LECCE | Museo Castromediano | Dal 16 ottobre 2020
Due capolavori della storia dell’arte italiana accolgono i visitatori all’ingresso del Museo Castromediano di Lecce restituendo alla comunità due opere (due polittici trecenteschi) dopo un lavoro intenso di restauro realizzato grazie ad Art Bonus.
Restaurare un’opera d’arte vuol dire prendersene cura, consentendo agli studiosi e ai restauratori di studiarla e di proteggerla dai danni del tempo, ed alle istituzioni di difenderle perché sono testimonianze di pensiero, bellezza, relazioni culturali e sociali, dispositivi per leggere il passato ed affrontare il presente. Perciò per il restauro di due capolavori delle collezioni del Museo Castromediano un anno fa è stato pensato un Cantiere aperto, un laboratorio senza barriere e senza porte, per consentire a tutti – turisti, cittadini, studenti – di assistere giorno dopo giorno a un’esperienza unica, una vera e propria rivelazione. Grazie alla totale disponibilità dei restauratori e del personale del museo, chi si è addentrato nel Cantiere di restauro dei polittici veneti ha potuto osservare man mano sviluppi e novità del restauro e carpire grazie alle parole degli esperti il senso profondo di un’operazione che non è stata solo tecnica o estetica, ma soprattutto empatica.
Le opere d’arte sono infatti dispositivi capaci di innescare relazioni, confronti, dibattiti. Tali sono anche i polittici del Museo Castromediano: il primo è attribuito a Lorenzo Veneziano e aiuti, datato 1370 circa proviene dal Monastero delle Benedettine di Lecce. L’altro polittico, attribuito alla bottega dei muranesi Antonio e Bartolomeo Vivarini, è databile al terzo quarto del XV secolo e proviene dalla chiesa di Santa Caterina di Galatina. Attribuzioni, letture iconografiche, connessioni con la cultura figurativa delle rispettive epoche: lo studio e il restauro delle due opere sono anche alla base di una pubblicazione scientifica – intitolata L’Oro, la Santità e la Gloria. Il restauro dei polittici veneti del Museo Castromediano, a cura di Brizia Minerva, storica dell’arte del museo, edita per l’occasione.
Dal 16 ottobre 2020 sarà perciò possibile vedere da vicino queste due opere, comprenderne la storia e il complesso restauro grazie ai dispositivi didattici con immagini che ne documentano le fasi più significative. Come suggerisce Luigi De Luca, direttore del museo: «Nel bene e nel male è da questa via, dalla via Adriatica, che uomini, beni, idee, culture, idiomi, sono giunti sulle rive del Salento; ne sono testimonianza vivente l’archeologia ed il patrimonio storico artistico racchiuso nel Castromediano come in tanti piccoli e grandi musei e chiese del Salento e della Puglia. I Polittici del Vivarini e del Veneziano rappresentano due delle testimonianze più alte ed eloquenti che riconsegniamo alla comunità sia il restauro che questo volume, che lo documenta, lo si deve alla illuminata generosità della Banca Popolare Pugliese attraverso l’intelligente uso dello strumento dell’Art Bonus».
Giunti per vie commerciali connesse alla rotta veneto-adriatica, le due opere sono state rintracciate da Felice Casotti, membro della Commissione Conservatrice per i Monumenti Storici e di Belle Arti di Terra d’Otranto, che dopo averle scoperte in stato di abbandono nei due monasteri ne propose l’acquisto, nel 1871 e nel 1872, al Museo Provinciale di Lecce.
Dopo l’acquisizione, la storia conservativa delle due opere è stata sostanzialmente la stessa. Furono sottoposti ad un primo intervento nel 1876 da parte del restauratore e pittore romano Domenico Primavera, che secondo i dettami dell’epoca fondamentalmente le ridipinse e successivamente nel 1934 dal restauratore de Bacci Venuti.
«Il compito di dar vita a queste esperienze formative è oggi più che mai dei musei, non più intesi come intellettuali, ma come laboratori della cultura, sempre aperti, inclusivi, in costante movimento e capaci di soddisfare concretamente le esigenze culturali dei cittadini. In quest’ottica di totale condivisione dell’arte con i cittadini, si è inserito il cantiere di restauro dei due polittici di Scuola Veneta aperto al pubblico. I laboratori aperti infatti, hanno accolto ogni giorno studenti, turisti, cittadini e semplici curiosi col desiderio di conoscere la pittura di grandi maestri e la meticolosa arte del restauro direttamente dai professionisti al lavoro sulle opere», sostiene Loredana Capone, assessore all’industria turistica e culturale della Regione Puglia.
Per Maria Piccarreta, soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto: «Il Restauro del patrimonio storico artistico, occasione di conoscenza divulgazione e valorizzazione. L‘attività istituzionale di controllo e vigilanza sul restauro dei due polittici che la Soprintendenza, anche in questa occasione, ha svolto nel corso dei lavori si è trasformata in una eccezionale occasione di narrazione e conoscenza di due opere di inestimabile valore nel panorama dell’arte rinascimentale italiana. In particolare, le due opere costituiscono la materializzazione della narrazione dello stretto legame che la Puglia ed in particolare il Salento ebbe nel corso del XV secolo con l’area veneta; infatti, l’intera regione svolse il ruolo di vero e proprio snodo per i rapporti con l’Oriente, tanto da trasformare il corridoio marittimo in uno snodo di scambio culturale di notevole particolarità».
«La funzione sociale di una banca del territorio, quale vuole essere la Banca Popolare Pugliese, si sostanzia e si caratterizza anche attraverso questo tipo di interventi che sue attività economiche. Il resto lo ha fatto l’intelligente istituzione, da parte del Ministero della Cultura, sin dal 2014, della legge denominata “Art Bonus”, uno strumento che agevola, sotto forma di credito di imposta, le erogazioni in denaro per interventi di manutenzione e restauro di opere “Castromediano”», sostiene Vito Primiceri, presidente della Banca Popolare Pugliese.
Promosso dal Museo Castromediano di Lecce, con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto e Teatro Pubblico Pugliese, il restauro ha consentito la rimozione delle ridipinture sovrastanti l’originale, delle stuccature incongrue e delle vernici alterate e ossidate: questi interventi hanno messo in luce la materia pittorica autentica, anche se molto lacunosa nel polittico di Galatina.
Il restauro – eseguito da Ianuaria Guarini e Gaetano Martignano – ha cercato di recuperare la bellezza dei toni e dei tratti originari sotto i rifacimenti dei restauri precedenti. Un lavoro di sottrazione, quindi, che ha svelato più di quanto gli stessi restauratori si attendessero. Il polittico di Galatina, in base ai nuovi dati emersi dopo il restauro, è stato ricondotto alle mani di Antonio e Bartolomeo Vivarini, realizzato con aiuti nell’ambito del sodalizio dei fratelli muranesi durato almeno un quindicennio, venendo a confermare l’attribuzione avanzata del Pallucchini (1962).
L’Oro, la Santità e la Gloria.
I Polittici veneti del Museo Castromediano dopo il restauro aperto
Museo Castromediano
viale Gallipoli, Lecce
venerdì 16 ottobre 2020, ore 18.00
L’accesso – con mascherina – è consentito a un numero massimo di 60 persone, prenotazione obbligatoria al numero: +39 0832373572
Interventi di
Loredana Capone, assessore all’industria turistica e culturale, Regione Puglia;
Stefano Minerva, presidente Provincia di Lecce;
Vito Primiceri, presidente Banca Popolare Pugliese;
Maria Piccarreta, soprintendente archeologia belle arti e paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto;
Michele Seccia, arcivescovo di Lecce
Aldo Patruno, direttore Dipartimento Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio Regione Puglia
Raffaele Casciaro, direttore Dipartimento di beni culturali, Unisalento;
Ianuaria Guarini, Gaetano Martignano, restauratori;
Brizia Minerva, storica dell’arte, Museo Castromediano.
Ricordiamo che il Museo Castromediano è aperto tutti i giorni dal martedì alla domenica dalle 9.00 alle 20.00
Info: +39 0832 373572
museocastromediano.lecce@regione.puglia.it