Venaria Reale (TO) | Reggia di Venaria e Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” | 29 ottobre 2016 – 15 gennaio 2017
Intervista a PAOLA NICOLIN di Corinna Conci e Isabella Falbo
Come quando è naturale comprendere il senso di un discorso senza pensare che è composto da moltissime parole autonome: diversi costituenti creano la comunicazione linguistica, un sistema di simboli scomponibili. Stupisce invece, un discorso extra-linguistico creato sulla frammentazione, perché si tratta solitamente di una comunicazione che consiste in un insieme di simboli non scomponibili, maggiormente legati ad una dimensione emozionale e comportamentale.
Handle with care sorprende per la quantità, la qualità e il significato indipendente di ogni pezzo, ogni microsistema che va a formare un inglobante macrosistema cioè il discorso extra-linguistico finale.
Masbedo (Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni) nasce come duo artistico nel 1999. La pratica artistica dei Masbedo si caratterizza da opere video e installazioni create secondo un proprio vocabolario artistico che racchiude le specificità delle singole arti – film, letteratura, coreografia e musica – e una ricerca che si sviluppa attraverso un approccio antropologico, sociale e politico. Il lavoro è una sintesi di teatro, performance, architettura e video in cui il pubblico è coinvolto all’interno dello spazio creativo del video stesso. Le loro opere sono costruite su registri metaforici, la natura è presente e la condizione umana contemporanea è fulcro centrale dei temi indagati.
La mostra personale dal titolo Handle with care, maneggiare con cura, a cura di Paola Nicolin è stata presentata ad ottobre 2016 a Palazzo Vecchio e all’Opificio delle Pietre Dure (Firenze) e successivamente durante Artissima 2016, al Centro Conservazione e Restauro e Reggia di Venaria Reale (Torino).
Punto di partenza per questo progetto è stato l’invito da parte di The Classroom – Centro d’Arte e di Educazione aperto nell’aprile 2016 a Milano – a sviluppare una riflessione sul tema dell’immagine, approfondito dagli artisti nella cornice di queste prestigiose istituzioni italiane.
Il progetto Handle with care si offre al pubblico come una mostra in due atti in stretta relazione con l’architettura scelta in rapporto al contenuto dei lavori. Al Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, la prima parte della mostra è un diario aperto sul mondo Masbedo in cui gli artisti hanno trasferito materiali provenienti dal loro studio – fotografie, piccole sculture, installazioni, video e oggetti – attorno ai quali si è sviluppata la ricerca sull’origine dell’immagine, il suo senso nel restauro, la sua conservazione e trasmissione del tempo. In Handle with care il mondo Masbedo si incrocia con quello del restauro: elementi come tavoli, luci, attrezzi odontoiatrici, monitor e materiali vari relativi alle performance Untitled 2016, e all’opera Untitled 2016, dialogano con le opere in via di restauro tra cui quelle di Donato Bramante.
Negli spazi della Citroniera la presenza e assenza dell’artista come metafora della fragilità dell’arte e della cura di cui necessita è evocata nella video installazione BB-547-CJ 2016, citazione all’immortale Gino De Dominicis: l’autentica macchina vuota che fu di proprietà dell’artista certifica la scomparsa dell’artista, affiancata da un video monolocale dove la macchina sfreccia in una strada di campagna e si allontana lasciando solo una nube di polvere che evapora per poi tornare alla quiete iniziale.
Le due immersive video installazioni Handle with care 2016, e 30 luglio 2007 2016, coinvolgono il pubblico e lo portano a riflettere sul valore sacrale immaginario dell’immagine.
«In questo progetto è stato interessante filmare i restauratori come se fossero parte di una performance. Gesti per loro normali come prendere una siringa e iniettare nella testa di un Cristo ligneo della colla che serve per far seccare il colore, è un atto pratico nel quale noi vediamo altri simboli. Per esempio all’inizio della mostra si vede un macchinario che serve per fare scansioni alle opere che possiamo chiamare “respiratore”, perché sembra un polmone che scende e che sale quasi per annusare l’estasi del quadro».
Così i Masbedo introducono il percorso della mostra, corredato da un libro edito per l’occasione dal titolo Diario psichico curato da Paola Nicolin.
Diario psichico contiene pezzi di memoria costituenti le identità degli artisti e di conseguenza gli ingredienti ben integrati che creano le loro opere. Quale funzione ha avuto questo sguardo al processo artistico, il dare la possibilità allo spettatore di conoscere cosa avviene prima e durante la creazione dell’immagine firmata Masbedo?
Paola Nicolin: I Masbedo sono due video artisti italiani che hanno fatto della iper produzione dell’immagine il loro credo. La mia sensazione è stata quella che potesse essere utile e interessante a questo punto della loro carriera e in questo specifico progetto per loro provare a rilasciare questa iper produttività e questa iper immaginazione sulla pagina bianca, per poi riuscire ad arrivare all’immagine più leggeri e “secchi”, liberati da una serie di considerazioni che appesantiscono l’immagine pura. Concentrasi sul processo creativo è stato forse come guardarsi allo specchio e vedere e lasciar vedere come nasce l’immagine e come la si lavora, come si arriva a un certo risultato consapevoli dei passaggi fatti – e non solo forti di un talento innegabile e riconosciuto. I diari di bordo sono strumenti di navigazione che servono per capire d’altra parte non tanto come si è svolto il viaggio ma piuttosto come impostare quello successivo.
Handle with care è un progetto che si focalizza sul dettaglio, sul frammento: il lavoro fatto dalle figure dei restauratori viene seguito con le telecamere dagli artisti che vivono insieme ai protagonisti le scene riprese. Scrivi che «Restaurare per i Masbedo diventa indagare il tema dell’identità». Cosa intendi con questa affermazione?
L’operazione del restauro è insieme una affermazione di solida appartenenza (alla storia che si tramanda attraverso la cura del manufatto, materiali o immateriale che sia), una fonte di scoperte scientifiche e di conseguenti nuovi percorsi della storia (da ricucire entro nuove narrazioni), ma anche un insieme di gesti ripetuti che sottolineano quanto disarmante sia lo scarto tra il tempo dell’opera e il tempo dell’uomo. Uno degli aspetti a mio modo di vedere più interessanti di Handle with care è che riesce a cogliere in immagini sintetiche queste diverse temporalità alle quali corrispondono diversi percorsi identitari.
Donald Winnicott definisce zona intermedia quello spazio a metà strada tra realtà e irrealtà rappresentato dal gioco per il bambino e dall’arte per l’adulto: un’area creativa vitale. Tu definisci i Masbedo “alchimisti traduttori”, presentazione che ricorda la figura di chi trasferisce da un mondo ad un’altro un significato elaborandolo. Qual’è la tua idea di artista?
La mia idea di artista temo non esista o, quanto meno, è ribaltata ogni volta. L’artista rimane per me un universo parallelo, indescrivibile se non attraverso le opere che rilascia per strada, accessibile solo in parte, preso in prestito per un momento come lente d’ingrandimento sulla realtà e tuttavia del tutto impenetrabile perché alla fine, è già altrove con la testa.
Masbedo. Handle With Care
Volume: Paola Nicolin | Masbedo. Diario psichico
Analisi di una mostra d’arte contemporanea, Quodlibet 2016
29 ottobre 2016 – 15 gennaio 2017
Venaria Reale, Reggia di Venaria e Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, Torino