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PTUJ (SLOVENIA) | Luoghi vari | 7 luglio – 18 settembre 2022 

Intervista a LYNN BOOK di Matteo Galbiati

A Ptuj (Slovenia) in occasione di Art Stays Festival 2022, la cui ventesima edizione ha avuto per sottotitolo Postproduction, giunto al termine nel fine settimana appena concluso, abbiamo incontrato l’incredibile e frizzante personalità di Lynn Book (1957), brillante artista statunitense che ha da sempre concepito la sua ricerca attraverso un lavoro transmediale impegnato a interrogare le identità dei “corpi” come elementi agenti siano essi biologici, fisici, sociali, politici, … Book interviene attraverso performance, video, testi scritti, musica contemporanea, mostre e progetti culturali collaborativi che possono prendere forma e vita in ogni luogo, dalle gallerie ai club, dalla campagna alla strade, online o nelle registrazioni e nelle sale da concerto. Spesso ricorrendo ad un’improvvisazione vocale organizzata, la sua azione diventa elemento di coesione unificante, capace di stabilire un legame con il pubblico che si trova istintivamente coinvolto e attivo nello svolgersi dell’atto che si fa, quindi, opera partecipata. Abbiamo raccolto la sua testimonianza in questa ampia intervista che pubblichiamo in occasione della fine del Festival:

Portrait, Lynn Book | Photo credit Lynn Book

Cosa hai presentato ad Art Stays Festival 2022. Postproduction? Come e quando è nata la collaborazione con Jernej Forbici e Marika Vicari?
Sono onorata di essere stata l’artista statunitense invitata a creare una nuova opera per il 20° anniversario di Art Stays Festival 2022. Postproduction e a esibirmi durante il concerto inaugurale di questo festival internazionale il passato mese di luglio. Il mio obiettivo principale era sviluppare un’installazione museale composta da diverse opere correlate intitolate Instructions for Deranging. Qui ho fatto convergere concetti, materiali ed elementi della mia esplorazione – ancora in corso – sull’antica figura mediterranea della Chimera. Un’ossessione, o almeno una seria infatuazione. In questo caso, ho attinto direttamente da riprese video e “prove” fotografiche risalenti al 2014-2022 per creare un corpus di lavori che includesse una proiezione video a canale singolo su larga scala, un’installazione scultorea, un set di 20 fotografie, un grande trittico fotografico, un disegno e due pezzi murali misti. Uno dei concetti centrali della figura della Chimera con cui lavoro è, ovviamente, la sua mostruosità: è un tipo di potere che offre molti spunti di riflessione.
Un’importante suggestione che ho avanzato, attraverso questo, ma anche diversi lavori precedenti ad esso correlati, è lo “squilibrio” come tattica di sopravvivenza in un mondo difficile. La complessità ibrida della Chimera – in parte leone, in parte capra, in parte serpente (e in realtà parte di tutto) – è una metafora appropriata per maggiori stati di precarietà, minaccia, azioni radicali. In Instructions for Deranging metto in campo questi conflitti al margine per ispirare una riflessione sullo stato della donna come mostro, anzi, per sfidare il sistema-mostro che normalizza una disumanizzazione e una distruzione di tutta la vita a livello planetario. Con questo progetto, come per gran parte del mio lavoro, escogito una sorta di alchimia materiale-fisica che interpreta, critica e (ri)immagina futuri vivibili. Per l’inaugurazione della mostra ho realizzato un intervento performativo con la videoproiezione Derangements: a sense experiment che ha caratterizzato le mie vocalizzazioni, i testi e le azioni, con Erika Vicari (Transveral Project, Italia) alle percussioni.

“Organomics”, installation, Lynn Book, IN|EX Change, curated by Lynn Book for Art Stays International Festival for Contemporary Art, Ptuj, Slovenia, 2011 | Photo documentation credit unknown

In risposta al concetto di Postproduction, l’idea di un concerto improvvisato “post-opera” con i collaboratori Erika Vicari e Musikacaca (Sara Korosec, Slovenia) è stata proposta da Jernej Forbici e Marika Vicari per l’apertura del Festival. È stato un rimando dei direttori-curatori a un nuovo concerto musicale multimediale che avevo realizzato per Art Stays 2011 in collaborazione con Katharina Klement (Austria), Robin Starbuck (USA) e Doris Schmid (Svizzera).
La mia storia con Art Stays risale a oltre un decennio fa. Ho ricevuto il primo invito a diventare artista in residenza da Jernej Forbici e Marika Vicari per il 9° Art Stays Festival 2010. Allora avevo creato SongSpot, un ambizioso progetto di installazione multimediale che si è evoluto da performance a interazioni site-specific dentro e intorno al nucleo medievale di Ptuj. Ho sviluppato “percorsi di canzoni” nelle passeggiate quotidiane e accumulato dei “posti”, sia quelli “letterali” ricavati da tessuti tagliati da vestiti in cambio di una canzone, sia quelli “figurativi” che identificavano luoghi significativi che erano sia personali per me che storici per il luogo. Il progetto finale è culminato in una mostra che includeva una proiezione video, in collaborazione con Robin Starbuck, e una registrazione audio derivata dai suoni ambientali di Ptuj e dalle canzoni popolari slovene che ho registrato e montato; documentazione fotografica delle mie passeggiate e dei miei incontri, insieme alle installazioni multimediali accumulate in una galleria, diventano il SongSpot Spot. Questo progetto è attualmente presente sul mio sito web.
Per il 2011 mi hanno commissionato un progetto di performance multimediale su larga scala per l’apertura del Festival nel Teatro Comunale di Ptuj, dal titolo HOLE – in search of opera without Opera. Inoltre mi hanno nominata curatrice americana per i lavori legati ai New Media, che alla fine hanno occupato quattro edifici dalla città vecchia alla Torre del Castello. Il set delle mostre, intitolato IN | EX change, era strutturato per rendere più complesse le nozioni di nazionalità e confine attraverso quella che ho chiamato una “rete di incontro, sfida e proposta” tra artisti statunitensi invitati, i loro collaboratori e gli artisti e operatori culturali sloveni. Attraverso questi contributi concreti e sfaccettati, il coinvolgimento collaborativo con Jernej e Marika si è ulteriormente radicato. Il loro investimento sull’espansività performativa e sull’etica interattiva dei miei lavori creativi è stata una buona combinazione per il loro programma, intraprendente e ambizioso, di trasformare l’intero centro città e di promuovere Ptuj come un importante crocevia per l’arte e gli artisti a livello globale.
Un’altra collaborazione significativa si è avuta nel 2020: nel primo anno di pandemia da Covid-19 Jernej mi ha invitato a produrre un’opera audio multicanale per un’installazione a 6 altoparlanti sito nel parco del Castello. Conductor era, essenzialmente, il mio “manifesto” per creare “futuri vivibili” come pratica continua per trasformare attivamente, ad arte, spirali negative in traiettorie positive. E che bello è stato tornare nel “futuro”, nel 2022 per il 20° anniversario di Art Stays!

“Lit”, photo triptych: Lynn Book | Photo documentation credit: Lynn Book (documentation from “Instructions for Deranging”, Lynn Book, gallery installation, Art Stays Festival 2022. Postproduction, Ptuj, Slovenia, 2022)

Sei un’artista di grande e significativo profilo, esposta, ospitata e attiva nelle istituzioni più prestigiose a livello internazionale: ci racconti brevemente la tua storia e la tua ricerca aiutandoci a far conoscere meglio la tua poetica al pubblico italiano?
Mi fa piacere che le mie opere e le mie pratiche creative siano state ben accolte e riconosciute dalla critica in diversi ambiti, tra cui l’arte visiva contemporanea, la performance e le sfere della musica contemporanea nuova e sperimentale. A volte mi sembra di aver vissuto diverse vite, spesso contemporaneamente. E, naturalmente, questa simultaneità non è solo un’iperbole. In un mondo di intrecci ibridi e dimensionali, il tempo e la dimensione si scontrano con l’esperienza e l’evento, per poi riemergere in strane nuove forme che non riconosciamo nemmeno. Ma in qualche modo l’accettiamo come una “nuova normalità” infinitamente proliferante. Il mia posizione originaria è lo scetticismo verso la normalità, preferendo, invece, la complessità e la diversità, di forma e di approccio. Dai primi lavori in poi le mie ricerche sono state vitalizzate dalla sperimentazione. “Artista interdisciplinare” è una definizione spesso usata come abbreviazione per etichettare il tipo di opere e preoccupazioni che, come la mia, vanno oltre i consueti confini disciplinari. È accettabile, dati i limiti delle etichette (o di conteggio delle parole!), ma io uso spesso il termine di “artista transmediale” per indicare che i risultati possono essere molto diversi, a seconda del concetto, del contesto e dell’orientamento del progetto. Per gran parte della mia carriera, vivendo tra Chicago e New York, e lavorando spesso in Europa, sono stata identificata come un’artista vocale o un’artista performativa, meno, diciamo, come artista visiva o legata all’installazione, sebbene il disegno, la progettazione siano sempre al centro e sullo sfondo del mio operare. In sostanza, la mia pratica riguarda le fughe e l’espansione dei confini.
L’obbiettivo che sottende tutto il mio lavoro è  quella di interrogare e teorizzare i corpi: biologici, fisici, culturali, socio-politici, illimitati. Utilizzo voce, linguaggio, pratiche materiali e tecnologie per realizzare performance, video, opere testuali sperimentali, nuova musica, mostre e progetti culturali collaborativi che, nel senso più ampio, riguardano persone, pratiche e luoghi. A questo proposito, il luogo è un’altra parte importante della mia pratica di evasione ed espansione dei confini e include: gallerie, club, campi, strade, pubblicazioni, interventi online, festival e sale da concerto.

“Instructions for Deranging” installation shot with photo installation, drawing and photo triptych | All work by Lynn Book | Photo documentation credit: Lynn Book (documentation from “Instructions for Deranging”, Lynn Book, gallery installation, Art Stays Festival 2022. Postproduction, Ptuj, Slovenia, 2022)

Esempio concreto di un progetto nomade che funziona attraverso diversi percorsi di ricerca e diversi risultati, è Unreading for Future Bodies che citerò brevemente: la tesi centrale prende corpo e conoscenze attraverso l’ambiente mediatico vertiginoso e super saturo. Metto in discussione l’oggetto libro e penso alla performatività come necessaria nella costruzione del significato attraverso molti registri di esperienza e piattaforme digitali. Voglio dire, ci vuole tutto il giorno per completare un singolo saggio o una recensione d’arte tramite i diversi dispositivi, giusto? E ci sono i tanti eventi intermedi della “vita”. Questa frammentazione, interruzione ora costituisce la base del momento contemporaneo. Diversi lavori video che costituiscono il fulcro di Unreading for Future Bodies si trovano sulla piattaforma Vimeo.
Escapes è un “libro di poesie” con 8 pezzi, discreti e brevi, che possono essere visualizzati tramite strutture partecipative. Sono progettati in modo che tu possa selezionare qualsiasi “poesia” desideri e in qualsiasi sequenza. Quindi sto chiedendo un’azione creativa per fare delle scelte e, poiché ogni “poesia” è composta da testo, immagine e suono che sono intrecciati, ma non mappati per essere coerenti in modo ordinario, lo spettatore deve prestare attenzione agli input multivalenti che suscitano domande al momento della “consegna dei contenuti”. In altre parole, richiede, come la maggior parte della videoarte, qualcosa di più del coinvolgimento passivo.
Puoi anche visualizzare il video “libro” completo in sequenza, dalle pagine dei titoli ai titoli di coda come esercizio di “lettura” fino in fondo (dura 23 minuti). Il contenuto di ogni segmento video attinge da figure di antiche narrazioni e mitologie mediterranee – Fedra e Chimera – che danno origine al concetto di squilibrio. Oltre a questa presenza online, vari segmenti e studi continuano a essere proiettati in festival, come la London Biennale, conferenze o tramite riviste accademiche e d’arte online, tra cui Anglistica AION dell’Università di Napoli o Synthesis dell’Università di Atene. A Napoli, presso il Sudlab, nel 2014, per il lancio del numero Anglistica, mi sono esibita nella videoproiezione del libro di poesie, come ho fatto a Ptuj per la mostra di Art Stays. Questo diventa un modo per esplorare ulteriormente le strutture aperte alla reinvenzione attraverso incontri pubblici e per generare nuovo materiale per la prossima iterazione del progetto.

“Escapes”, video still | Single channel video work, 2013 | Video: Lynn Book

Quali sono i temi che per te sono più urgenti e “attuali”? Come ti relazioni con i grandi maestri del presente e del passato? Quali sono i tuoi modelli e le tue ispirazioni?
Affronto questioni, temi, concetti con urgenza; vale a dire con una qualità di attenzione che è intellettualmente intraprendente e spesso fisicamente affettiva. Come artista che lavora con varie pratiche basate sul corpo attraverso la disciplina e i media, sono aperta a incontri provocatori e modalità di ricerca espansive. Credo che questo stimoli risposte più creative, da parte mia in studio e da parte degli spettatori/pubblico negli spazi pubblici. Mette le persone in contatto con un tipo di vulnerabilità – e potere – che può essere percepito attraverso tutti questi registri di consapevolezza. Questo significa anche toccare, o essere devastati dall’uso improprio o dall’abuso di potere. E il sistema che sostiene versioni nefaste del potere o che commette ulteriori abusi specifici e spesso nascosti in nome del potere.
Penso, con il mio “diventare Chimaera” nell’installazione per Art Stays, ad esempio, di offrire anche uno spazio empatico per il desiderio di emergere, di essere toccati nelle proprie aspirazioni. La teoria femminista ha alimentato e guidato il mio sviluppo di artista e di studiosa, anche quando non ero entrata in contatto con la teoria in sé, ma con artisti o critici che sfidavano le strutture di potere attraverso il rifiuto e la resistenza alla brutalità delle norme.
Ad esempio, il lavoro di scultura e installazione di Eva Hesse è nato dalla sperimentazione di nuovi materiali scultorei: gomma, lattice liquido, corde, cera, ecc. La sua preoccupazione per la materia legata alla forma organismica quasi va decomponendosi davanti ai tuoi occhi. Non era un materiale come l’acciaio corten o il marmo interessati alla monumentalità, all’eternità, allo spettacolo e così via.
Il lavoro di artisti dell’Arte Povera come Mimmo Palladino, Mario e Marisa Mertz e altri sono stati formativi, così come gli artisti Dada e Fluxus. I miei primi lavori di scultura erano ispirati da questo tipo di materiali e di forme “antiestetici”, dove anche l’aspetto performativo era sempre presente (ho studiato danza moderna prima di frequentare la scuola d’arte!). E, naturalmente, la teoria del cinema era particolarmente importante per una giovane donna che si concentrava sull’esibizione del proprio corpo pubblicamente. Anche gli studi sulla cultura come la critica post-coloniale (entrambi attingono dalla teoria e dalla lettura femministe, così come da altre forme di pensiero postmoderno).

Lynn Book Live Performance, Ptuj City Gallery | Photo Miloš Vujinović, Art Stays Archive

Dovrei anche dire che, da una prospettiva femminista, l’idea di “grandi maestri” deve essere urgentemente respinta o, almeno, considerata con grande scetticismo. Ah! Questo mi suggerisce l’idea di evocare un elenco di “grandi scettici” come risposta alla tua domanda, ma non abbiamo tutto questo tempo a disposizione! Rimandiamo la questione ad un altra occasione! Aggiungerò anche che, come studiosa della creatività, negli ultimi 15 anni ho ricercato l’argomento all’interno di contesti accademici e ho sviluppato diversi termini, tutti concepiti come prese di posizione contro le nozioni di “maestria” o “genere”.
Ciò era necessario per discutere di quella che ho definito “creatività ad ampio spettro”, che ha permesso agli studenti e ad altri di trovare punti di accesso al proprio potenziale creativo al di fuori dell’arte con la A maiuscola. E permettetemi di affermare, per la cronaca, che artisti straordinari e altre persone notevolmente progredite in vari campi sono estremamente importanti per me e per gli altri, ma – come parte della mia pratica – sono una sana scettica! La pratica non mina il mio rispetto o il mio assorbimento per i pittori trascendenti, per esempio, spesso quando osservo un cielo serale mozzafiato, penso a Tiziano, J.M.W. Turner o va bene anche Iceland di Roni Horn.
Le mie considerazioni finali sono che rispondo a una serie di artisti e pensatori che innovano in una serie di sfere di attività e per molte ragioni diverse. Direi che all’inizio della mia vita artistica sono stata attratta da artisti che stavano rompendo i confini, spesso con media nuovi o inaspettati: Laurie Anderson per le sue opere che fanno convergere immagini, azioni eseguite, narrazioni sperimentali e la sua voce; Bruce Naumann per la sua indagine austera, ma intensamente rigorosa, dei corpi, dello spazio, del potere, attraverso il video (adoro l’installazione Contrapposto Studies a Palazzo Grassi a Venezia). Ce ne sono altri, noti più o meno per i contributi teorici al pensiero femminista, come la scrittura accattivante e fantasiosa della scrittrice, drammaturga e critica letteraria francese Helene Cixous. O la poetessa canadese Anne Carson, anche lei classicista e traduttrice di testi greci antichi, che dipinge anche. Mi sto ricordando, in modo un po’ impreciso, che lei considera la sua poetica come disegnare. La capisco. E poi ci sono le scienziate, come l’irreprensibile Donna Haraway, che lavora alla sua ricerca scientifica con una prospettiva femminista e post-umanista – assolutamente essenziali per il pensiero critico e la provocazione!

Artist Talk with Lynn Book, Ptuj City Gallery | Photo Špela Težak, Art Stays Archive

Che importanza hanno l’improvvisazione e l’accidentalità nella tua opera? Come si coniugano con la predeterminazione e l’intenzionalità programmate?
Tanti artisti hanno una certa intimità con l’improvvisazione: gesto, suono, pensiero, azione, scelta. Lo considero diverso dall’incidente che inevitabilmente si verifica quando si esplora, si raggiunge sperimentalmente. La scoperta è la promessa che si trova in entrambi gli stati, ma l’improvvisazione, per me, è più simile alla composizione in tempo reale. Inciampare in qualcosa per caso ha l’aria di sorpresa o delusione, entrambi i risultati, a quanto pare, escono da quello che potrebbe essere semplicemente uno stato ordinario.
Per la mia pratica di artista, l’improvvisazione emerge da un terreno che è stato curato, preparato; viene da un luogo praticato, necessita di un repertorio di materiali, di tecnica, di conoscenza studiata, di esperienza. Naturalmente posso subito vedere che ci siano distinzioni sfumate qui. In sostanza, l’incidente è inaspettato, ma può rivelarsi utile per un ulteriore esame; l’improvvisazione (preparata) produce risultati più attesi in base a ciò che fonda la pratica dell’improvvisazione stessa. Alla tua domanda sul ruolo dell’incidente, dell’improvvisazione e della composizione, o del risultato previsto, tutto quanto sopra è necessario per una pratica solida (che può essere una raccolta di pratiche correlate).
Provo un grande piacere e sento una qualità di urgenza nel lavoro, quando li utilizzo entrambi, e spesso contemporaneamente. Ad esempio quando ho eseguito l’intervento con la mia installazione video nella Galleria Civica di Ptuj, il leggio che stavo usando non funzionava correttamente durante la performance. Non ero del tutto consapevole che due delle tre gambe cedessero, ma mi sono accorta che mi stavo spostando verso il pavimento, a poco a poco, mentre le mie mani afferravano il lato del piatto. Questo è stato un incidente con cui ho improvvisato, sentendo sul momento che le gambe “rotte” della base erano un’estensione del mio corpo. Mentre stavo vocalizzando in modo libero, muovendomi tra la parola e il suono, ho pronunciato “Aiutami” e ho fatto sbattere il supporto sul pavimento. Il passaggio nel video è stato un “felice incidente” in quanto era più attivo dal punto di vista sonoro e piuttosto percussivo. Ho iniziato a ripetere ritmicamente la chiamata e l’azione per la durata di quella (per fortuna) breve sezione. La precaria soglia tra l’improvvisazione e la composizione nell’esecuzione, tra la padronanza del proprio mezzo e l’accesso chiaro al materiale preparato è il luogo in cui mi soffermo spesso.
Possiedo le scoperte molto reali che spesso creano una sorta di urgenza e intensità che noi – il pubblico e io – sperimentiamo insieme in un modo particolarmente intimo.

“Unresolved Evidence”, photo installation | Photos: Lynn Book | Photo documentation credit: Lynn Book (documentation from “Instructions for Deranging”, Lynn Book, gallery installation, Art Stays Festival 2022. Postproduction, Ptuj, Slovenia, 2022)

Sono colpito dalla tua energia e dalla tua positività ma, soprattutto, dalla capacità di coinvolgere le persone nella tua esperienza estrica e artistica con naturalezza e semplicità. Nonostante il codice espressivo possa avere una grande base concettuale, riesci ad arrivare al cuore e alla mente di chiunque. Come riesce il tuo messaggio a diventare tanto chiaro al pubblico?
Che osservazione sensibile che fai! In realtà è ciò di cui stavo parlando prima in termini di pratiche multivalenti. La combinazione essenziale di una rigorosa indagine analitica, unita all’esplorazione psico-emotiva, sviluppa esperienze vivide e integrative e una nuova conoscenza dell’essere corporeo, del diventare corpi (di tutti i tipi: sociali, ibridi, politici, ecc.). Credo che un approccio di affermazione critica, un impegno profondamente coinvolgente, sia necessario per il massimo potenziale di trasformazione. I miei processi di lavoro sono sincretici, i lavori che ne derivano lo riflettono. Coinvolgo molti approcci e modalità performativi e, sì, sono pieni di energia nel costruire progetti che si intrecciano con ricerche più tradizionali e indagini materiche. Questo è anche nel mio lavoro di  insegnamento, che è sempre stato un’estensione del mio studio.

In cosa si distingue esattamente il tuo relazionarti con gli altri attraverso l’arte?
Prendendo ad esempio i primi progetti che ho realizzato su invito dei direttori-curatori di Art Stays, penso di poter rispondere adeguatamente alla tua domanda. In ciascuno di questi progetti: SongSpot (2010), HOLE: in search of opera without Opera (2011) e IN|EX Change (2011) era evidente l’interattività, la collaborazione e l’occasione site-specific con e tra persone, luoghi e pratiche. Con IN|EX Change, la mostra sui nuovi media degli artisti statunitensi che ho curato, sono stato investita nel push/pull dell’integrazione/esclusione del linguaggio, dell’identità e della produzione culturale. La condizione di confine della Slovenia lungo la spina dorsale Est/Ovest dell’Europa, così come la condizione di soglia della condizione reale/virtuale del XXI secolo, ha ispirato la piattaforma curatoriale. Ho sviluppato un “marcato network di incontro, sfida e proposta” tra gli artisti statunitensi invitati, i loro collaboratori, gli artisti sloveni e gli operatori culturali selezionati dai curatori.
Per fare un paio di esempi, ho invitato l’artista statunitense Kristin Mariani (di Chicago), designer di oggetti per il corpo e abbigliamento couture e artista concettuale. A sua volta lei ha invitato un architetto che, con lei, si è impegnato con modelli sociali e materiali che hanno un certo impatto sulle persone e sul luogo. Kristin ha lavorato in tandem con Damjana Mlinaric, una sarta di Ptuj, con un’attività che è culminata in un workshop dal vivo e in un’installazione espositiva. Lou Mallozzi (di Chicago), sound artist e artista multimediale, ha invitato il sound artist e artista installativo italiano Alessandro Bosetti. Insieme hanno creato un’opera sonora con una serie di istruzioni riferite alle azioni da eseguire per compiere l’installazione. Avevo incontrato un giovane adolescente, Christian Geiser, di Ptuj nel 2010, che era davvero coinvolto nel mio progetto, SongSpot: l’ho invitato ad attivare un progetto situato nella torre del Castello.
Prendo un altro esempio dal progetto IN|EX Change che parla delle relazioni che si formano dentro e intorno alle mie opere. Ho avuto il grande piacere di incontrare, anche nel 2010, la nota e stimata artista Rozina Sebetic. Attraverso di lei, insieme alla mia collaborativa guida Majda Friedl (che anche lei ha preso parte al network), sono venuta a conoscenza di alcune storie e racconti speciali d’arte a Ptuj e nella regione. Avevo già esteso l’invito a Sujin Lee (Stati Uniti/Corea del Sud) per essere una dei 10 artisti principali. A sua volta aveva invitato Pedro Reyes (Spagna) per fare una collaborazione al buio basata sui concetti di tempo, distanza e linguaggio per creare un video presentato in formato di dittico. Rozina ha “eseguito” la pittura in tempo reale, in simultanea con la video-proiezione. Aveva studiato il video di Lee e Reyes 1231 e, in risposta, aveva deciso di ridipingere su un dipinto già completato che aveva realizzato due decenni prima.

“Instructions for Deranging”, installation shot with video installation, sculpture, mixed media wall pieces | Photo documentation credit: Lynn Book (documentation from “Instructions for Deranging”, Lynn Book, gallery installation, Art Stays Festival 2022. Postproduction, Ptuj, Slovenia, 2022)

Importante è anche il tuo lavoro di insegnamento. Come trasmetti le tue conoscenze e come il tuo lavoro di artista condiziona il tuo metodo di insegnamento? Che rapporto hai con gli studenti?
Come accennato in precedenza, la mia pratica di insegnamento è sempre stata un’estensione della mia pratica e ricerca in studio. Lo spazio di apprendimento e ricerca in cui si verifica il mio insegnamento interattivo, alimenta le mie pratiche e i miei progetti artistici. Naturalmente questo intreccio nodale ha anche estremità, aperture, deviazioni libere. Per me pensare all’arte significa pensare ad attivare le persone, quindi, anche se le connessioni sono tangenziali, divergenti, indirette, il pensiero stesso resta un mezzo produttivo. Sono stato all’avanguardia in numerosi programmi innovativi in istituzioni significative durante i cambiamenti culturali.
Il corso 4-Dimensional Design alla School of the Art Institute di Chicago, a metà degli anni ’80, era visionario nel portare i media basati sul tempo – video, suono, performance, ecc. – in relazione con la progettazione 2-D e 3-D come studio fondamentale. Sono stata, sin dall’inizio, membro del Transart Institute, il primo programma di low-residency in Europa per la ricerca creativa attraverso la disciplina, il dominio, la cultura.
La programmazione universitaria a Chicago ha continuato ad evolversi con nuove iterazioni, al passo con il volto mutevole della cultura e della tecnologia, ma il Transart Institut continua le sue mosse agili per ampliare la sfera di conoscenza di cosa, dove e da chi emerge l’arte innovativa più intraprendente. Ci sono altri eventi didattici meno formali e di breve durata che includono residenze di artisti ospiti in cui spesso tengo seminari, sviluppo ed eseguo performance, conferenze e così via.
Ad esempio, nel 2015, ero in residenza presso l’Hong Kong Institute of Education per tenere conferenze, eseguire e condurre un workshop interattivo site-specific. Gli studenti si sono uniti a me per ricerche basate sulla pratica e sulle azioni creative a Kowloon nel quartiere 13 Streets, una delle poche aree che fino a quel momento era sfuggita allo sviluppo della città. Da allora il quartiere è stato ulteriormente modificato con un nuovo boom edilizio che, oltre a grattacieli fuori scala, include anche il Museo M+. Non sono sicura di quali siano le attuali minacce per il 13 Streets. Da allora la città ha dovuto fronteggiare così tanti sconvolgimenti storici, culturali e politici. Sono abbastanza sicura che gli studenti, che avevano camminato, disegnato, mappato e si erano mossi in quel luogo unico, oggi stiano rispondendo in modo produttivo alle tensioni che caricano Hong Kong e la sua gente.

“Deranging: a sense experiment”, video still | Video installation: Lynn Book (documentation from “Instructions for Deranging”, Lynn Book, gallery installation, Art Stays Festival 2022. Postproduction, Ptuj, Slovenia, 2022)

Ho appena lasciato l’insegnamento alla Wake Forest University nella Carolina del Nord. Dove negli ultimi 17 anni avevo sviluppato e insegnato in un corso di creatività al limite dell’intersezione tra le arti, le scienze umane e le scienze. Ho anche diretto il Program for Creativity and Innovation, oltre a co-dirigere il Program in Innovation, Creativity and Entrepreneurship, producendo eventi, simposi, festival e un libro accademico. Come ho detto in precedenza in questa intervista, come artista che lavora oltre i confini attraverso approcci criticamente sincretici, il mio obiettivo è stimolare la trasformazione nel pensiero e nell’azione. Uno dei primi eventi che ho curato e organizzato ha coinvolto conversazioni pubbliche tra docenti di diverse aree disciplinari – musica e biologia, scienze politiche e fisica, ecc. – organizzate in contesti atipici per i quali i miei studenti hanno sviluppato progetti ambientali e culinari. Ci sono stati diversi eventi, tutti aperti al grande pubblico, al fine di massimizzare il più grande potenziale per esaminare cosa sia la creatività, cosa fa e come perseguirla nel modo più duraturo possibile. Atmosfere conviviali, una gerarchia decostruita, uno stato interattivo e partecipativo sono sempre stati sia strategia che principio, e anche sovversione.
Il lavoro, che svolgo con il Transart Institute for Creative Research come membro fondatore della facoltà dal 2004, si manifesta in diversi modi, il più delle volte significa consulenza individuale per candidati MFA e PhD. Inoltre, sono stato in residenza, l’ultima volta a Berlino per diverse estati, insegnando workshop, esibendomi, conducendo e partecipando a discussioni con studenti intergenerazionali provenienti da tutto il mondo, molti dei quali portano un’esperienza di vita che è sia esteticamente complessa che culturalmente sorprendente.

Artist Talk with Lynn Book, Ptuj City Gallery | Photo Špela Težak, Art Stays Archive

Quali sono i prossimi tuoi progetti? Cosa ti attende nella nuova stagione espositiva?
Bene! Inizierò citando progetti recenti e attività che stanno finendo. Avendo appena de-istituzionalizzato l’incarico alla Forest University, sto tornando alla pratica artistica a pieno titolo. Questo è un momento cruciale, che ovviamente mi libera più tempo per i progetti, ma è anche una fase cruciale per rivedere e rinnovare. Attualmente sto concludendo un enorme sforzo che dura da 5 anni: il Lynn Book Projects Archive. Questa è stata un’impresa importante, supportata da sovvenzioni, team di ricerca e assistenti dal Wake Forest e da altrove. Ha comportato la digitalizzazione di quasi 5000 opere, comprese registrazioni video del 1978-79, fotografie, disegni, registrazioni audio, diapositive a colori, note, spartiti, copioni e una serie di materiali stampati. Ora è possibile trovare online circa 2000 articoli digitalizzati e altri verranno aggiunti entro la fine dell’anno, quando diremo “Basta!” (per adesso). Durante il 2022 e nel 2023, il Lynn Book Projects Archive e i contenuti selezionati avranno una serie di lanci, mostre online curate, “rappresaglie” e ri-contestualizzazioni. Ad esempio, nell’installazione video che ho creato per Art Stays, ho riconfigurato un cortometraggio in bianco e nero del 1986 che avevo girato per un progetto di performance multimediale su larga scala a Chicago
Ci sono imminenti interviste sull’arte online e anche pubblicazioni di poesia. E ora, con l’allontanarsi della pandemia, posso ricominciare a recuperare più impegni pubblici, come una nuova collaborazione sperimentale per concerti di musica qui in North Carolina a novembre, con un piccolo tour a seguire nel 2023. Sto pianificando una pubblicazione sui miei lavori visivi e sui miei testi, il completamento di una nuova opera video e una nuova registrazione audio. Era così importante spezzare l’incantesimo di questi ultimi 2 anni e mezzo di Covid tornando in Slovenia per Art Stays.
Attendo con impazienza le collaborazioni in corso e il ritorno a nuove opportunità in Europa e altrove.

Art Stays Festival 2022. Postproduction
a cura di Jernej Forbici e Marika Vicari
con il supporto della municipalità di Ptuj e del Ministero della Cultura della Repubblica di Slovenia
partners Pokrajinski muzej Ptuj – Ormož, Galerija mesta Ptuj, Zavod za turizem Ptuj, Dominikanski samostan, Javne službe Ptuj, Knjižnica Ivana Potrča Ptuj, Mestni kino Ptuj – CID Ptuj, Vinarstvo Turčan, Ptujska klet, Grega-JK, Kobal Wines, Hotel Mitra, Hotel Poetovio Admiral, Muzikafe, Alinea, Espoarte, Exibart, Mladina

7 luglio – 18 settembre 2022

Luoghi vari
Ptuj, Slovenia

Info: Info Point Festival
Galerija Art Stays
Slovenski trg 1, 2250 Ptuj (Slovenia)

KUD Art Stays
Prešernova ulica 1, 2250 Ptuj (Slovenia)
info@artstays.si
www.artstays.si

www.lynnbook.com

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