BOLOGNA | MAMbo | Fino al 6 maggio 2012
di MATTIA ZAPPILE
Il MAMbo prosegue nel suo itinerario nell’arte critica del Novecento, ancora una volta con un artista di carattere internazionale. Fino al 6 maggio sarà possibile lasciarsi ipnotizzare dall’arte di Marcel Broodthaers. La personale, dal titolo L’espace de l’écriture, propone una retrospettiva dell’artista con opere che vanno dal 1968 al 1975. Tra le mura del Museo ci si ritrova in un luogo di rivelazione del fatto estetico, all’interno del quale l’arte viene negata nelle sue derive di sistema fatto di fiere, mostre e oggetti consumabili così da poter essere scoperta nella sua essenzialità.
Inserito nel cosiddetto filone concettuale, l’artista ci mostra attraverso le sue opere delle vere e proprie acrobazie del pensiero. È arte, ci dice Broodthaers, ciò che costruisce attraverso un confine mal determinato uno spazio di significazione, non generato attraverso un linguaggio, perché in esso il senso si disvela con folgorazioni frammentarie mai definibili che vanno al di là, anzi esistono, nonostante il segno. Così l’oggetto estetico, nel quale l’idea dovrebbe incarnarsi, si palesa gabbia vuota dalla quale la mente, dell’artista ma poi soprattutto dell’osservatore, fugge e si libera abbattendo il confine del linguaggio. Il medium non solo non è messaggio, né materia plasmabile per comunicarlo, ma snodo complesso della convenzione strutturale ed enciclopedica, da cui l’artista si riesce ad emancipare attraverso la smaterializzazione del concetto.
Le cinquanta incredibili opere esposte negli spazi del MAMbo non sono “il dove”, il luogo dell’arte, ma potenti macchinari che proiettano idee creando attorno a loro, in quell’etere che Einstein ha negato ma che lo spettatore non potrà non esperire, un campo elettromagnetico in cui scintille potenti entrano in contatto, vero e proprio impatto elettronico, con le nostre sinapsi cerebrali. Prima di varcare la soglia, occorre prepararsi a quella che diventa una vera e propria esperienza di realtà virtuale: ripetuti flash di immagini, parole, illuminazioni, che non nascono davanti alla tela, ma nel passaggio da un’opera all’altra o nell’istante buio di un battito di ciglia. Una riflessione estetica attraverso l’estetica, un percorso metalinguistico che è critica e riflessione, spesso ironica, fatta di icone bidimensionali, lettere, proiezioni e installazioni, materiali attraverso i quali, senza cadere in contraddizione o circoli viziosi, Broodthaers apre le porte a quel percorso di smaterializzazione dell’arte che macchierà indelebilmente la storia culturale dal ventesimo secolo in poi.
MARCEL BROODTHAERS
L’espace de l’écriture
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Via Don Minzoni, Bologna
2 gennaio – 6 maggio 2012
Info: www.mambo-bologna.org