Lucca, sedi varie
LUCCAdigitalPHOTOFest 2010 (Matteo Galbiati)
In occasione dell’apertura della nuova edizione – la sesta – del LuccaDigitalPhotoFest, ormai prestigiosa e attesa manifestazione incentrata sulla fotografia contemporanea e non solo, abbiamo intervistato il direttore artistico Enrico Stefanelli.
Matteo Galbiati: Siete alla sesta edizione del LuccaDigitalPhotoFest, appuntamento che è tra i maggiori in Europa per quanto riguarda le arti fotografiche, il digitale e il video. Come è nato questo appuntamento?
Enrico Stefanelli: Il festival è nato dalla passione e da una sana dose di follia, che spesso, a pensarci bene, è una componente della passione stessa; dall’amore per la fotografia, per questo mondo affascinante e coinvolgente e il desiderio ambizioso di creare un evento che potesse misurarsi, nel tempo, con i grandi Festival come quello di Arles. La scelta di Lucca non è stata casuale, il centro storico, racchiuso all’interno delle mura cinquecentesche, diventa a novembre uno scrigno delle meraviglie, un salotto della fotografia internazionale. Palazzi antichi, chiese sconsacrate, l’ex opificio del sigaro toscano (quello di Puccini per intendersi), i baluardi delle mura, diventano le affascinanti sedi delle mostre. Passeggiando per le strette antiche strade, soffermandosi in qualche caffè, nei giorni di festival è facile incontrare mostri sacri della fotografia, mi ricordo di due signori che indugiavano volentieri nelle pasticcerie, tra una mostra e l’altra nel 2008: erano Gianni Berengo Gardin e Elliott Erwitt, vecchi amici a spasso per Lucca come due turisti.
Quali sono i tratti caratterizzanti della manifestazione? I suoi punti di forza e le sue peculiarità?
Fin dall’inizio il criterio fondante del Festival, ciò che è per noi imprescindibile, anche se impegnativo, è l’acquisizione e il mantenimento di uno standard qualitativo altissimo, sia nella scelta delle mostre che proponiamo sia nella cura degli allestimenti. Prediligiamo la qualità alla quantità. In questi cinque anni il Festival ha catalizzato l’attenzione di critica, stampa, artisti e fotografi italiani e stranieri, e riesce ad attrarre esperti ed appassionati grazie ad un programma che trova la sua chiave vincente nella varietà dei contenuti oltre che nell’alto profilo delle proposte. Oltre alle mostre il Festival propone ogni anno una settantina di eventi tra workshop fotografici e tecnici, letture di portfolio, dibattiti e proiezioni, incontri con gli autori. Atteso appuntamento di prestigio internazionale è la notte degli Award conferiti ai più grandi maestri della fotografia mondiale che quest’anno si terrà il 27 novembre.
Per quest’anno avete scelto un argomento particolare: il tema del festival verte sulla donna. Come lo avete inteso? Come viene proposto al visitatore del LDPF? Sotto quali aspetti viene analizzato?
L’edizione 2010, dal 20 novembre al 12 dicembre, prevede 17 mostre internazionali, tra cui anteprime assolute, che spaziano dal reportage alla fine art, dalle personali di grandi autori contemporanei, fino alle incursioni nell’avanguardia della video-arte. Tema dominante è la “Donna”, intesa sia come fotografa ed artista, sia come soggetto e musa ispiratrice. Abbiamo cercato di rappresentare l’universo femminile in tutte le sue sfaccettature: la donna simbolo di eleganza, charme e grazia è espressa in una mostra che ci ha letteralmente fatto venire i brividi quando l’abbiamo installata, la meravigliosa retrospettiva di Horst con la quale portiamo per la prima volta in Europa 50 fotografie originali del grandissimo autore. La donna creativa trova massima espressione nella mostra “The Power of Immagination” di Sandy Skoglund, LUCCAdigitalPHOTO Award 2010. La donna impegnata nella denuncia sociale è rappresentata da Donna Ferrato che riceverà il premio per il fotogiornalismo insieme a Letizia Battaglia, altra fotografa schierata in prima linea. Poi l’icona della femminilità più intrigante, Marilyn Monroe, in una collettiva che propone scatti di Stern, Avedon, ecc… oltre ad immagini della vita privata della diva. La ricerca del sacro di Giorgia Fiorio con “Il Dono”, i nudi di Jan Saudek, l’inquietudine di Francesca Woodman, il mondo Rom visto da Sara Munari (vincitrice del “Roberto Del Carlo LUCCAdigitalPHOTO Contest”). E molto, molto altro ancora.
La novità significativa di quest’anno è il LUCCAdigitalBOOK Contest. Cos’è esattamente? Come è nato?
Siamo profondamente convinti che l’editoria fotografica sia un segmento nobile ed importante dell’editoria d’arte e abbiamo voluto creare questo concorso (che va ad aggiungersi agli ormai consolidati “Roberto Del Carlo LUCCAdigitalPHOTO Contest” e “LUCCAdigitalVIDEO Contest”) per offrire un’opportunità di visibilità a case editrici e fotografi che pubblicano in autonomia le proprie opere. Il criterio resta comunque sempre quello della qualità ed è per questo motivo che la giuria di esperti che si è riunita a settembre ha ritenuto di non assegnare il premio a nessun candidato quest’anno, poiché non sussistevano quegli standard dai quali non vogliamo prescindere. Il premio in denaro non assegnato quest’anno sarà quindi cumulato con quello del prossimo.
Ci sono delle anteprime assolute in questa edizione?
Bye, bye Marilyn, la collettiva sulla diva, è tratta da una collezione privata mai esposta in precedenza. La mostra Horst P. Horst propone opere mai esibite in Europa. Donna Ferrato espone in anteprima Tri.Be.Ca oltre alla famosa Living with the Enemy, Sara Munari con “di reni, di sassi e di vento”, Andrea di Martino con “la rinascita delle chiese sconsacrate in Italia” (video prodotto dal LDPF)
Quale risposta avete da parte della città, del pubblico e dei visitatori?
Lucca è una piccola città, il Festival è ormai indicato come uno degli eventi di maggior portata, capace di creare un indotto positivo per diverse categorie economiche. Il pubblico e i visitatori ci vogliono bene, ma non ci culliamo sugli allori e siamo sempre in cerca di critiche costruttive, anche se i complimenti fanno sempre piacere!
Per quanto riguarda la giovane arte e gli aspetti più contemporanei della ricerca artistica, come vi muovete e come indirizzate i vostri sforzi? Penso alle Accademie, alle scuole di fotografia e non, agli Istituti d’Arte …
Intanto abbiamo creato il “Roberto Del Carlo LUCCAdigitalPHOTO Contest” e il “LUCCAdigitalVIDEO Contest” che sono due concorsi internazionali che possono essere un buon trampolino di lancio per giovani artisti, basti pensare che la giovane fotografa che ha vinto il concorso lo scorso anno, grazie al Festival è stata adocchiata dalla critica e sta esponendo in tutta Europa.
A che punto si trova la cultura italiana rispetto alle posizioni, ai temi e ai contenuti proposti dal LDPF?
La sensibilità del pubblico nei confronti della fotografia si sta affinando sempre più, e anche la critica più scettica sta accorgendosi della nobiltà della fotografia, ormai accettata a pieno diritto come forma d’arte. Abbiamo riscontrato grande interesse di critica per la scelta del tema di quest’anno e per le modalità in cui lo abbiamo trattato. Ci auguriamo che anche il pubblico condivida ed apprezzi le nostre scelte.
Quali novità avete in programma per la prossima edizione? Che progetti avete?
Stiamo già pensando e lavorando all’edizione 2011… Ma al momento è tutto, rigorosamente top secret!
Il progetto in breve:
LUCCAdigitalPHOTOFest 2010
20 novembre – 12 dicembre 2010
A cura di Enrico Stefanelli (direttore artistico), Susanna Ferrari, Jessica Di Costanzo, Giuliana Scimé e Luciano Bobba
Promosso da Associazione Toscana Arti Fotografiche e Comune di Lucca
Sedi varie, Lucca
Info: +39 0583 5899215 / 0583 316337
www.ldpf.it
In alto, da sinistra:
Sandy Skoglund, “Revenge of the Goldfish”, 1981, Courtesy Galleria Paci Arte Contemporary
Giorgia Fiorio, “Meditazione. Banco sul fiume Ayerawaddy Bagan”, 2003, Myanmar
In basso, da sinistra:
Jan Saudek, “Oh quelle favolose sorelle B.”, 1989
Bert Stern, “The Last Sitting”, 1962