VENEZIA | Padiglione Svezia | 56. Esposizione Internazionale d’Arte | 9 maggio – 22 novembre 2015
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di SIMONE REBORA
Se nel percorso centrale di questa Biennale 2015 avevamo avuto modo di constatare (oltre agli immancabili accenti politici) un ritorno di fiamma del medium video-sonoro, l’opera di Lina Selander vi si conforma non solo sul piano dei contenuti, ma anche per la sua peculiare cifra stilistica. Scelta per rappresentare la Svezia all’interno dell’ampio Padiglione nazionale, che si colloca in diretta linea di prosecuzione lungo la prospettiva delle Corderie, Selander propone una selezione di opere realizzate a partire dal 2011, con una sola proposta di nuova concezione.
Una scelta oculata, che conferma l’intrinseca coerenza di un percorso di ricerca tanto attento allo scavo documentario, quanto pronto ad assumere tendenze spiccatamente militanti. E se la storia politicizzata è un po’ la croce e delizia per l’arte di questi ultimi anni (e l’operazione di Enwezor ne è stata la prova del nove), quel che distingue l’approccio di Selander è l’originale “prospettiva sistemica” assunta. Non occorrerà scomodare un René Thom, per scoprire come la grande storia del secolo scorso si configuri come un’alternanza di mega-sistemi posti sempre sul margine del collasso. E l’occulto demiurgo di queste dinamiche è indagato a fondo proprio nel nuovo lavoro portato a Venezia: The Offspring Resembles the Parent. Selander si perita di farci notare, al proposito, come il concetto stesso di memoria (e quindi di “storia”) sia etimologicamente legato a quello di “denaro”. Tout se tient, insomma, in una ricerca artistica che scava però alla ricerca di quelle piccole fratture che determinano i crolli più prodigiosi, dal disastro di Chernobyl alle estinzioni delle specie.
L’allestimento del Padiglione, curato da Lena Essling con architetture disegnate dallo Studio Nav, s’impegna a non esaurire l’esperienza del visitatore nel solo reparto video. E la componente installativa, anzi, diviene quasi preponderante, non solo nella complessa stratificazione di un’opera come Lenin’s Lamp Glows in the Peasant’s Hut, ma anche nella generale organizzazione degli spazi espositivi. Quelle ampie tende che separano ma non isolano le sezioni, permettendo una fruizione aperta, diffusa e piuttosto “rumorosa” dell’insieme, paiono quasi un’implicita risposta a certe soluzioni claustrali che alquanto infelicemente si profilano più avanti, quando, prossimi al termine della nostra visita in Biennale, ci prepariamo a varcare le soglie dell’ennesima collettiva al Padiglione Italia.
56. Esposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia
Lina Selander. Excavation of the Image – Imprint, shadow, spectre, thought
Commissario: Ann-Sofi Noring
Curatore: Lena Essling
Padiglione Svezia
Arsenale, Venezia
9 maggio – 22 novembre 2015
Orari: 10.00 – 18.00 e 10.00 – 20.00 (sede Arsenale – venerdì e sabato fino al 26 settembre) Chiuso il lunedì (escluso lunedì 11 maggio, lunedì 1 giugno e lunedì 16 novembre 2015)
Info: +39 041 5218711
aav@labiennale.org
www.labiennale.org