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Intervista a RAFAL LOCHOWSKI fondatore e direttore di Leica Gallery Warszawa (Varsavia)
di Francesca Di Giorgio
Manca una decina di giorni alla prossima edizione di MIA Fair, nella nuova sede di The Mall in zona Porta Nuova a Milano e facciamo i conti con le gallerie presenti in Fiera. Quest’anno saranno 145 tra italiane e straniere noi ne abbiamo selezionate una quindicina per una breve ricognizione nel mondo delle immagini toccando aspetti teorici, pratici e di mercato. Iniziamo da Leica Gallery Warszawa (Varsavia, Polonia), presente a MIA Fair insieme alla “collega” Leica Galerie Milano. Una tra le numerose gallerie, del marchio tedesco di macchine fotografiche, nate in molte parti del mondo (Francoforte, Los Angeles, New York, Praga, Vienna…) la prima risale agli anni ’70, con l’inaugurazione, nel 1976, della prima Leica Gallery nella cittadina tedesca di Wetzlar.
Leica Gallery Varsavia, inaugurata nel gennaio 2010, si occupa di fotografia contemporanea ma con un occhio privilegiato alle immagini documentarie. Iniziamo quindi da un nome storico come Leica che rappresenta anche una cultura figurativa particolare, legata ad una macchina fotografica che ha cambiato il modo di fare fotografia e che segna l’inizio della storia moderna della fotocamera…
Incontriamo il direttore di Leica Gallery Varsavia, Rafal Lochowski…
Il successo e la diffusione del termine immagine rispetto a fotografia. Tra la crisi del fotografo come “mestiere” e la richiesta del collezionista di produzioni fine art… Quale il ruolo della galleria?
Il direttore della Nikon in Polonia, circa dieci anni fa, mi disse che per lui la fotografia vale quanto la carta che usa per stampare. Ciò si può applicare alle immagini. Vendere fotografia vuol dire occuparsi di un valore aggiunto, molto difficile da misurare.
Una galleria che vende fotografia (non semplici immagini) non può agire come un negozio, come ad esempio fa YellowKorner [Società francese che propone fotografie ben confezionate firmate e certificate, a tiratura limitata ma generosa (500 copie), dal formato diverso da quello usato per le stesse fotografie presentate precedentemente in galleria in tiratura molto piu’ limitata, di fotografi abbastanza noti, ma a prezzi abbordabili, ndr].
Una galleria deve costruire una rete di artisti e collezionisti d’arte. Per questo la programmazione delle mostre è fondamentale. Per il gallerista l’unico modo di ottenere fiducia è organizzare esposizioni e curare, allo stesso tempo, artisti e collezionisti.
Oggi centinaia di milioni di fotografie viaggiano su Facebook e sugli altri social. Come distinguerle? Cosa rende le immagini diverse tra loro e, soprattutto, come possiamo stabilirne il valore?
È facile fino a quando abbiamo a che fare con la fotografia classica, di “vecchi maestri”.
Il suo valore è stato confermato attraverso anni sul mercato e si può facilmente confermare in cataloghi d’asta. Le cose si fanno più difficili se si parla di arte contemporanea. Parlando con i miei clienti e amici dico sempre: la fotografia non è solo scattare delle foto. Si tratta di emozioni e di avere una visione del mondo che l’artista cerca di condividere con il pubblico. Accade anche con un bel quadro visto su internet: provare ad immaginare cosa ha da dire l’autore con il suo sguardo. Ci sono un’infinità di immagini che “ci prendono” tutti i giorni, è ovvio, alcune sono straordinarie ma non tanto da costruirne un valore di mercato. Tutto richiede una visione e un seguito.
Il ruolo della fotografia nel mercato. Come resiste all’attuale crisi e, secondo voi, grazie a quali caratteristiche? Com’è la situazione dalle vostre parti?
Negli ultimi decenni il mercato della fotografia d’arte è in crescita, è fresco e contemporaneo, riflette immediatamente i cambiamenti sociali nel nostro mondo. Inoltre è molto flessibile e facile da presentare. Era il mezzo più importante nel XX secolo, quindi questa crescita è normale. Gli ultimi anni sono stati difficili per il mercato a causa della crisi economica, ma dallo scorso anno la situazione sta tornando alla normalità. Osserviamo che l’interesse per la fotografia è in crescita, anche in nuovi mercati, come da noi in Polonia. Il successo internazionale di artisti polacchi come Kacper Kowalski o Rafal Milach aiuta molto. Solo cinque anni fa era quasi impossibile vendere fotografia contemporanea in Polonia con il giusto valore: è stata trattata come arte decorativa. Oggi abbiamo i primi clienti che investono in fotografia, in maniera consapevole e questo è promettente. Tuttavia, i prezzi nei mercati emergenti (come il nostro) sono molto più bassi, in confronto a Parigi, Londra o New York.
L’Italia è per me uno dei mercati più interessanti. Non è così maturo come in Francia o in Germania anche grazie a questo è ancora più emozionante!
A Milano i prezzi restano bassi e quindi c’è meno spazio per gli artisti affermati. È per questo che ci si può aspettare qualcosa di nuovo qui. A Parigi o a New York è come una visita dal gioielliere nel centro commerciale: sappiamo esattamente cosa ci aspetta e c’è poca possibilità di fare un affare.
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Leica Gallery Varsavia
Al. Jerozolimskie 179,
Blue City Mall, (level +1)
02-222 Warsaw, Polonia
Info: info@leicastore.pl
http://leica-camera.pl/kultura/