MILANO | Cardi Gallery | Fino al 21 dicembre 2017
di KEVIN McMANUS
Con questa antologica di Vettor Pisani (1934-2011), la Cardi Gallery conferma il format ormai consueto della mostra storica monografica, che porta a rileggere con rinnovata freschezza il lavoro di un protagonista del secondo Novecento. Nel caso di Pisani si tratta di un protagonista problematico, irrituale, e pertanto assai adatto all’atteggiamento di rivalutazione, di critica alla frettolosità della storia dell’arte recente dimostrato in questi anni dalla galleria milanese.
C’è sicuramente più di un motivo se il successo di Pisani è stato limitato e costellato di “ma”, lungo tutto l’arco della sua carriera: da un lato, come notato da Piero Tomassoni nel testo in catalogo, la sua scarsa propensione all’incasellamento dentro categorie precostituite; caratteristica apparentemente comune a tanti artisti di genio (e non a caso tirata in ballo in numerosi slogan promozionali), ma particolarmente importante in un lavoro artistico che, invece di ostentare disinteresse per tali categorie, le chiama in causa tutte, criticamente e, per così dire, obliquamente, dando testimonianza della consapevolezza della propria collocazione storica. In secondo luogo, in anni carichi di insidie portate dal mercato, Vettor Pisani adotta una posizione scomoda, lontana dalla facilità di molta Transavanguardia eppure mai radicalmente votata al suo opposto: quella cioè di una figurazione che nega l’immediatezza rappresentativa a favore della stratificazione simbolica, che assume in toto la pretesa estetica di abbagliare il fruitore mediante un impatto visivo immediato, ma che nondimeno si affida al “supplemento”, alla cultura (o alla lettura parallela di testi colti) per articolarsi in livelli di comprensione diversi ed inattesi.
L’impressione, insomma, e una retrospettiva antologica come questa non fa che rafforzarla, è che Vettor Pisani abbracci la condizione postmoderna senza però adottarla come alibi, senza farla diventare una scorciatoia anti-intellettualista; al contrario, i caratteri di questa sensibilità vengono assunti e messi alla prova nella loro pienezza teorica. La citazione, ad esempio, elemento postmoderno per eccellenza, non alimenta la pratica – assai diffusa tra i contemporanei – del pastiche, della parodia privata dell’ironia modernista; ogni elemento citato (sembra di vedere le virgolette) è messo al centro, riattivato in un nuovo contesto che ne mette in luce le possibilità critiche e ne rivela aspetti inediti, piuttosto che appiattirlo in una dimensione liquida e centrifuga.
È il caso dello scioglimento dell’Isola dei Morti di Böcklin che rivela l’Edipo e la Sfinge di Moreau, in Viaggio nell’eternità (1996-2004), o del Marat assassinato di David reso elemento centrale di un rebus in Museo Criminale Francese (con Charlotte Corday che interpella direttamente l’artista). In altri casi, le virgolette non ci sono, e la citazione si apre all’omaggio, come nel Quadrato immaginario che riprende, alla lettera, la cioccolata duchampiana, ricoprendone una Venere che richiama Paolini, o del classico Agnus Dei (1970), pregno di suggestioni poveriste e beuysiane.
Il gioco libero del postmoderno in Pisani si fa enigma, rebus suggestivo più che ludico, con i temi cari all’alchimia (la cottura, lo scioglimento, la metafora chimica per la sessualità) a fare capolino qua e là in un orizzonte di grande impatto e, al tempo stesso, di estrema difficoltà di lettura.
L’allestimento ricalca una modalità espositiva cara alla Cardi Gallery, con l’ampio piano inferiore dedicato ai lavori di maggiori dimensioni e di maggiore potenza visiva, mentre il soppalco è riservato a lavori più sottilmente enigmatici e raffinati, come le uova di struzzo ispirate a Bataille o i poetici disegni, legati al tema del ritratto femminile e della metamorfosi (con l’elemento ricorrente della lumaca), vera “chicca” dell’evento.
E come sempre, una selezione quantitativamente moderata di lavori rende perfettamente il senso forte di un’intera produzione artistica. Di un’arte che si presenta come dono all’osservatore e che, in quanto tale, riconosce all’osservatore la dignità di riceverla.
Vettor Pisani
a cura di Piero Tomassoni
18 settembre – 21 dicembre 2017
Cardi Gallery Milano
Corso di Porta Nuova 38, Milano
Orari: da lunedì a venerdì 10.00-19.00
Ingresso libero
Info: +39 02 45478189
mail@cardigallery.com
www.cardigallery.com