Parlamento Europeo
Bruxelles
Luca Gastaldo. Tra suggestioni romantiche e vibrazioni contemporanee (di Alberto Mattia Martini)
Le opere di Luca Gastaldo si manifestano come spazi immobili, privi di riferimenti temporali, i luoghi descritti sembrano non sottostare alle leggi della natura. Una dimensione atemporale che al contempo è metamorfosi, cambiamento, emozione, attesa di qualcosa che sta per accadere, che è già accaduto o che forse non avverrà mai, se non nei nostri pensieri.
Le opere dell’artista milanese nascono da attimi, sensazioni, suggestioni, turbamenti e ricordi reali, per poi fondersi per sempre con la fantasia e la potenza creativa dell’immaginario…
Alberto Mattia Martini: Essendo d’accordo con te quando sostieni che è più affascinante conoscere il valore che ha l’opera per chi la realizza, piuttosto che sapere quale sia la sua fonte d’ispirazione. Qual è il valore emozionale del lavoro che produci?
Luca Gastaldo: Mi emoziona guardare i miei lavori finiti, non tutti mi suscitano le stesse “vibrazioni”, ma a molti mi sento profondamente legato.
Più mi addentro in essi (spesso aiutato dalla musica), più vivo emozioni che inizialmente non avevo neanche pensato; è come se i miei lavori fossero un racconto su me stesso.
Sono emozioni forti anche perché portano dentro il momento in cui li ho realizzati, portano con sé tutto il lavoro di ricerca artistica che sento corrispondere quasi a pieno con la mia vita, è bello rendersi conto che queste emozioni, estremamente personali, siano intuite scoperte e vissute anche da altri.
Dove si inserisce, Tra suggestioni romantiche e vibrazioni contemporanee, il tuo nuovo progetto al Parlamento Europeo di Bruxelles, dal 9 al 12 novembre? Perché questa sede e in cosa consisterà il tuo intervento?
Credo che questa mostra arrivi al momento giusto del mio percorso artistico, è un momento in cui sento di possedere quasi pienamente la tecnica che utilizzo e poter esprimere quello che desidero. Lo considero un punto di arrivo di questi miei primi anni di pittura. L’occasione dell’esposizione è nata su un invito dell’On. Mauro in seguito alla visione di una mia precedente mostra.
Il mio intervento consisterà in una serie di tele rappresentanti paesaggi in cui si vive una situazione umana, tele singole ma anche dittici e trittici a cui sono particolarmente legato… La mostra avrà, poi, un secondo sviluppo in aprile al Museo delle Mura di Borgo Val di Taro. I lavori esposti saranno una selezione fra quelli di Bruxelles e altre nuove opere, in più ci sarà un accompagnamento musicale. L’allestimento sarà studiato appositamente per il nuovo spazio.
Quando, in che modo, sei stato attratto dal paesaggio?
Nei primi anni in cui ho iniziato a dipingere in modo continuo ricercavo un virtuosismo tecnico, un gusto estetico di abbinamenti cromatici e composizioni.
Dopo alcune vicende personali, che mi hanno particolarmente segnato, ho iniziato a desiderare di arrivare a toccare chi avesse guardato una mia opera, di comunicare qualcosa, di non lasciarlo indifferente ma cercare di “segnarlo”.
È in quel momento che mi sono accostato al paesaggio, non per scelta ma come evidenza. Un paesaggio è universale, in un paesaggio è più facile vivere un’emozione.
Trovo che la tua ricerca sia molto coraggiosa, ma anche molto rischiosa. Se infatti una persona pensa ad un’opera di un giovane artista contemporaneo, nella maggior parte dei casi non si immaginerebbe un “paesaggio bucolico”, ormai purtroppo sempre più distante dalla nostra quotidianità, ma un soggetto che racconti temi a lui più attigui. Pensi che questo ti possa penalizzare o invece ritieni che sia proprio tale aspetto la forza dei tuoi quadri?
Personalmente provo in modo semplice a creare qualcosa che mi racconti, senza badare troppo alla realizzazione tecnica, fronzoli estetici e neanche troppo alle tematiche che tocco.
Credo che la forza del mio lavoro sia rappresentare semplicemente ciò che maggiormente mi emoziona nel presente o nel ricordo che un presente mi suscita.
Non cerco “volontariamente” paesaggi di vita campestre e non sempre li rappresento, credo che si ritrovino spesso nei miei lavori perché più vicini alla mia sensibilità in questo momento della vita.
Anche se in molti dei tuoi lavori la figura umana non viene rappresentata, la si avverte ugualmente in modo molto persistente; la sensazione che percepisco è quella dell’umano come il vero protagonista e paradossalmente il paesaggio come attore non protagonista. Sei d’accordo?
Solo l’uomo è in grado di commuoversi davanti ad un paesaggio, può vivere intensamente il dramma di certe situazioni ed esperienze in modo pieno e consapevole; per questo credo di riprodurre scene in cui il vero protagonista sia l’umano. Umano come centro di ogni mia opera, anche se a volte non presente nel dipinto.
Allo stesso tempo credo però che il mio “umano” senza il paesaggio sia meno vero; per questo assolutamente non una comparsa ma il tramite, l’espressione che rende evidente l’istante, il segno senza il quale non si possono vivere le emozioni che ricerco. Il soggetto è l’uomo, ma forse ancora di più la situazione emozionale che solamente lui è in grado di vivere nell’istante in ciò che rappresento.
Altrettanto fondamentale è il procedimento che utilizzi nel momento creativo. Ci accompagneresti in questo viaggio spiegandocene le varie fasi?
Ogni opera ha uno sviluppo proprio e differente. Tutte seguono però alcuni passaggi. Parto da idee, schizzi, bozzetti; una volta che i vari elementi si fondono in un’unica idea eseguo un disegno sulla tela in modo che l’idea si materializzi nello spazio.
Stendo poi una base di bitume solitamente scura per la parte inferiore quasi sempre in controluce e più leggera per la parte superiore che diventerà poi cielo.
Il bitume è il materiale principale di tutti i miei lavori, poi affiancato da acrilici e coloranti.
Una volta fissati i soggetti, i cieli nascono da un continuo sovrapporsi e sottrarsi di strati di bitume e di colori tramite stracci, pennelli e colature.
Questa fase, che occupa la maggior parte del tempo, è anche la più “indipendente”.
Parto infatti da un’idea iniziale di cielo ma lascio poi che la materia, il formarsi prenda il sopravvento sull’idea.
La mostra in breve:
Luca Gastaldo. Tra suggestioni romantiche e vibrazioni contemporanee
Parlamento Europeo
Rue Wiertz 60, Bruxelles
9 – 12 novembre 2010
Organizzazione:
Galleria Bianca Maria Rizzi
Via Molino alle Armi 3, Milano
Info: +39 02 58314940
www.galleriabiancamariarizzi.com
Prossimo Evento:
Museo delle Mura
Via Battisti, Borgo Val di Taro (PR)
21 aprile – 8 maggio 2011
In alto:
“Serenità donata”, 2010, tecnica mista su tela, cm 300×100
In basso, da sinistra:
“Hai fatto tanta strada per venire da me”, 2010, tecnica mista su tela, cm 100×100
“Arrendersi all’evidenza”, 2010, tecnica mista su tela, cm 100×150