Every thing in the right place (Ogni cosa al suo posto) è la prima personale dell’artista Marco Casentini, spezzino di nascita e americano d’adozione. In esposizione venti nuove opere: cinque grandi lavori su tela, diverse opere su perspex di piccolo e medio formato ed una scultura sempre in perspex. Come è solito fare in occasione di mostre personali, Casentini ha realizzato sulle pareti della galleria un wall painting sul quale ha inserito i suoi quadri. Partiamo proprio da qui, parlandone con lui…
Il wall painting, oltre a coinvolgere i muri della galleria, interagisce con i quadri tramite linee continue e colorate…
Quello da Cardelli&Fontana è il primo wall painting in assoluto ad essere composto solo da righe verticali e orizzontali, devo dire la verità, ho voluto fare qualche cosa di unico per questa personale in provincia di La Spezia, la mia città natale. Negli ultimi lavori la geometria che contraddistingue la mia pittura si è arricchita di queste linee verticali e orizzontali, mi piace simpaticamente chiamarle “mappatura del quadro”, una maggiore definizione della struttura geometrica: il riferimento alla lezione spaziale di Mondrian mi sembra evidente, penso che tutta la sua pittura sia molto attuale. Mi piace esporre i miei dipinti sul wall painting in modo che interagiscano con la superficie dipinta, una sorta di quadro sul quadro, un’altra sovrapposizione come quella delle linee.
Veduta galleria: vista della mostra
Ad un primo sguardo i tuoi lavori potrebbero ricondurre a codici “astratto-geometrici” ma preferisci definirti un artista “realista”. Cosa significa per te?
Significa ricondurmi a una realtà che respiro, vivo e con cui interagisco quotidianamente, il mio studio di Milano ha una finestra che si affaccia su una serie di condomini, non riesco a vedere il cielo (a Milano raramente si riesce a farlo) ma attorno a te ci sono solo palazzi, linee rette e verticali, così a New York e nella maggior parte delle metropoli mondiali, avrei difficoltà a dipingere boschi e montagne, pur amandole profondamente. Credo che un artista sia condizionato a livello inconscio dalla realtà che lo circonda, pensiamo ai quadri di Richard Diebenkorn, ha dipinto per anni la serie Ocean Park, luogo dove ha abitato per oltre 20 anni, a Santa Monica, sono tutti quadri differenti ma dalla stessa atmosfera urbana e dai colori e dalla luce tipicamente californiana. Anch’io condivido questo modo di farsi coinvolgere dallo spazio in cui si vive e dalla sua struttura.
La tua maggiore fonte di ispirazione, quindi, sono gli spazi urbani e le loro architetture… Sei nato a La Spezia ma vivi e lavori tra Milano e Hermosa Beach (California)…
La Spezia, città dove ho vissuto per ben 25 anni, è sempre nel mio cuore, dalla terrazza della casa dove ho vissuto vedevo il porto e la linea dell’orizzonte. Nelle mie prime opere compariva appunto sempre la linea dell’orizzonte. In Svizzera, altro luogo dove ho vissuto se pur non in maniera continuativa, in quanto i miei genitori erano lì per lavoro, ho visto le prime mostre di artisti concreti da Bill a Lhose e vivevo in un contesto dove tutto era organizzato e preciso. Quando mi sono trasferito a vivere a Milano ho perso completamente la linea dell’orizzonte nei miei quadri e sono incominciate a comparire strutture geometriche semplici, colorate con le tinte che vedevo sulle facciate dei condomini milanesi. La California, Los Angeles in particolare, ha dato al mio vocabolario pittorico quello che avrei potuto assimilare solo lì, la luce e i colori. In tutte le opere c’è realmente un po’ di tutti questi luoghi…
Rigorosità geometrica della composizione unita all’emozionalità nella scelta dei colori e, soprattutto, del loro accostamento. Come interviene il materiale di supporto in questa “costruzione”?
Mi piace usare diversi supporti dal plexiglas all’alluminio, dal rame all’acciaio, devo dire che il plexiglas è il materiale che amo di più, dipinto sul retro fa si che le pennellate non si vedano più, sembra quasi colore serigrafato; inoltre, una volta applicato sulla tela, crea una sorta di spaesamento in chi guarda l’opera, tutto ciò che sta davanti al quadro entra nell’opera, una sorta di specchio dove anche il fruitore può vedere la sua immagine.
La mostra in breve:
Marco Casentini. Every thing in the right place
Cardelli & Fontana artecontemporanea
Via Torrione Stella Nord 5, Sarzana (SP)
Info: 0187 626374
www.cardelliefontana.com
5 dicembre 2009 – 10 gennaio 2010
Inaugurazione sabato 5 dicembre 2009 ore 18.30