BOLOGNA | Fondazione MAST | 4 maggio – 11 settembre 2016
di ILENIA MOSCHINI
La Fondazione MAST ha inaugurato lo scorso maggio la mostra fotografica dedicata al mondo del lavoro e al paesaggio dell’Emilia-Romagna. Attraverso gli scatti di fotografi di fama internazionale, un documentario in proiezione continua e una raccolta di volumi messi a disposizione da Linea di Confine (associazione con sede a Rubiera, in provincia di Reggio Emilia, che da diversi anni coordina indagini fotografiche e dibattiti sullo sviluppo dell’Emilia-Romagna), Ceramica, latte, macchine e logistica. Fotografie dell’Emilia-Romagna al lavoro – questo il titolo dell’esposizione a cura di Urs Stahel e visitabile fino all’11 settembre – illustra lo sviluppo economico e le modificazioni del territorio che hanno riguardato la Regione nel corso degli ultimi decenni.
Il percorso espositivo è organizzato per gruppi di immagini giustapposte; esse rappresentano l’evoluzione e le trasformazioni che, in seguito soprattutto alle grandi innovazioni tecnologiche, hanno interessato tutto il sistema produttivo dell’Emilia-Romagna, dalla grande industria alla piccola impresa, comportando inevitabilmente conseguenze e ricadute sia sull’ambiente, sia sul modo di lavorare e di vivere delle persone.
La mostra si apre con il ritratto di un operaio bolognese realizzato da Enrico Pasquali e da una serie di fotografie risalenti alla metà del XX secolo che raffigurano alcune delle macchine utensili prodotte dalle Officine Minganti di Bologna; a seguire, i macchinari dismessi fotografati da Gabriele Basilico e le immagini di scena attribuite a Sergio Strizzi ed Enrico Appetito tratte da Il deserto rosso di Michelangelo Antonioni, film ambientato negli anni del miracolo economico italiano che racconta l’incapacità di Giuliana, la protagonista femminile, di adeguarsi alle nuove condizioni lavorative e sociali. Proseguendo, la mostra presenta i lavori di grande formato di Pietro Valsecchi, realizzati con il banco ottico e che hanno come soggetto gli stabilimenti leader nella ricerca tecnologica; il progetto di Paola de Pietri, Seccoumidofuoco, incentrato sulla produzione di ceramica in Emilia-Romagna, tra saperi antichi e ammodernamento tecnologico e le due serie fotografiche di William Guerrieri, Il Villaggio e The Dairy, che attraverso il riutilizzo di materiale fotografico d’archivio affrontano il tema della coscienza e della memoria collettiva in rapporto al progresso economico avvenuto nella Regione.
L’economia e il dibattito politico si accompagnano invece nel video di Lewis Baltz, nel quale si sottolinea l’importanza della cooperazione come motore economico del sistema produttivo emiliano-romagnolo; di contro, l’immagine di Simone Donati che ritrae le cerimonie commemorative collettive in memoria di Mussolini che si svolgono due volte l’anno a Predappio. A testimoniare la graduale trasformazione subita dal territorio e dal paesaggio della Regione (anche come conseguenza del cambiamento delle abitudini di vita e di consumo della popolazione) le immagini realizzate da Marco Zanta sul Delta del Po, un luogo visto sia come una risorsa naturale, sia come specchio che riflette i cambiamenti avvenuti nelle zone limitrofe industrializzate dell’Emilia-Romagna e di parte del Veneto; le piccole foto a colori di Guido Guidi che raccontano i cambiamenti avvenuti in seguito all’intervento dell’uomo sul paesaggio e sui territori dell’Emilia Romagna; ancora, il video La Via Emilia è un aeroporto di Franco Vaccari che presenta la via l’arteria stradale che taglia la Regione come luogo di lavoro di prostitute alle quali l’artista porge dei fiori (a questo proposito ricordiamo La Via Emilia. Strade, viaggi, confini, tema che caratterizza la XI edizione di Fotografia Europea, in programma a Reggio Emilia dal 6 maggio al 10 luglio 2016 e di cui MAST è partner) e gli scatti di Olivo Barbieri dedicati alla ressa di gente in coda davanti alle casse dei centri commerciali.
Infine, le fotografie sulla costruzione della TAV, la linea ferroviaria ad alta velocità che collega Torino a Napoli, a opera di Tim Davis, John Gossage, Walter Niedermayr e Bas Princen, le quali documentano la violenza con la quale il terreno su cui è stata costruita l’infrastruttura è stato stravolto e la discordanza tra interessi economici e interessi ambientali ed ecologici. Concludono la mostra, a piano terra dell’edificio della Fondazione MAST, il documentario Le radici dei sogni. L’Emilia-Romagna tra cinema e paesaggio girato nel 2015 da Francesca Zerbetto e Dario Zanasi nei luoghi dove registi italiani e stranieri hanno ambientato i loro film, arricchito da interviste a coloro che lavorando nel mondo del cinema hanno contribuito all’evoluzione culturale della Regione e un’esposizione di volumi su Ambienti, Contesti, Realtà, dell’Emilia-Romagna, messi a disposizione da Linea di Confine.
L’Emilia-Romagna dunque come simbolo di dinamismo e operosità; una regione da sempre votata alla collaborazione e all’associazionismo nella quale le piccole città di provincia si sono estese fino a diventare una grande area metropolitana densamente abitata e un territorio che può essere considerato l’emblema di una fase storica che ha ormai lasciato il posto a una nuova era, la quale forse condurrà a cambiamenti ancora più incisivi e radicali di quelli vissuti finora.
Ceramica, latte, macchine e logistica. Fotografie dell’Emilia-Romagna al lavoro
a cura di Urs Stahel
4 maggio – 11 settembre 2016
MAST
Via Speranza 40 – 42, Bologna
Orari: dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 19.00
Info: www.mast.org