno e materia, propone un percorso in cui il visitatore è invitato a muoversi tra carte macerate, pigmenti dilavati e superfici erose, quasi a restituire la sensazione di un archivio sommerso dove ogni frammento racconta una storia di resistenza.

© Patrizia Zelano, Acqua Alta, libri danneggiati durante l’alluvione di Venezia 11/2019, recuperati dalla libreria Acqua Alta e nei rifiuti di una casa privata

Il progetto espositivo prende spunto dalle immagini iconiche dell’acqua alta veneziana, un fenomeno che negli ultimi anni ha assunto un carattere sempre più drammatico, minacciando non solo il tessuto urbano della città lagunare, ma anche il suo inestimabile patrimonio artistico e archivistico. Zelano raccoglie e rielabora questi eventi, trasformandoli in un dispositivo visivo che mette in discussione il concetto stesso di conservazione e di perdita, in un equilibrio precario tra dissoluzione e stratificazione.
L’acqua, del resto, è da sempre elemento fondante della poetica dell’artista e in questa mostra assume un ruolo ambivalente: da un lato è una forza devastante, capace di cancellare la memoria, sfigurare i documenti, distruggere libri; dall’altro è un agente di trasformazione, capace di modellare la materia e generare nuove forme. Venezia, dunque, diventa il punto di partenza di un discorso più ampio sulla precarietà della rappresentazione collettiva e sulla difficoltà di tramandare il sapere attraverso le epoche in quanto gli scatti non documentano solo il passato ma aprono squarci sul futuro, suggerendo che la cultura stessa, per sopravvivere, deve trovare il modo di adattarsi ai mutamenti del mondo.

© Patrizia Zelano, Acqua Alta, libri danneggiati durante l’alluvione di Venezia 11/2019, recuperati dalla libreria Acqua Alta e nei rifiuti di una casa privata

Uno degli aspetti più affascinanti è l’obiettivo su materiali che evocano il processo di deterioramento causato dall’acqua. Le opere si presentano come tracce trasfigurate, con superfici che sembrano consumate dall’umidità, carte gonfiate e deformate, pigmenti che si dissolvono lasciando solo ombre di segni e parole: volumi che sembrano essere stati sommersi, le cui pagine, pur deformate e scolorite, conservano ancora frammenti di testi e immagini, come se l’acqua non fosse riuscita a cancellarli completamente trasformandoli in veri e propri reperti di un’umanità che cerca di preservare il proprio sapere dall’oblio.

Il risultato è un universo visivo che richiama la stratificazione del tempo, in cui il processo di creazione dell’opera si confonde con quello della sua naturale disgregazione. La mostra, quindi, non è solo una riflessione sulla vulnerabilità del patrimonio, ma si pone anche come una meditazione più ampia sulla conservazione di ciò che è stato e sull’incertezza del futuro perché, proprio come l’acqua lascia il segno del suo passaggio, anche la cultura può resistere e riaffiorare sotto nuove forme. Nel contesto attuale in cui il cambiamento climatico e la fragilità delle città d’arte sono temi sempre più urgenti, Acqua Alta assume una valenza politica e sociale: non solo un tributo a Venezia, ma un monito sulla necessità di preservare il patrimonio con consapevolezza e responsabilità.

Veduta della mostra Patrizia Zelano. ACQUA ALTA – VENEZIA 2019, courtesy Zamagni Arte, Rimini

È la memoria dell’acqua che ritorna come perenne consolazione, nell’equilibrio sottile tra la perdita di delicatezza e il recupero di strategie nuove di interazione e sospensione, nel silenzio di una tensione che non rassicura, bensì aiuta ad aprire gli occhi.

 

Patrizia Zelano. ACQUA ALTA – VENEZIA 2019
a cura di Giovanni Pelloso

Fino al 5 aprile 2025
Finissage sabato 5 aprile 2025, dalle ore 17.00

Zamagni Arte
via Dante Alighieri 29-31, angolo via Cesare Clementini, Rimini

Info: +39 335 70 16 352 | +39 0541 1414404
info@zamagniarte.it
https://www.zamagniarte.it/

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