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FERRARA | MLB Maria Livia Brunelli home gallery | 1 giugno – 23 settembre 2012

Intervista a STEFANO SCHEDA di Viviana Siviero

Un progetto espositivo che è stato definito spettacolare è quello che prenderà vita venerdì 1 giugno (fino al 23 settembre) alla MLB Maria Livia Brunelli home gallery di Ferrara, pensato in coesistenza con la mostra dell’impressionista spagnolo Joaquín Sorolla in corso presso il Palazzo dei Diamanti, che si trova a pochi passi dagli spazi della casa-galleria. Si tratta di una doppia personale dal titolo Sorolla’s garden, curata da Peter Weiermair e realizzata in collaborazione con Studio La Città di Verona. I protagonisti sono il giapponese Hiroyuki Masuyama e il bolognese Stefano Scheda; il tema quello dei “giardini di luce”, affrontato dai due artisti in maniera diversa ma con incredibili, sottili analogie: le vediamo insieme ad uno degli autori…

Viviana Siviero: La MLB Gallery di Ferrara è una realtà particolare, esteticamente affascinante. Il curatore, Peter Weiermair, ti ha accostato al giapponese Masuyama: come affronterai lo spazio?
Stefano Scheda: La galleria di Maria Livia Brunelli ha la prerogativa di essere anche una casa abitata, dunque le opere si inseriranno oltre che nei due saloni rinascimentali principali anche in altre stanze, come la camera da letto e la cucina. In questa occasione il legame fra me e Masuyama è dato proprio dalla creazione di una soluzione di continuità fra i due corpus artistico-creativi: in una delle due sale, dal buio, appaiono luminosissimi e iperrealisti, quasi fossero sospesi, i light-box di Masuyama creati dalla sovrapposizione di migliaia di fotogrammi che nel loro accostamento maniacale restituiscono l’idea di attraversamento temporale delle diverse stagioni atmosferiche del giardino. Nell’altra sala contigua quasi senza soluzione di continuità, se non per la più spiccata visione “occidentale”del tema, sono installate le mie quattro grandi foto che rappresentano case ricoperte dal verde che in una sequenza via via progressiva si trasformano per l’utilizzo artificioso dello specchio installato, quasi fosse aria, a chiusura-apertura delle porte e delle finestre, che riflette differenti cambiamenti del paesaggio di fronte alla casa stessa. Entrambe le nostre poetiche giocano col tempo e le sue declinazioni, chiamando in causa lo scorrere delle stagioni e il modificarsi del tutto in relazione alle variazioni cromatiche continue ed inarrestabili. È proprio questo il punto di congiunzione su cui entrambe le nostre poetiche hanno potuto entrare in contatto con la pratica di Sorolla, il cui lavoro come è noto si basa sull’elemento luce. Naturalmente, come ha sottolineato Weiermair, si tratta di un accostamento che può essere considerato solo dal punto di vista squisitamente tematico in quanto la nostra concettualità si discosta sia temporalmente, sia a livello esperienziale e mediatico da quella di un artista dell’Ottocento. La stanza, che ho trovato più affascinante dal punto di vista allestitivo, è stata proprio la camera da letto, in cui ho fatto in modo che alcuni oggetti di arredo comune germogliassero. Si tratta di un lavoro sulla memoria della natura originaria del mobile, oggetto d’uso quotidiano che col tempo diviene custode di vite e segreti, mostrando le gemme come fossero ritrovamento originario di un passato.

Che altre opere vedremo? Specchi e gemmazioni che fanno vivere nuovamente edifici che la modernità ha trattato ora come rovine, ora come negazione di esse…
Da tempo mi applico alla tematica installativa, ma poterla mettere in atto in uno spazio che vive di quotidianità come la casa-galleria, è stato qualcosa di più particolare. Ciò che esiste già e fa parte dell’arredamento della camera, può maggiormente dar vita ad un nuovo sguardo su di una scena che, fino a quel momento, era rimasta immobile. Si tratta di una vera e propria proliferazione sul banale quotidiano, come in una riappropriazione della natura preesistente originaria. È come se questi mobili si umanizzassero tanto da contaminare, anche la crepa creatasi a seguito dell’ultima scossa di terremoto, avvenuta proprio in questi ultimi giorni durante l’allestimento nell’incontro fra le due sale che separano me e masuyama, dove ho innestato alcune gemme che fuoriescono dalle crepe-ferite del muro, come ad esorcizzare la paura e anche a rendere più complice e affine il legame fra noi. Infatti ho scoperto di avere inconsciamente, a livello di gusto, un carattere orientale laddove le mie opere vadano ad incontrare i light box di Musuyama. In cucina ho collocato una foto che rappresenta un’installazione realizzata nell’adiacente parco Terraviva, dove una siepe diventa un banco di lavoro costituito da un lavandino-fontana a ciclo continuo di acqua ed un fornello pronto all’uso dei passanti a mo’ di estemporanea en plein air. La mostra si intitola Sorolla’s Garden, appunto perché è il giardino che, alla luce di Sorolla, rappresenta il punto di partenza “luminosa” da cui sorgono le istante del presente.

Le tue idee sono molteplici; hai realizzato la perfomance T(R)ATTO con i ragazzi dell’Accademia di Bologna, dove insegni: ci racconti di questo nuovo fuori/dentro?
Lo scorso 25 maggio, ho appunto realizzato questa performance che a detta dei numerosi numero di visitatori che vi hanno preso parte, oltrepassando appunto il tratto – percorso fatto da altrettanti corpi, è risultata emozionante in tempi piuttosto sterili di contatto umano. Infatti, come “ospiti penetranti” all’interno di corpi/dimora, i visitatori sono stati guidati a farsi strada in un tunnel umano fatto di battiti, odori e respiro. La performance ha avuto luogo in un locale underground, in uno spazio accessibile dopo aver preso un angusto ascensore, illuminato da una luce accecante: lo spettatore scendeva così negli “inferi” del piano sotterraneo di un palazzo Nobile di Piazza Santo Stefano, cosa che strideva fortemente con gli interni che siamo andati ad abitare. Una volta giunti a destinazione lo spettatore veniva catapultato nel buio totale costretto a farsi largo ed attraversare un tunnel di corpi nudi e vestiti: un percorso liberatorio, di smarrimento olfattivo e tattile. Una sorta di soglia-Abramovic portata a tunnel.

Hiroyuki Masuyama e Stefano Scheda: Sorolla’s gardens
a cura di Peter Weiermair

MLB home gallery
Corso Ercole d’Este 3, Ferrara

Info: +39 346 7953757
www.mlbgallery.com

inaugurazione venerdì 1 giugno dalle 18.00 alle 22.00
1 giugno – 23 settembre 2012

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