PASSARIANO, CODROIPO (UD) | Villa Manin | 13 settembre 2014 – 11 gennaio 2015
Intervista a GUIDO COMIS ed ANTONIO GIUSA di Francesca Di Giorgio
Villa Manin torna ad esplorare il Novecento attraverso figure chiave della storia dell’arte internazionale. La mostra dedicata a Man Ray, presentata ieri in anteprima alla stampa, si inserisce in un percorso ragionato.
Come abbiamo raccolto dal Sovrintendente Piero Colussi Villa Manin ha le idee molto chiare sulla direzione da prendere per “raccontarsi” al pubblico nella duplice veste di “contenitore” – basti pensare alle recenti mostre sugli scatti di Robert Capa e sulla collezione di costumi per il cinema di Danilo Donati o, ancora, ai progetti interamente dedicati ai diciotto ettari di giardino circostante – e di spettacolare “contenuto”, che ripercorre il filo della storia legata al territorio friulano, partecipe di eventi storici di rilevanza nazionale: qui si firmò il trattato di Campoformio che sancì la fine della Repubblica di Venezia a favore dell’Impero Asburgico.
Dopo il quinquennio di mostre dirette da Francesco Bonami e, più recentemente, da Linea d’ombra di Marco Goldin la sfida per il prossimo futuro è dunque quella di imporsi come spazio indipendente capace di produrre dentro e attorno a sé progetti culturali dalla forte identità.
Oltre 300 opere possono di certo bastare per inquadrare il genio di Man Ray ma la mostra si spinge oltre le icone universalmente riconosciute del maestro dei “rayographs” superando l’impostazione da retrospettiva e andando incontro al pubblico con un allestimento multimediale tagliato per gli spazi di Villa Manin. Se da una parte si rassicura il pubblico sulla presenza dei “pezzi forte” del maestro dall’altra lo si invita ad una nuova visione “one to one” in cui è l’artista stesso a parlare di sé.
Ne abbiamo parlato con i due curatori Guido Comis ed Antonio Giusa…
Perchè Man Ray a Villa Manin e con quali novità rispetto ad altre mostre a lui dedicate?
Guido Comis: Negli ultimi anni non sono state organizzate molte mostre su Man Ray, soprattutto in Italia. La mostra dedicata da Villa Manin rappresenta dunque un’occasione rara per apprezzarne il lavoro. Questo è particolarmente vero se pensiamo che a Villa Manin sono esposte più di trecento opere: dipinti, oggetti, film, e naturalmente fotografie. La mostra documenta dunque tutti gli aspetti della creatività di un artista multiforme e ne ripercorre la carriera dagli esordi newyorchesi fino agli ultimi anni parigini. È vero che nel 2011 sono stato fra i curatori della mostra su Man Ray che si è tenuta al Museo d’Arte di Lugano e i due progetti sono senza dubbio imparentati, anche perché in entrambi i casi un sostegno fondamentale è venuto dalla Fondazione Marconi di Milano. La mostra di Villa Manin ha tuttavia un taglio diverso rispetto all’esposizione di Lugano e sottolinea aspetti dell’opera dell’artista che allora non erano stati approfonditi.
Rispetto invece alla programmazione della Villa?
Antonio Giusa: Certamente la mostra si inserisce con coerenza nella programmazione di Villa Manin, mantiene il filo conduttore con le mostre precedenti: Robert Capa e Trame di cinema e getta anche uno sguardo al futuro, pensando le mostre sempre in relazione agli spazi della Villa, costruendo un vero e proprio percorso tagliato ad hoc. Tutte le sale sono messe a disposizione della multiforme creatività di Man Ray. Non a caso la sua personalità si sposa benissimo con lo spazio di Villa Manin: 36.000 metri quadri di superficie interna, diciotto ettari di parco, al suo interno esiste un centro di restauro… Tutto questo ricordando che la Villa era il centro di un sistema economico, una casa d’unione dove Manin è stato l’ultimo dei Dogi.
Quali sono le opere e/o gli aspetti della mostra che rendono imprescindibile un viaggio a Villa Manin?
G.C.: Potrei dire che si tratta di una mostra enciclopedica più che antologica, quindi offre l’occasione per impossessarsi davvero dell’opera di uno degli artisti più affascinanti del Novecento e vederne i capolavori fotografici (in mostra figurano per esempio Violon d’Ingres e La priére), gli oggetti più celebri come Cadeau, fino ai film sperimentali, oggi unanimemente considerati fra i più interessanti esempi di cinematografia dada e surrealista. Abbiamo voluto inoltre raccontare, attraverso le sue creazioni, la vita stessa di Man Ray: i suoi rapporti d’amore con donne affascinanti e le sue relazioni di amicizia con i più grandi artisti, scrittori, registi del secolo scorso: Picasso, Duchamp, Joyce, Buñuel solo per citarne alcuni. La mostra è insomma anche l’occasione per rivivere l’atmosfera di straordinaria vitalità della Parigi fra le due guerre.
Come si presenta al pubblico il percorso all’interno della Villa?
A.G. / G.C.: Il percorso si apre con le opere create da Man Ray a New York negli anni dieci, prima ancora di cimentarsi con la fotografia. Sono lavori molto interessanti perché permettono di cogliere le curiosità e gli interessi che concorrono a definire lo stile dell’artista, dalla scoperta del cubismo a quella del nudo femminile: una folgorazione che come sappiamo segnerà tutta la sua carriera. Da lì in poi il percorso prosegue raccontando, attraverso una scelta di temi, l’avventura artistica e umana di Man Ray. La mostra si conclude con una selezione dei magnifici ritratti che l’artista scattò a Juliet Browner, conosciuta nel 1940 e sua compagna fino alla morte.
Oltre all’importante collaborazione con Fondazione Marconi di Milano da dove proviene la selezione delle opere in mostra?
A.G. / G.C.: Le opere provengono da numerose raccolte italiane, svizzere, francesi, statunitensi. Un contributo importante è giunto per esempio da Francis Naumann, che oltre a essere gallerista e collezionista di Man Ray, è fra i massimi studiosi dell’opera dell’artista. Prestiti significativi sono stati concessi anche dall’ASAC, l’Archivio storico delle arti contemporanee della Biennale di Venezia: una collaborazione che ci ha fatto molto piacere perché riteniamo importanti le relazioni con istituzioni che lavorano in uno stesso territorio o in aree attigue, come in questo caso.
MAN RAY
a cura di Guido Comis ed Antonio Giusa
in collaborazione con la Fondazione Marconi, Milano
Azienda Speciale Villa Manin
Piazza Manin 10, Passariano, Codroipo (Udine)
13 settembre 2014 – 11 gennaio 2015
Inaugurazione: venerdì 12 settembre 2014, ore 18.00, Villa Manin, Passariano (UD)
Orari: da martedì a domenica 10.00–19.00. Chiuso lunedì
Info:+39 0432 821211
info@villamanin.it
www.villamanin.it