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GAVI (AL) | Forte di Gavi | Fino al 24 agosto 2024

di MATTEO GALBIATI

Castello nelle antiche origini medievali, poi fortezza difensiva, dall’alto dello sperone di roccia da cui da secoli domina il territorio di Gavi (AL), oggi il Forte di Gavi è uno stimato spazio espositivo-museale che, per le sue caratteristiche peculiari, risulta assai adatto ad accogliere e valorizzare l’arte contemporanea. Numerose e significative, infatti, nel tempo sono state le mostre che qui abbiamo ammirato e apprezzato per il loro valore davvero irripetibile, così ci piace vedere ancora confermata questa attitudine nell’ospitare l’attualità dell’arte la quale, in una nuova progettualità, trova un momento di sensibile importante riflessione con Introspezioni inverse. Fukushi Ito e Maya Zignone.

Introspezioni inverse. Fukushi Ito e Maya Zignone, veduta parziale della mostra (Fukushi Ito), Forte di Gavi, Gavi (AL)

Questa è una mostra a “due canali” in cui si intrecciano, sovrappongono, contaminano. marcando anche il proprio pronunciamento individuale, le esperienze della giapponese Fukushi Ito e dell’italiana Maya Zignone: il loro denominatore comune è la luce. Le opere di entrambe hanno nella luce, infatti, quell’“ingrediente” determinante per attivare il segno di profondità e di correlazione espressive che sa generare nella percezione del pubblico un utile momento di diversa comprensione non solo della realtà artistica, ma anche della realtà vissuta. La luce crea atmosfera, amplifica la suggestione, potenzia il peso e il senso del loro sguardo, toccando chi osserva nell’interiorità del propio intimo percepire.

Introspezioni inverse. Fukushi Ito e Maya Zignone, veduta parziale della mostra (Maya Zignone, B.U., 2009, installazione 2024), Forte di Gavi, Gavi (AL)

Questa bi-personale, grazie a un numero ampio di lavori (esposte sono una cinquantina di opere), qui riesce a mettere in dialogo e confronto, sottolineando analogie e marcando al contempo le ovvie differenze, il linguaggio delle due artiste che si connota non solo per un peculiare uso della luce, ma per il differente orientamento che prende la loro individuale visione, indirizzandosi verso destinazioni e mete poetiche singolari.
Gli ambienti su diversi livelli del Forte avvalorano proprio questa dimensione di conversazione a distanza, parallela, ma non forzatamente unitaria; vicina e prossima pur sempre unica e autonoma. Ito e Zignone, rispettate nella mostra nella loro pura essenza, ci approntano un palcoscenico dove noi siamo i veri protagonisti e ci spingono a “toccare” con lo sguardo spunti di una meditazione tesa tra reale e ideale, tra riflessione umana ed esistenziale, fisica e intellettuale, dove le passioni – positive e negative che si hanno nei dolori e nelle consolazioni – ci appartengono in modo ineffabile.

Introspezioni inverse. Fukushi Ito e Maya Zignone, veduta parziale della mostra (Fukushi Ito, Nello spazio e nel tempo / Installazione Mishima Code II, 2022), Forte di Gavi, Gavi (AL)

Ito non si esime dal porsi sempre in una prospettiva di confronto tra la cultura giapponese originaria e quella occidentale in cui le molte differenze e le poche analogie aprono un dibattito che trascende, però, ogni particolarismo: con le sue opere la luce vivifica, quasi assolutizza, la risoluzione intellettuale delle sue analisi e le rende universali. Spazio e tempo ammansiscono i loro limiti grazie alla potenzialità della luce e ai cromatismi che l’artista domina e modella, condizione utile affinchè ogni presenza attivata nell’ambiente possa essere una metafora con cui accedere ad una trascendenza dal senso più ovvio e scontato. Le installazioni di Ito paiono quasi ribellarsi al prevalere stesso della tecnologia e all’invasione rutilante di immagini e video che l’oggi ci impone e somministra: dentro a visioni apparentemente comuni, lei mette in evidenza, quasi nascondendoli, storie rimarchevoli e significati che dichiarano le vere emergenze del sentire umano. Nelle tracce scritturali, nel flusso di parole e segni, Ito afferma gli esempi di importanti autori e intellettuali giapponesi come Yukio Mishima, Higuchi Ichiyo e Murasaki Shikibu. Le loro storie sono esempi e in Ito il linguaggio diventa fenomeno plastico e forma duttile, supera il limite scritturale per darsi ad una nuova comprensione. Tutto grazie alla sottile potenza della luce.

Introspezioni inverse. Fukushi Ito e Maya Zignone, veduta parziale della mostra (Fukushi Ito, Nello spazio e nel tempo / Algoritmo Mishima Code E, 2020-2021), Forte di Gavi, Gavi (AL)

Anche Zignone, da anni impegnata in un’autorevole ricerca concentrata nell’ambito della Light Art, nelle suggestive stanze del Forte manifesta tutto il valore trascinante delle sue esperienze messe in atto con la luce: se anche per lei è la luce lo strumento che modella e struttura le fotografie, il suono, le sculture, le parole e le installazioni, il punto focale del suo interesse va individuato nella chiave monumentale dell’esito della sua proposta. Ogni suo intervento, anche il più piccolo, ci trasmette il desiderio di far travalicare senza una direzione certa e precostituita il valore espressivo dei contenuti che rivendica accrescendolo, espandendolo nell’ambiente in cui stiamo.

Introspezioni inverse. Fukushi Ito e Maya Zignone, veduta parziale della mostra (Maya Zignone), Forte di Gavi, Gavi (AL)

Le installazioni, e le opere che le compongono, maturano una dilatazione che non si contiene e non si trattiene ed è la luce a manipolare le forme in-certe delle cose. Il colore luminoso si impossessa dello spazio e accentua il superamento dei vincoli tangibili delle materie da cui si emancipa: l’energia incisiva che la luce infonde diventa, in un equilibrio tra geometrie e forme “naturali”, potente e affermativa, evidente e non trascurabile, non per sottolineare, ma proprio per oltrepassare le direttrici e le coordinate di un luogo, mentale e non solo. Un (non) luogo tutto da percepire entro i limiti sciolti di nuove libertà.

Introspezioni inverse. Fukushi Ito e Maya Zignone, veduta parziale della mostra (Maya Zignone, Spazio tempo circolare, installazione 2024), Forte di Gavi, Gavi (AL)

Zignone mette tutti noi stessi al centro di ogni suo intervento: i suoi segni sono indicazioni, sono norma e antinorma, che ci inducono a sentirci prima abitatori che non osservatori delle sue opere. Con grande e incisivo lirismo sa farci partecipi della loro manifestazione fin da subito, come se il patto non scritto con il suo lavoro fosse da noi già sottoscritto prima ancora di aver compiuto l’osservazione della singola opera. La sua luce di dice che siamo – già o sempre – stati lì e, così, prosegue il suo dovere di stimolarci ancora.
Introspezioni inverse è modo per percorre direzioni differenti, parallele e opposte, vicine nella reciproca distanza, e di concerto, tra metafora e cronaca e con la luce, Ito e Zignone riescono a tradurre per noi l’impalpabile suggestione luminosa in un invito, sempre rinnovato e mai atteso, non banale perché pulito di freschezza, a ripensare criticamente e più consapevolmente al nostro modo di osservare e stare al e nel (nostro) mondo.

Introspezioni inverse. Fukushi Ito e Maya Zignone
promossa in collaborazione con il Distretto del Novese

16 giugno – 24 agosto 2024

Forte di Gavi
via al Forte 14, Gavi (AL)

Orari: aperto secondo il calendario consultabile al link https://t.ly/29DH7
Ingresso intero €5.00; ridotto €2.00; gratuito per minori di 18 anni, persone con disabilità e relativi accompagnatori, possessori di Abbonamento Musei Piemonte, Torino+Piemonte Card; ulteriori gratuità e riduzioni in base a disposizioni di legge e convenzioni
Prenotazione fortemente consigliata, obbligatoria per le prime domeniche del mese.
Prenotazioni e biglietti online: www.museiitaliani.it oppure tramite l’App Musei Italiani

Info: +39 0143 643554
drm-pie.gavi@cultura.gov.it

www.polomusealepiemonte.beniculturali.it

Fukushi Ito, nata in Giappone e laureata all’Università Nazionale di Belle Arti e Musica di Tokyo, si è trasferita in Italia nel 1980 e ha avviato una inarrestabile carriera che annovera circa 250 mostre collettive e 50 personali, in diversi paesi tra cui Austria, Germania, Nepal, Danimarca e Regno Unito. Il suo lavoro è una ricerca sullo spazio e il tempo, che si declina attraverso una sperimentazione sui materiali digitali e la composizione installativa. Le sue opere danno vita ad un ‘paesaggio virtuale’ che produce una ‘realtà dilatata’, anche grazie a immagini digitali estratte dal mondo del web e della comunicazione televisiva che vengono proiettate nell’ambiente espositivo per mezzo di una luce montata all’interno delle sue installazioni.

Maya Zignone, nata e attiva a Genova, espone dal 2003 in mostre personali in Italia e all’estero e vanta la partecipazione a numerose mostre collettive e video festival in gallerie e spazi pubblici, da Genova a Torino, da Lugano a Helsinki, da Berlino a Parigi. I suoi lavori esplorano le potenzialità linguistiche e concettuali della vibrazione luminosa della luce che attraversa e riplasma lo spazio circostante, trasformandolo in un luogo in cui il tempo è sospeso. Nella sua pratica artistica combina con fluidità luce, fotografia, suono, installazione e video che diventano il perno espressivo della sua ricerca.

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